Contatore visite

Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


martedì 29 dicembre 2009

La maggioranza non c’è più, Ricci si dimetta, elezioni a primavera



Partiti e movimenti del centrosinistra (Mongolfiera, Rifondazione comunista, Sinistra critica, Sinistra ecologia e libertà e Italia dei Valori) nel corso di una riunione approvato un documento di sfiducia all'amministrazione comunale di Assisi. Questo il testo del documento.

La maggioranza di centrodestra che amministra ad Assisi si è dissolta.
Il vicesindaco, Giorgio Bartolini, ha annunciato la sua intenzione di candidarsi alle prossime elezioni sfiduciando, così, il sindaco e la sua giunta. Ricci ha preso atto del licenziamento e si è affrettato ad annunciare che non si ricandiderà alla carica di primo cittadino e punta ad essere eletto alla Regione. Un sindaco dimezzato, quindi, non più in grado di coordinare la Giunta, che si è fatto promotore di un patto con l’Udc che, nella sostanza, va contro il mandato elettorale.
D’altra parte l’Unione di Centro in un attimo rinnega se stessa e 4 anni di opposizione, di dure critiche alla Giunta nella quale oggi chiede di entrare. Un’inversione a “U” in piena autostrada, una manovra spregiudicata e pericolosa.
Oggi il blocco politico che ha vinto le elezioni amministrative del 2006 si è disperso in molti frammenti.
La Destra sta con Bartolini, stessa cosa dicasi per il consigliere Pastorelli è uscito dal PDL e ha creato la Lega per Assisi. I tre consiglieri della Lista Bartolini seguono il suo leader e anche all’interno del Pdl il vicesindaco sembra avere diversi seguaci.
Risultato: totale ingovernabilità. Un tutti contro tutti che verrebbe ulteriormente aggravato dall’entrata in maggioranza dell’Udc.
La città di Assisi e le frazioni soffrono per la crisi del turismo e delle imprese, il territorio versa in condizioni di degrado.
C’è bisogno di un governo competente, efficiente e nel pieno delle forze. Requisiti che mancano totalmente a questa amministrazione comunale. Il mandato degli elettori è stato evidentemente tradito.
Per queste ragioni le forze di centrosinistra chiedono le dimissioni del Sindaco e della Giunta e ritengono che si debba tornare a consultare i cittadini prima possibile.

mercoledì 23 dicembre 2009

SINISTRA!!!!




Rifondazione Comunista di Assisi, come sollecitato da più interventi del popolo di sinistra anche dalle "colonne" del nostro blog, ha preso il toro per le corna ed insieme alla Mongolfiera, Sinistra Ecologia e Libertà e a Sinistra Critica, ha prodotto questo documento.


Il fallimento della Giunta Ricci e la prematura deflagrazione della maggioranza che governa la città impongono alle forze del centro-sinistra di organizzarsi in vista delle prossime elezioni amministrative.
Nell’attesa che il Partito Democratico esca dal torpore che lo ha reso immobile in questi ultimi mesi, il Partito della Rifondazione comunista e La Mongolfiera, Sinistra ecologia e libertà, Sinistra critica e hanno deciso di iniziare ad incontrare la cittadinanza attraverso iniziative sul territorio.
E’ urgente l’elaborazione di un progetto alternativo per il governo della città che metta in primo piano il rilancio turismo, con un progetto di massicci investimenti e nuove idee, la ricostituzione di un tessuto sociale vivo e attivo nel centro storico e nelle frazioni, il sostegno ai cittadini più bisognosi, politiche per i giovani, che diano opportunità di confronto e di lavoro, investimenti per un’economia che valorizzi l’ambiente, aumenti la raccolta differenziata dei rifiuti, faccia pieno utilizzo delle reti tecnologiche innovative (wi-fi) per semplificare il rapporto fra i cittadini e le istituzioni.
Assisi ha bisogno di aria fresca, di nuove idee, di trasparenza e di onestà. Ha bisogno di chi ha entusiasmo e progetti per avviare una nuova stagione di crescita culturale ed economica. La riconferma della classe dirigente che ha governato dal 1997 ad oggi (i vari Bartolini, Ricci, Fortini, Martellini, Morani) fra liti e conflitti, sarebbe una iattura per i giovani e per il futuro della città, significherebbe la riproposizione di una logica palazzinara e cementificatrice, continuare nella distruzione del territorio e condannare Assisi a perdere posizioni e prestigio nella graduatoria delle città a vocazione turistica e culturale.

Ha fatto ciò senza remore, senza tuffi nel passato e nel passato prossimo.
Naturalmente si parte da una coalizione di sinistra.
Non è nella nostra volontà abbandonare il PD, a meno che quest'ultimo non prosegua nel cammino di cui in questi giorni si ventila.
L'alleanza è aperta a chiunque si riconosca in principi che siano completamente diversi da quelli che hanno ispirato l'attuale maggioranza di destra.
Parallelamente a questo progetto cittadino, continueremo a portare avanti la costituzione della Federazione di Sinistra Alternativa che ieri ha visto la sua nascita ufficiale a livello regionale con la partecipazione insieme al nostro Partito, dei Comunisti Italiani e di Socialismo 2000.

lunedì 21 dicembre 2009

Inciuci



Riteniamo che quanto detto dalla Mongolfiera e ripreso dalla stampa locale riguardo alla situazione politica assisana sia accettabile in toto.
Ad Assisi, una città dove la destra maramaldeggia, non è possibile che l’opposizione non batta mai un colpo.
La situazione è molto grave non solo dal punto di vista della gestione quotidiana del nostro comune ma anche dal punto di vista delle future ed ipotetiche alleanze in vista delle elezione comunali prossime venture.
Nel nostro piccolo abbiamo provato sempre e in tutti i modi a fare le pulci a questa amministrazione.
Della posizione della Mongolfiera condividiamo altresì quanto detto a proposito della opacità del PD; in giro se ne dicono di tutti i colori, si parla di ipotetici accordi a 360 gradi, che poi non sono tali perché escludono volutamente la sinistra e i comunisti.
Tutti sono alleati accettabili (o papabili): l’Udc, che comunque è all’opposizione, ma anche ipotetici “inciuci” (tornati tristemente in voga nel dizionario politico proprio in questi giorni) con rappresentanti dell’attuale maggioranza.
Tutto ciò ci inorridisce, ma non solo per motivi strettamente ideologici, ma sulla scorta degli scempi compiuti in questi anni della destra che ha governato Assisi.
Chiaramente se vorranno farlo lo faranno senza di noi e senza quella parte della società civile che è ancorata a saldi principi di sinistra e di appartenenza.
Per quanto ci riguarda siamo disponibili a qualsiasi chiarimento con il PD e anche a future collaborazioni politiche, ma fissiamo dei paletti ben precisi che non possono prendere in considerazione ipotesi che vadano oltre una coalizione di centro-sinistra.
Non è una cosa da centro sinistra quella che è avvenuta lo scorso 11 dicembre in consiglio comunale ad Assisi.
La mozione, portata in consiglio comunale su iniziativa del Partito della Rifondazione Comunista (come espressamente da noi richiesto dal nostro blog), dal Consigliere Matarangolo contro la privatizzazione dell’acqua pubblica e il deposito cauzionale chiesto da Umbraacque, è stata discussa e approvata con la seguente votazione: 11 favorevoli (Matarangolo + Pdl + un consigliere della Lista Bartolini) mentre si sono astenuti l’UDC e, udite udite, il PD!
È questo un atteggiamento che può sembrare minimanente progressista?
Noi crediamo che al Partito Democratico farebbe bene tornare a riannodare un fil rouge che possa rasserenare gli animi e sia foriero per future sane alleanze.



mercoledì 16 dicembre 2009

Acqua bene di tutti/e? Non per qualcuno




Ci giungono voci sull'inaugurazione della fontana di Piazza S.Rufino avvenuta il 12 dicembre scorso ad Assisi, quella stessa fontana che tante volte ha visto protagonisti molti ragazzi assisani e che, nonostante non abbia mai brillato per l'estrema igiene, li deliziava e li rifocillava dopo estenuanti partite di calcio o che offriva l'occasione per bagnare le amichette prendendo a pretesto l'arrivo dell'estate o per una nuova impresa dei "nostri" eroi azzurri ai mondiali di calcio.
Ebbene, a questa inaugurazione, in pompa magna, alla presenza delle massime autorità
comunali e non, i cittadini hanno avuto la sgradita sorpresa di venire a conoscenza del fatto che
l'acqua della stessa non risulta essere potabile e a chi ne chiedeva le ragioni o semplicemente aveva sete è stato detto che di acqua ci si poteva tranquillamente rifornire presso gli esercizi
commerciali adiacenti.
Come sempre l'amministrazione comunale assisana si dimostra "avanti" al suo corrispettivo nazionale.
La fontana, dal sindaco Ricci, è stata definita come avente una “funzione di promozione culturale e turistica” ma de facto sarà inutilizzabile, dato che l’acqua dalla destra è considerata un bene privato e quindi non un bene primario (sic!).
Oggi, viste le leggi approvate in parlamento dalla destra "liberale", chiude una romantica pagina storica, l’acqua a disposizione della gente, una fontana di grande importanza per la città serafica.
Già da tempo l’amministrazione di destra anticipa i provvedimenti del governo Berlusconi: come dimenticare che le prime ronde in Italia sono nate ad Assisi con i valorosi "Volontari per Assisi" e che i primi rastrellamenti alla "White Christmas" leghisti dei diversi sono stati introdotti con la direttiva sui mendicanti?
Addirittura, ai tempi dell'invasione Usa dell'Iraq, un giovane consigliere comunale di destra, Paoletti, in consiglio comunale, profetizzò la guerra preventiva per distruggere "i nemici della libertà" andando oltre le stesse intenzioni esplicite della prima amministrazione Bush e della compiacente destra italiana, tanto da far inalberare il mite Mariano Borgognoni, allora consigliere comunale Ds, che fece notare come il bellicoso giovanotto avesse già dichiarato guerra a Saddam Hussein.
Altro fatto disdicevole avvenuto in questi giorni ad Assisi: nella lodevole iniziativa organizzata pochi giorni fa in Piazza del Comune da alcuni noti gruppi ad Assisi sul Natale,
nel relativo depliant informativo, è stato messo il cappello da altre associazioni che poco hanno agito concretamente nella sua realizzazione, mentre ne sono state ignorate altre che invece erano state tra le principali promotrici e la stessa scuola elementare di Assisi.
Anche in questo caso si emula il governo nazionale nell'aiutare e favorire solo gli amici degli amici?

lunedì 14 dicembre 2009

Meglio rimboccarci le maniche




Riceviamo e pubblichiamo.

Per informazioni contattare Valerio Principato all'indirizzo valerio.principato@gmail.com

Siamo un gruppo di semplici cittadini di Pescomaggiore,
l’antico borgo in montagna vicino l’Aquila. Il 6 aprile
alle 3 e 32 abbiamo perso la casa.

Solo 1 su 10 di noi questo inverno sarà il “fortunato”
cui verrà offerto un tetto sotto cui ripararsi. Un tetto a
10 km dal paese.

Invece di lamentarci abbiamo preferito rimboccarci le
maniche .

Meglio una casa vera, specie se costa come un container.

Tre generosi compaesani ci hanno messo a disposizione un
terreno, con un panorama da mozzare il fiato, a pochi passi
dal centro s torico.

Con l’aiuto di avvocati e architetti volontari, abbiamo
progettato e cominciato a costruire sette piccole abitazioni
che devono essere pronte prima del freddo, della pioggia e
della neve, cioè entro due mesi.

Stiamo dimostrando che è possibile fare case economiche,
ecologiche e rapide da realizzare se usiamo prevalentemente
materiale naturale, economico e reperibile sul posto: la
struttura portante in legno, la tamponatura in balle di
paglia, il cemento ridotto al minimo, le stufe a pellet per
scaldarci, i pannelli solari e fotovoltaici che ci daranno
l’energia elettrica e l’acqua calda di cui avremo
bisogno.

La mano d’opera siamo noi stessi che impugnamo gli
attrezzi del mestiere e preferiamo la fatica attiva
all’indolenza obbligatoria del terremotato.

Così, con la cifra di 150 mila euro con cui voi
normalmente paghereste una casetta, noi possiamo costruirne
sette; ma ricordate che no i abbiamo perso tutto e che lo
Stato non ci sta aiutando, quindi anche quei pochi soldi che
se rvono, per noi sono tantissimi.

Meglio la solidarietà diretta

Gli italiani sono già stati generosi ed hanno sottoscritto
molti soldi per il terremoto; purtroppo però a noi è
arrivata solo qualche tenda e molte chiacchere.

Questo ulteriore sforzo che chiediamo, invece, va
direttamente da voi a noi: avrete nome e cognome di chi li
usa, potete controllare su questo sito come procedono i
lavori, soprattutto potrete partecipare alle decisioni.

Questi bilocali e trilocali ci permetteranno di non
abbandonare Pescomaggiore in attesa della ricostruzione e di
mantenere vivi i nostri rapporti sociali.

Nel sito http://eva.pescomaggiore.org ti presentiamo
meglio il nostro progetto.

Aiutaci a far rinascere Pescomaggiore.

SOSTEGNO ECONOMICO:
IBAN: IT 87 S 05748 15404 100000008397
COMITATO PER LA RINASCITA DI PESCOMAGGIORE
CAUSALE: ECOVILLAGGIO
Contattaci per chiarimenti all'indirizzo
eva@pescomaggiore.org

giovedì 10 dicembre 2009

Manifestazione esaltante, banchetto itinerante




La Manifestazione di Roma di sabato scorso alla quale, con senso di appartenenza e responsabilità, abbiamo partecipato, è stato un salvifico bagno di entusiasmo, una grande prova di democrazia e voglia di partecipare attivamente alla vita politica italiana.
Ci siamo trovati di fronte una straordinaria dimostrazione di come la gente, (nonostante la pesante assenza del Pd…) la nostra gente, vive l’eccezionalità di questo momento politico, a dimostrazione che ancora esistono ideali e appartenenza politica.
Sembrava di essere tornati indietro nel tempo, alle meravigliose manifestazioni degli anni passati: colori, entusiasmo, allegria, fiducia in un possibile cambiamento nonostante i tempi bui che stiamo vivendo.
Tutti questi giovani hanno dimostrato che il mondo può cambiare e che anzi deve cambiare, senza protervia, senza arroganza ma con la forza di chi crede che un altro mondo è possibile.
Le questioni di questa nostra società ci vengono dipinte o troppo rosee o troppo complicate, invece quel giorno è stato dimostrato che vi è una terza via, quella dei diritti e della Costituzione, principi richiamati fortemente dalla Piazza.
I numeri contano poco in questi casi quando è prassi consolidata (da parte di alcuni che tendenziosamente sono soliti togliere almeno uno zero dal numero dei partecipanti), sminuire una grande partecipazione popolare.
Noi abbiamo visto Piazza San Giovanni piena come al Concerto del I maggio, e tanto ci basta.
Il nostro Popolo ha risposto alla grande, si è mobilitato e ha dimostrato che ha ancora la forza per poter incidere in un Paese come il nostro in cui c’è più che mai bisogno di riaffermare con forza i principi di libertà ed equità sociale, concetti che questo governo becero sta calpestando senza pietà.
Quello di Roma non era solo il popolo anti-Berlusconi ma un insieme di persone che ha una visione ben precisa del mondo, che ha delle proposte concrete e circostanziate.
Noi vogliano che il lavoro abbia di nuovo dignità, che sia messo al centro dell’agenda politica come fondamentale sviluppo del nostro Paese: per questo serve abolire prima possibile la legge 30 e la conseguente precarietà che genera.
Siamo per una svolta decisiva in campo ambientale, per l’energie pulite e rinnovabili che potrebbero anche creare nuovi posti di lavoro.
Vogliamo una società giusta e tollerante che possa includere tutti coloro che vogliano lavorare e produrre ricchezza nel nostro Paese, senza pregiudizi e razzismi di sorta.
Crediamo fermamente che i lavoratori e le lavoratrici italiani debbano essere risarciti delle perdite che ingiustamente stanno subendo a causa della crisi del neo-liberismo.
Per questo continua la nostra campagna per il reddito sociale e la nostra raccolta di firme.
Sabato 12 dicembre saremo di nuovo in piazza, stavolta nelle frazioni, per raccogliere firme, far capire le nostre ragioni e sondare l’umore della gente che vive nelle zone periferiche di Assisi.
Questo il programma:
Ore 10,00-12,00 S.M.Angeli
Ore 14,00-16,00 Petrignano
Ore 16,00-18,00 Rivotorto

martedì 1 dicembre 2009

Bio...testamento...presto!




Proponiamo alle forze di opposizione in seno a Consiglio Comunale di Assisi di elaborare una mozione che preveda l’istituzione del c.d. “Testamento Biologico” per dare l’opportunità, tempi e percorsi necessari per l’istituzione di un registro comunale telematico che raccolga le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica ed un regolamento d’accesso, così come già discusso in realtà molto avanzate della nostra Regione come Marsciano, Narni, Perugia, dove è stata presentata anche una petizione popolare, e Corciano, Comune in cui addirittura una mozione è stata approvata senza nemmeno un voto contrario, quindi in modo bipartisan anche dalle forze di centro destra, oltre che in varie realtà a livello nazionale e in grandi città come Genova, Firenze, Pisa, Cagliari e Bologna.
Il testamento biologico è un atto legato al principio del consenso informato, accettato da tutti e obbligatorio per legge. Esso da la possibilità di accettare o rifiutare cure quando non si è più in grado di esprimere quel consenso informato al quale oggi medici e pazienti si attengono ogni giorno in Italia.
Non sarebbe assolutamente un tentativo di voler introdurre un giudizio permissivo verso pratiche eutanasiche come ha delirato qualche esponente ultracattolico, posizione, tra l’altro, che testimonia la volontà di creare confusione e smarrimento nell’opinione pubblica sollevando strumentalmente altri argomenti altrettanto importanti ma che non c’entrano in questo caso come quello dell’eutanasia.
Con questo atto vogliamo che sia stabilito anche nel nostro Comune il principio dell’autodeterminazione, per cui ogni soggetto leso nella sua integrità psico-fisica non solo abbia il diritto di essere curato, ma possa avere la possibilità di esserlo nei termini in cui egli stesso desidera, perché noi siamo fermamente convinti che spetti ad ognuno di noi decidere a quale terapia sottoporsi o quale rifiutare.
Questa esigenza nasce in noi dopo l’approvazione in Parlamento di un testo di legge sul testamento biologico che prevede trattamenti inumani come l'alimentazione e l'idratazione forzata, e si introduce il grottesco principio che permetterebbe ai medici a non rispettare le dichiarazioni anticipate di trattamento firmate dai malati. È evidente, dunque, che anche la certificata volontà di un malato che voglia evitare l'accanimento terapeutico su se stesso non varebbe nulla. Questa norma va a compromettere in maniera grave il principio di autonomia della persona, la nostra sovranità su noi stessi e sul nostro corpo. La volontà del paziente sarebbe, così, subordinata a quella del medico mettendo in discussione la nostra identità individuale.
Rifondazione Comunista si oppone fortemente a questa legge che si configura come una sorta di tortura di stato, scritta sotto dettatura di un integralismo religioso vaticano indegno di uno Stato civile.
In Germania il testamento biologico è stato approvato da tutte le forze politiche insieme alla Congregazione delle Chiese Cattoliche e Protestanti e ciò dimostra che la Chiesa usa il nostro Paese come un fortino da difendere a tutti i costi, mentre in altri Paesi riesce a mediare le proprie ragioni con quelle degli altri.
Per questo ci batteremo contro questa legge in tutti i modi, lanciando anche, se necessario, una vera e propria campagna di disobbedienza civile
Le linee principali della nostra proposta sono:
1. L’istituzione di un registro di raccolta dei testamenti biologici o di dichiarazioni anticipate di volontà;
2. L’elaborazione, come parte integrante dell’atto, di un apposito regolamento comunale per disciplinare la materia;
3. La possibilità che il registro sia riservato ai soli cittadini del Comune, e che abbia come finalità il consentire l’iscrizione nominativa, mediante autodichiarazione, di tutti i cittadini che hanno redatto una dichiarazione anticipata di trattamento con indicazione di un notaio oppure del fiduciario e/o del depositario, allo scopo di garantire la certezza della data di presentazione e della fonte di provenienza;
4. L’adozione di successivi provvedimenti da assumersi nel più breve tempo possibile per l’organizzazione del registro e l’adozione delle singole e conseguenti modalità operative.
La proposta, in mancanza di una norma nazionale, di creare tale registro rappresenta una forma di pressione politica fortissima che parte dei Comuni. Solo con questi strumenti, potremmo arginare e sperare di far tornare sui suoi passi la maggioranza parlamentare e rivedere profondamente un disegno di legge che potrebbe arrivare ad essere l’ennesima legge orrenda del governo Berlusconi.
Su questo documento chiediamo la convergenza ed eventuali integrazioni dei partiti della minoranza, soprattutto di quella che ha rappresentanti in consiglio comunale affinchè possa essere presentata e discussa nel consesso cittadino.

venerdì 20 novembre 2009

Giù le mani dal Cst!


Riteniamo opportuno riprendere la questione del Centro studi sul Turismo di Assisi.
Il nostro Circolo ha sempre sostenuto le rivendicazioni dei lavoratori del Centro Studi in passato, ed oggi torniamo a parlarne anche in relazione al giusto allarme lanciato dai Sindacati che non può non creare in noi che una viva preoccupazione.
Per quanto ci riguarda siamo come sempre a favore di chi lavora e di chi ha contribuito a dare lustro alla Facoltà di Economia del Turismo.
Siamo disponibili a dare una mano in ogni modo a queste persone che vivono un profondo momento di difficoltà.
C'è una strategia per portare la Facoltà di Economia del Turismo da altre parti?
Per noi sarebbe una scelta senza senso. Assisi è la città del turismo per antonomasia (nonostante le politiche fallimentari di questi anni dell’amministrazione comunale).
Il Cst e la Facoltà di Economia del Turismo sono ormai connaturati con la cultura della Città di Assisi.
L’atteggiamento dell'Università di Perugia sta di fatto strozzando la struttura: negli ultimi tre anni l’emolumento pattuito è andato calando da 500.000 a 350.000 agli zero € di quest'anno. Chi ci rimetterà se non i 18 dipendenti del Cst?
Il non finanziamento da parte dell’Università di Perugia non può ricadere sulle spalle dei lavoratori del Centro Studi che hanno contribuito a far divenire la Facoltà di Economia del Turismo un riconosciuto polo d'eccellenza nazionale in campo turistico ed è ingiusto ed eticamente immorale che per altre strategie e per altri interessi, si voglia affossare lo stesso Centro Studi a favore evidentemente di altre facoltà, con lo sviluppo delle quali personaggi che si affacciano ambiziosamente alla politica possano trovare un punto di visibilità.
I lavoratori denunciano l’abbandono anche a livello personale da parte dell'Università di Perugia, che da mesi diserta le riunioni del Consiglio di Amministrazione.
La Facoltà di Economia del Turismo ha avuto 90 nuovi iscritti al primo anno ed ha un totale di circa 400 iscritti, quasi tutti fuori sede. E' una facoltà che gode di ottima salute.
Perché non si decide, ad esempio, di destinare il 20% delle quote che gli studenti pagano per risanare la situazione economica?
La facoltà di Economia del Turismo di Assisi deve il suo successo al costante passaparola che gli studenti ormai laureati fanno con i propri amici e conoscenti. Molti ragazzi si sono iscritti alla facoltà dopo le rassicurazioni avute da chi li ha preceduti, anche e soprattutto, sulle capacità del personale del Cst che hanno dato un valore aggiunto indiscusso alla Facoltà.
Nessuno può sminuire il loro ruolo e la loro importanza classificandoli come semplici operatori del turismo; nessuno, almeno che non voglia sminuirli solo per giustificare o minacciare di spostare la Facoltà stessa.
Non si capisce come mai si voglia abbandonare una struttura la cui utilità è palese anche perché se esiste la Facoltà di Economia è perché i presupposti sono stati messi in campo dal Cst.
Questa situazione avrà forti ricadute economiche anche sull’indotto assisano che da sempre ruota intorno ad una facoltà importante come questa.
Ognuno si prenda le sue responsabilità e si ponga con lo spirito di sistemare le cose, sia dal punto di vista dei livelli occupazionali, sia per un armonico sviluppo delle competenze in un campo così vitale dell’economia come lo è il turismo.
Ne va dell’interesse generale di Assisi.

giovedì 19 novembre 2009

NO B-DAY (OGNUNO HA IL SUO...)





Il prossimo 5 dicembre finalmente l’opposizione al governo Berlusconi si farà sentire, grazie anche al tam tam nato spontaneamente dalla Rete.
Sarà una manifestazione che vedrà rinascere il movimento antagonista a questa destra che sta danneggiando l’idea sociale del nostro Paese a colpi di maglio, scuotendo fin dalle fondamenta ogni pilastro del nostro welfare: il diritto all’istruzione, partendo dalla demolizione della scuola elementare con la reintroduzione del maestro unico e il licenziamento di migliaia di precari, distruggendo quello che era un fiore all’occhiello della cultura italiana e adesso si procede a passi svelti a alla riforma dell’Università.
Il ministro Brunetta, dal canto suo, sta terminando la sua cavalcata populista, demagogica e demonizzante di tutti i dipendenti del pubblico impiego, introducendo misure draconiane come se tutte le colpe dei mali italiani venissero dagli sprechi pubblici, e non anche e soprattutto dall'evasione fiscale.
Intanto il Paese è fermo perché il governo preferisce legiferare d’urgenza sulle beghe giudiziarie del presidente del consiglio, passando dall’incostituzionale lodo Alfano alla riforma del processo breve, un vero e proprio colpo di spugna senza precedenti nella storia repubblicana.
E cosa dire dello scudo fiscale? L'ennesimo regalo ai furbi e alla criminalità organizzata che come sempre godrà di questi provvedimenti mascherati da interesse generale dell'economia italiana.
La gente intanto perde il posto di lavoro, perde le certezze sociali, diviene sempre più inerme; sta avvenendo così l’americanizzazione del nostro Paese.
Alla finestra vi è la riforma delle pensioni, la privatizzazione della sanità ed è di queste ore la sconsiderata approvazione della legge sulla privatizzazione dei gestori delle acque.
Tutte sciagure annunciate.
È vero: stanno rivoltando questo Paese come un calzino e lo stanno consegnando a lupi affamati che si apprestano a sbranarlo senza pietà.
Invitiamo perciò tutti e tutte coloro che sentono questi problemi, a partecipare alla manifestazione che si terrà a Roma.
Oggi più che mai è importante manifestare la propria indignazione verso questa vera e propria emergenza democratica.
Come sempre il Pd nicchia, ma speriamo che il popolo elettore di questo partito voglia essere presente per dare un segnale netto di risveglio.
Ad Assisi, nel frattempo, la destra sembra ai ferri corti.
Ormai non solo noi dell’opposizione (alla cui critiche Ricci ha incredibilmente dichiarato di non voler più rispondere) ma anche la stampa locale evidenzia le spaccature profonde prodotte dal Podestà in eterno conflitto contro tutto e tutti per affermare la sua monarchia assoluta sulle terre della città serafica.
È di questi giorni la presunta dichiarazione del sindaco Ricci che non avrebbe intenzione di ricandidarsi come Sindaco della città ma che addirittura aspirerebbe al più alto scranno della Regione Umbria, forse tentato dalla possibile rimonta che il Pdl sta completando in questi ultimi anni nei confronti di un Pd sempre più confuso e in balia degli eventi.
Da parte nostra abbiamo deciso di cominciare un cammino che ci porterà alle elezioni del 2011 mettendo in primo piano le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori che in questi mesi stanno pagando, lo ripetiamo fino al parossismo, SENZA COLPA, la crisi neoliberista.

sabato 14 novembre 2009

UN NUOVO INIZIO...ANCHE AD ASSISI
































































Sabato 14 novembre nella bellissima Piazza del Comune di Assisi abbiamo predisposto il banchetto per la sensibilizzazione e la relativa Raccolta Firme sulla proposta di legge regionale per istituire il Salario Sociale per i disoccupati, per coloro che hanno perso il posto di lavoro e per i precariamente occupati.
Non avevamo dubbi che questo fosse un problema sentito. Infatti abbiamo riscontrato un interesse ed una attenzione notevoli. La cosa che più ci ha positivamente sorpresi è stato l’interesse che i giovani hanno dedicato all’argomento. Un reddito certo per chi sta subendo, senza colpa, gli effetti della crisi neoliberista è una questione che crea anche consenso politico.
Abbiamo ospitato con piacere rappresentanti rilevanti della Mongolfiera; hanno apposto la loro firma anche compagni della base del Pd. Tutto questo ci ha convinti che è necessario andare avanti con l’informazione e la raccolta firme; continueremo nei prossimi giorni sulle piazze delle frazioni di Assisi e a breve proveremo ad organizzare un’assemblea pubblica sul tema.
Un grazie di cuore a tutta la gente umbra e non che ci ha onorato della loro attenzione.
Molte persone di altre Regioni (Veneto, Campania, Lazio, Emilia Romagna) ci hanno detto che non appena la raccolta firme diverrà nazionale, firmeranno senza indugi.
Questa è la dimostrazione che quando gli argomenti che si affrontano sono sentiti e centrati si crea consenso, anche tra gente di estrazione politica differente.
Come sempre Rifondazione è in prima linea a favore dei bisogni e delle necessità della gente.
E si va avanti…



lunedì 9 novembre 2009

SABATO 14 NOVEMBRE DALLE 15 ALLE 19 PIAZZA DEL COMUNE AD ASSISI RACCOLTA FIRME PER IL REDDITO SOCIALE


Le politiche di Rifondazione Comunista come sempre sono rivolte alla tutela delle classi meno abbienti e da ciò è nata la battaglia sulla questione del salario sociale.
Stiamo elaborando una legge regionale che possa introdurre questo istituto di tutela per coloro che stanno subendo gli effetti più nefasti della crisi economica.
Per molti giovani, e non, l’unico ammortizzatore sociale è il sostentamento della famiglia. Ciò non è tollerabile in un paese civile.
Forme di salario sociale sono previste in tutta Europa come viene evidenziato da una ricerca di Arnstein AAssve un docente norvegese della SDA della Bocconi di Milano.
Da questo studio emerge che:

Regno Unito: Legge di riferimento Disposizioni generali sul reddito minimo, 1987 legge sul reddito sociale; amministrazione della previdenza sociale. Da 669 € per individui di 25 anni a 1834 € per coppie con 3 figli di 8-10 anni. Sanità, prescrizioni del Sistema Sanitario Nazionale gratuite, cure dentistiche gratuite, visite ed Esami Oculistici, riduzione del costo del trasporto ospedaliero, alloggio e riscaldamento (compresi alloggi ipotecari), affitto (può essere coperto dal sussidio), sostegno all’alloggio per disoccupati e lavoratori basso reddito (Non è accordata per chi ha un reddito superiore ai 22623 €). Indennità max 100% dell’affitto e costi delle utenze. Mensa scolastica gratuite, latte gratis per donne incinta, prestiti per situazioni critiche, aiuti per spese funerarie. Non è tassabile. Durata illimitata.

Svezia: Legge gennaio 2002. Da 374 € per single a 1305 € per coppie con 3 figli di 8-10-12 anni. I residenti hanno diritto al reddito sociale; assistenza sanitarie per la quasi totalità pagate; previsto per persone con ritardi mentali o autismi; per malati cerebrali permanenti; disturbi fisici e mentali non dovuti all’invecchiamento con bisogno di aiuto esterno con aiuto finanziario per coprire spese mediche; spese per alloggio adeguato; aiuti per spese per elettricità, assicurazione casa, spostamenti per e da lavoro, occhiali, iscrizione ad un sindacato e al fondo assicurativo per la disoccupazione. Durata illimitata fino al miglioramento delle condizioni economiche.

Germania: Legge del 1/1/2005 comprensivo di alloggio e riscaldamento da 668 € per single a 1859 € per coppie con 3 figli di 8-10-12 anni. Sanità: protezione completa in caso di malattia attraverso pagamento contributi assicurazione sanitaria o pagamento diretto della sanità; indennità per cieche civili; sussidio familiare per istruzione dei figli cumulabile con la Sozialhilfe; promozione della formazione professionale.

Olanda: Oltre al reddito di “sopravvivenza” esiste il Wik destinato agli artisti “per permettergli di avere tempo per fare altro” (600 € mensili).

Leggi simili in Lussemburgo, Norvegia, Austria, Belgio.

Sabato 14 novembre ad Assisi in Piazza del Comune dalle ore 15 alle ore 19 ci sarà un banchetto di Rifondazione Comunista di Assisi sull’argomento e una raccolta di firme affinché sia il Comune di Assisi che la Regione Umbria accolgano questa nostra iniziativa.
INTERVERRA' IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PRC STEFANO VINTI, PROMOTORE IN CONSIGLIO REGIONALE DELLA PROPOSTA DI LEGGE

giovedì 5 novembre 2009

Il presepe di Ricci: con o senza pastorelli?





Chi ha frequentato le scuole negli anni 70-80 sa che quasi mai il crocefisso era presente nelle aule scolastiche e ancor più raramente negli edifici pubblici in genere.
L’Italia era la stessa: aveva, e ha, una cultura cristiano-giudaica.
Nessuno mai, però, aveva sentito la necessità di ostentare una appartenenza religiosa, forse anche perché gli orientamenti religiosi sono da sempre una questione personale che si consuma nell’intimità delle proprie riflessioni.
Oggi, in tempi oscuri di guerre religiose, di nuove crociate, in tempi di massicce intrusioni della chiesa per abbattere la laicità dello stato, il crocefisso è divenuto, senza proprie colpe ovviamente, non più un segno di pace, ma indiscutibilmente un segno di guerra.
Per quanto ci riguarda bocciamo come ridicola la proposta del sindaco Ricci di mettere nei luoghi pubblici anche il presepe, sebbene sia una battuta che procede sulla falsa riga della provocazione. Crediamo che i sentimenti di solidarietà, di altruismo e di condivisione che dovrebbero appartenere alla cultura cattolica, ma che sicuramente appartengono a noi comunisti, dovrebbero essere non ostentati ma praticati ed è strano e stupefacente che delle questioni che riguardano di questi principi cristiani se ne faccia paladina la destra che per sua natura è antiegalitaria, escludente e che in Italia si distingue per l’accanimento con cui da la caccia ai migranti.
In paesi ben più civili del nostro, come la Francia, seppur di secolare tradizione cattolica, nessuno si sognerebbe di mettere in un luogo pubblico, e quindi per definizione di tutti, un simbolo che potesse escludere anche una minima parte della popolazione. Per questo motivo non è permesso ai fedeli mussulmani portare il chador o il burqa nelle scuole pubbliche francesi ad esempio.
Impraticabile la strada dell’esposizione di tutti i simboli religiosi e confessionali, tra l’altro non possibile in uno stato che si definisca pienamente laico, l’unica alternativa è la rimozione.
Il papa eletto dopo la morte di Woytila ha cambiato molto l’orientamento dei fedeli italiani dando una svolta integralista al Vaticano; la destra italiana segue solo questo canale ciecamente e senza senso critico.
Il sindaco Ricci (che pur di solito ha un atteggiamento mansueto) per essere coerente con l’idea francescana della città di Assisi e non solo con meri simboli, dovrebbe implementare una idea di accoglienza e di disponibilità verso chi ha bisogno, esattamente come faceva il santo poverello.
Potrebbe dare un primo segnale concreto abolendo la scandalosa norma antimendicanti per esempio.

martedì 27 ottobre 2009

I piccoli pastori leghisti




L’imbarbarimento della politica italiana sta portando la società civile ad accettare idee di matrice che non definiamo prettamente razziste ma quanto meno, (forse in un eccessivo impeto di buonismo) localistiche.
Anche ad Assisi qualcuno ha sentito il bisogno di porsi come punto di riferimento politico per la Lega Nord, passando in Consiglio Comunale, dal gruppo della Democrazia Cristiana (sic!) di Rotondi a quello del famigerato Carroccio.
Vorremmo sperare che tutto ciò sia solamente un banale quanto assurdo posizionamento politico e strategico e non sia conseguente ad una vera e propria ispirazione ideologica o una sorta di blasfema “folgorazione sulla strada di Damasco”.
La Lega nasce dal profondo nord del nostro Paese con un significato che ci inorridisce ma che si basa su condizioni economiche di chi ha avuto un forte sviluppo grazie anche alla vicinanza all’Europa che conta; essi, ispirati da un egoismo dettato dall’essere diventati il motore dell’economia italiana, hanno sentito la necessità di creare un movimento che teorizzasse la logica del “le cose di casa nostra ce le gestiamo da soli”.
Ma come si spiega la nascita di tale movimento in una Regione come quella Umbra, collocata in posizione mediana nei confronti dell’italico stivale, ed in particolare ad Assisi che ha la sua ricchezza e la sua attrattiva dal turismo a carattere religioso, turismo che attecchisce molto soprattutto nelle persone che vivono nel Meridione d’Italia?
Come si spiegherà ai visitatori che l’Umbria ha una nuova ispirazione leghista che pensa a dividere, che fa della laboriosità ma anche della fortuna un momento di divisione invece che di sviluppo per tutti?
Il consigliere comunale in questione perché si è deciso a compiere questo passo? In vista di cosa? Perché proprio ora? Ha agito anche sulla scorta dei buoni, ahinoi, risultati della Lega nelle ultime tornate elettorali?
Ed estendendo il discorso riallacciandoci a quest’ultima domanda, chi, ad Assisi e dintorni, spinge affinché la Lega abbia un buon risultato elettorale, dato che non risultano militanti sul nostro territorio comunale? A che serve, in quest’ottica la Lega Nord ad Assisi?
Giochi di potere sulle spalle della cittadinanza; chi li compie non si preoccupa di gettare ancora più onta sulla nostra martoriata città.

giovedì 22 ottobre 2009

Il piano per s..fasciare la Scuola Pubblica




Le annose questioni sui disagi e le gravi problematiche delle scuole assisane non sono altro che la ricaduta locale di un preciso disegno del governo centrale per la sistematica destrutturazione della scuola pubblica italiana.
Il piano che si attuerà con la riforma Gelmini è altro un modo per depotenziare la scuola e si basa in primis sulla demonizzazione dei dettami e i principi che finora hanno caratterizzato la scuola pubblica italiana, tacciata di eccessivo estremismo di sinistra.
Premesso che la Cultura non ha colore politico, vorremo ricordare ai novelli censori che essa è fatta da chi ha gli strumenti per poter incidere fattivamente sulla stessa.
Le mosse del Ministro all’Istruzione, sicuramente non farina del suo sacco, fanno la sponda al trionfante ingresso, nel mondo dell’istruzione, dei privati, dipinti come salvatori della patria, per far si che la si salvi da quello che vogliono far passare per uno sfacelo totale.
Ma non è così.
Introdurre elementi di privatizzazione nella scuola pubblica, favorendo le scuole cattoliche e altre amenità simili, porterebbe solamente ad un’istruzione d’èlite, accessibile solo a chi ha i mezzi per permettersela, relegando i meno abbienti alle scuole professionali, nella migliore delle ipotesi.
Tagliare fondi alle scuole, inoltre, come sta facendo sistematicamente il Ministro Gelmini, inciderà anche sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici già tragicamente fatiscenti e soggetti a crolli non appena ci sia un evento naturale catastrofico (vedi S.Giuliano di Puglia).
Invece di investire sul sapere il governo fascistoide di Berlusconi taglia fondi, accorpa classi, licenzia docenti e personale Ata, facendo ricadere i danni della crisi economica sui lavoratori, evidentemente facili bersagli, invece di eliminare i veri sprechi, creando una situazione a dire poco critica.
E poi Tremonti parla di posto fisso! Che incredibile faccia tosta da parte di un eminente esponente del governo che fa del neoliberismo sfruttatore il proprio faro guida!
Inutili le boutade del ministro Brunetta sulla falsa riga del vecchio gioco “poliziotto buono – poliziotto cattivo”.
Quello del Ministro dell’economia non è altro che un maldestro tentativo di indirizzare la politica italiana verso un compiuto populismo omnicomprensivo in cui non si distinguano bene i contorni fra opposizione e maggioranza, in modo da poter governare in secula secolorum.
Ma il gioco è stato smascherato.

giovedì 15 ottobre 2009

Sugli spostamenti degli impiegati c'è poco da ridere




Negli uffici della Colussi, situati a Torgiano, da qualche mese gira uno spettro, quello dello spostamento di alcune sue "parti" nella grande Milano. Ora questo spettro ha preso consistenza per 31 "unita’", una volta volgarmente chiamate persone, e per esorcizzarlo l'azienda ha posto in cambio 400 € lorde per 12 mesi, un anticipo del 70% del loro t.f.r. e ben otto giorni di albergo per trovare una nuova magione, che equivarrebbero a due settimane secondo le alte dirigenze, visto e considerato che il venerdì i neo-milanesi tornerebbero nella regione natia per raccontare ai propri cari, ivi rimasti, la bellezza di come si vive nella Milano da bere.
Nonostante alcuni anni fa la direzione aziendale aveva garantito che il centro direzionale di tutto il gruppo, ben 7 siti in Italia, sarebbe rimasto in Umbria, ora applicando la massima partenopea "scurdammoce 'o passato" si propone un cambio di verde, dal verde vegetazione tipico dell' Umbria a quello leghista tipico "lumbard".
Il tutto avviene sfatando un mito provinciale, quello che a Milano la vita costa di più che da noi, in vero costa meno ed in più potranno usufruire dei mille vantaggi di quella città, aria buona a targhe alterne, andare a vedere "La Traviata" alla Scala a prezzi modici, comprare abiti griffati all'outlet "via monte Napoleone" e tanti altri surplus che riempIono la vita di gioia, non contando che potranno usufruire fino a Firenze per il ritorno alla lontana casa natia, del nuovissimo treno "Freccia rossa", che pur avendo il Bolscevico colore è una sintesi di efficIenza, progresso e velocità, a prezzi leggermente rialzati per un Eurostar ridipinto.
Gli impiegati ritenendo scarsa la controfferta, dopo anni di impermeabilità ad ogni forma di lotta, hanno deciso di scioperare riuscendoci con un ampia adesione, chiedendo un tavolo di trattative in cui discutere con azienda, sindacati e politici locali, per cercare di rimediare o mediare il tutto.
Sfortuna vuole che essendo passato il cosiddetto "Scudo fiscale" gran parte dei capitali che rientreranno verranno reinvestiti nel settore immobiliare, facendo lievitare ulteriormente i prezzi di case ed affitti, non facilitando certo la vita dei migranti Umbri.
Se Sparta piange Atene non ride, quindi anche per gli impiegati rimasti e per gli operai dello stabilimento di Petrignano d'Assisi cominciano a sorgere dubbi sul futuro del gruppo, forse sarà il caso di ricompattare le file? Per questo Rifondazione Comunista d'Assisi è con i lavoratori della Colussi e appoggia e appoggerà ogni loro forma di lotta.
Moreno Sdringola
Responsabile lavoro Prc Assisi

martedì 13 ottobre 2009

Il Reddito Sociale un atto di civiltà


Il PRC continua la sua battaglia per cercare di affrontare i danni che la crisi capitalistica ha prodotto nei confronti dei lavoratori.
Noi proponiamo di istituire il salario sociale per disoccupati e inoccupati, una misura tutt'altro che rivoluzionaria che trae le sue radici dalla cultura socialdemocratica e non solo, (Paesi come il Regno Unito e la Germania lo praticano da molto tempo) per poter avere una minima certezza di sopravvivenza economica in questa società sempre più allo sbando.
Tutto questo a dimostrazione dell'impegno e dell'attenzione che il Prc pone nei confronti di chi vive pesantemente le difficoltà di questi anni bui, sulla falsa riga di un impegno continuo e assiduo che indiscutibilmente ci ha sempre visti in prima linea, nonchè della nostra disponibilità, mai venuta meno, anche se non abbiamo rappresentati in Consiglio Comunale, di collaborare con le forze democratiche per sviluppare un'idea progressista e per provare a disarcionare l'amministrazione di destra della nostra città.
Siamo convinti della bontà e della necessità di questo progetto e per questo come sempre nel nostro territorio chiediamo l'aiuto e la disponibilità di quella parte della minoranza elette nel consesso comunale.

Proponiamo ai rappresentanti del centro sinistra di metterla all'ordine del giorno con iter prioritario.

ORDINE DEL GIORNO

avente per oggetto: “Disposizioni urgenti del Consiglio Comunale in sostegno alla Proposta di Legge Regionale recante: Istituzione del reddito sociale - Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati”

Premesso

che il sistema del lavoro negli ultimi decenni ha subito profonde modificazioni e trasformazioni, che ne hanno cambiato radicalmente caratteristiche ed aspetto;
che il lavoro a tempo pieno e per tutta la vita è stato fortemente messo in discussione da una radicale trasformazione delle forme della produzione e di regolazione dei rapporti tra impresa e lavoro, dalla decentralizzazione della produzione e dalla flessibilità della prestazione;
che il lavoro fisso è oggi sempre meno una possibilità reale, anzi la condizione più diffusa è quella dell'incertezza e della precarietà del lavoro e della vita
che il nuovo sistema del lavoro basato sulla flessibilità ha esteso e poi generalizzato le forme di lavoro a termine, stagionale o d'inserimento che in precedenza erano circostanziate nel tempo e relative solamente ad alcune tipologie di produzione;
che dette forme di lavoro si presentavano come fase transitoria della vita lavorativa, una sorta di periodo di apprendistato circoscritto nel tempo prima di entrare nel mondo del lavoro a tempo indeterminato;
che oggi, al contrario, la temporaneità della prestazione è stata esportata da settori specifici a tutta la produzione industriale e dei servizi;
che la flessibilità si è imposta come modello di riferimento generale per tutto il mondo del lavoro e, con essa, la precarietà si è progressivamente generalizzata, coinvolgendo vasti segmenti produttivi e strati sempre più larghi di lavoratori;
che secondo ricerche condotto dal CNEL e dall'ISFOL nel periodo 1991/97 la possibilità di un giovane di trovare lavoro a tempo indeterminato era attorno al 40%, tra il 1988 e il 2003 è scesa al 25 %, oggi addirittura al 18%;
che il lavoratore flessibile ha visto aumentare l'incertezza per il futuro, vivendo una condizione di precarietà di vita perchè si è trovato privo di qualsiasi protezione sociale, in quanto all'introduzione della flessibilità del lavoro e alla liberalizzazione del rapporto tra impresa e lavoratori, non ha corrisposto un analogo adeguamento del sistema delle tutele e delle garanzie che sono invece rimaste centrate sul vecchio modello di rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
che il lavoro flessibile assume sempre più le caratteristiche di un lavoro individualizzato, dove il lavoratore è solo nel suo rapporto con l'impresa e con un sistema di tutele e di garanzie sempre più ristretto;
che il lavoratore flessibile non solo si trova in una condizione di minori tutele e garanzie, ma la precarietà del rapporto di lavoro, il continuo passaggio da periodi di occupazione a periodi di disoccupazione, lo porta ad essere un soggetto fortemente esposto al rischio povertà;
che lo stesso sistema di ammortizzatori sociali è sostanzialmente centrato sulla Cassa Integrazione, che riguarda una quota molto bassa del totale degli occupati al cospetto di crisi aziendali e dal quale sono esclusi i lavoratori delle piccole imprese e della maggior parte delle aziende di servizi;
che ancora peggiore si presenta la situazione per i giovani fino a 25 anni, che in Italia solo in misura dello 0,65% sono interessati da azioni di sostegno al reddito, rispetto al 57,5% dell'Inghilterra, al 53% della Danimarca, al 51% del Belgio, solo per dirne alcune;
che al tempo stesso, il protrarsi della crisi acuirà quelli che sono i nodi strutturali che da tempo interessano il mercato del lavoro regionale, primo fra tutti i forti livelli di precarizzazione dell'occupazione, che ogni anno interessano almeno 50.000 occupati;
che dall'inizio di quest'anno anche l'Umbria è chiamata a fare i conti con la crisi le cui ripercussioni sono pesanti, anche perchè la crisi coglie l'Umbria in una fase delicata di cambio di marcia, in cui si stanno esaurendo le spinte propulsive che hanno caratterizzato il recente passato - la fine del ciclo di ricostruzione post-sisma e una diversa ripartizione dei fondi comunitari- e si avvicina una fase di riallineamento economico-finanziario imposto dall'imminente avvento del federalismo fiscale;
che i dati sulla cassa integrazione, in modo particolare, ci parlano di un mondo del lavoro in sofferenza con la concreta attualità di un aumento del numero delle famiglie che si collocano nell'area della povertà o nelle immediate vicinanze della soglia di povertà;
che tra gli effetti più devastanti della crisi c'è anche un dato difficilmente quantificabile, ma più che mai reale e preoccupante, relativo all'impatto che produce sul mondo del lavoro atipico e precario, quello che interessa le giovani generazioni, gran parte della manodopera femminile e molto del primo impiego. Sono moltissimi infatti i contratti a termine che non vengono rinnovati per il calo della produzione e del fatturato delle imprese, così come sono molti i lavoratori interinali che restano a casa. Tutti lavoratori che restano esclusi da qualsiasi garanzia e dagli ammortizzatori sociali;
che la crisi non fa dunque che accelerare, anzi radicalizzare, il disagio economico di centinaia di persone anche nel nostro comune e rimanda alla necessità di interventi massicci di politiche pubbliche, di interventi sociali e di redistribuzione delle risorse economiche verso quella parte del mondo del lavoro, e non solo, maggiormente esposta ai contraccolpi di questa;
che l'attuale crisi impone di intervenire con urgenza, a maggior ragione nel nostro Paese che, assieme alla Grecia è l'unico Paese dell'UE privo di forme generalizzate, ordinarie o straordinarie, di sostegno al reddito;

Premesso altresì:

che con il presente disegno di legge si avanza una proposta di istituzione di una misura di reddito sociale, inteso come strumento per assicurare a tutti coloro che sono in cerca di lavoro o hanno perso il lavoro un reddito minimo garantito da erogarsi in forma diretta (monetaria) ma anche indiretta (beni e servizi);
che la principale caratteristica dell'intervento proposto è quella di intervenire non solo sulle emergenze sociali e sulla povertà, ma proprio in forza del mix di strumenti proposti, di incidere affinché non si giunga alla gestione dell'emergenza e del disagio nel momento più difficile per una persona: un intervento, cioè, che si caratterizza non come misura di ultima istanza, ma intervenga, fin dall'avvio delle problematiche, quando il rischio si paventa;

Considerato

che il disegno di legge proposto prevede che per ottenere i benefici individuati è necessaria: la residenza nella regione da almeno 24 mesi al momento della presentazione della domanda; l'iscrizione nelle liste di collocamento dei Centri per l'impiego; un reddito personale imponibile non superiore a 8.000 euro nell'anno precedente; il non aver maturato i requisiti per il trattamento pensionistico;
che per le finalità previste dalla proposta di Legge deve essere istituito un apposito "Fondo regionale per il reddito sociale" con uno stanziamento annuo pari a 4 milioni di euro, i cui oneri saranno coperti mediante una riduzione di pari importo del Fondo Unico regionale per le attività produttive industriali;
che oltre all'erogazione di una somma di denaro non superiore ai 7.000 euro l'anno, la proposta di legge prevede di attribuire ai Comuni e alle Province la facoltà di erogare una serie di prestazioni indirette volte a garantire la circolazione a tariffa ridotta dei mezzi pubblici locali e la gratuità dei libri di testo scolastici, a favorire la fruizione di attività e di servizi a carattere culturale, ricreativo o sportivo e a contribuire al pagamento delle forniture di servizi pubblici, così come sempre gli enti locali, nell'ambito delle risorse disponibili, potranno prevedere l'erogazione di contributi per ridurre il canone di locazione;

Considerato altresì

che è in discussione presso la III Commissione del Consiglio Regionale dell'Umbria la sopra esposta proposta di Legge Regionale volta alla Istituzione del reddito sociale quale forma di sostegno al reddito per disoccupati, inoccupati o precariamente occupati;
che la stessa Commissione ha previsto una audizione pubblica sul tema per il 9 ottobre, presso la Sala partecipazione del Consiglio Regionale, aperta al contributo di tutti gli Enti, pubblici e privati, e di tutti i cittadini, singoli o associati;

Vista

la necessità anche per questo Comune di intervenire in fase di sostegno e/o partecipazione considerate le facoltà per esso previste dalla Proposta di Legge di intervenire ulteriormente ad integrazione delle misure per il reddito sociale;

Il Consiglio Comunale di

sostiene con decisione la Proposta di Legge recante "Istituzione del reddito sociale - Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati e precariamente occupati" attualmente in discussione presso la III Commissione consiliare permanente della Regione dell'Umbria;
impegna il Sindaco e la Giunta comunale a sostenere presso tutte le sedi deputate detta Proposta di Legge, proponendo anche, se del caso, proposte migliorative in fase di partecipazione;
impegna il Sindaco o suo delegato alle Politiche sociali a partecipare a tutti gli incontri che saranno previsti e posti nel calendario regionale delle iniziative di partecipazione;
impegna, altresì, il Sindaco o suo delegato alle Politiche sociali a partecipare la suddetta eventuale volontà in sede di Conferenza degli Assessori del Piano di Zona;
invita, infine, a trasmettere copia di questo Ordine del Giorno, qualora venga accolto da questo Consiglio comunale, al Presidente del Consiglio Regionale dell'Umbria, al Presidente della Giunta Regionale, al Presidente della III Commissione consiliare permanente della Regione Umbria.

martedì 6 ottobre 2009

ATTIVO (E MAI DOMI...) DEI CIRCOLI PRC ASSISI E BASTIA UMBRA


Si è tenuto ieri sera 5 ottobre dalle ore 21,00 presso il Circolo del Partito della Rifondazione Comunista di Bastia Umbra un partecipato attivo degli iscritti e dei simpatizzanti dei Circoli del Prc di Assisi e Bastia Umbra alla presenza del Segretario Provinciale Enrico Flamini e degli organi direttivi dei due circoli menzionati.
La discussione, appassionata e convinta dei militanti, ha abbracciato vari argomenti.
Le importantissime questioni nazionali e internazionali vertenti la gravosa crisi economica conseguente all’operato della stolta finanza capitalistica che come sempre ha penalizzato i lavoratori, che non ne sono stati la causa e che comunque, per una logica perversa, ne pagano le conseguenze. Il Prc, proprio per questo, sta promovendo a livello regionale varie iniziative fra cui spicca quella dell’ istituzione del Reddito Sociale a favore di disoccupati, inoccupati e precariamente occupati, atta ad aiutare concretamente queste categorie di cittadini; nei comuni dove è rappresentato il Prc ha presentato ordini del giorno per far in modo che questo provvedimento possa essere conosciuto e, nei limiti dalle disponibilità economiche degli stessi comuni, applicato.
Altre iniziative di qui a breve riguarderanno l’applicazione della legge regionale che istituisce la convenzione odontoiatrica che permetterà ai cittadini di usufruire dei servizi dentistici abbattendo i costi del 50-70%, e anche per questo il Partito si attiverà affinché i presidi odontoiatrici funzioni.
Altro argomento affrontato è stato quello dei beni comuni ed in particolare dell’acqua, bene essenziale, di cui i costi di gestione sono divenuti insostenibili. Rifondazione ha riportato proprio in queste ore una significativo risultato nel momento in cui i sindaci dei comuni dell’Ato 1 hanno pubblicamente dichiarato di essere contrari al deposito cauzionale per Umbracque.
Il Prc, inoltre, in questi giorni sta concretizzando la costituzione della Federazione di Sinistra Alternativa e Anticapitalista con il PdCI e Socialismo 2000 di Cesare Salvi e aperta a tutte le altre forze democratiche, alle associazioni del panorama politico italiano ed ai singoli cittadini che vogliano farne parte.
Dagli interventi sono state sollevate anche gravi questioni locali come la crisi occupazionale dell’azienda Susta, i problemi ambientali legati al depuratore di Bettona, la crisi del Cst di Assisi e della Scuola per Sordomuti, nonché le polemiche innescate da una manifestazione d’èlite come Assisi Endurance.
La partecipazione di tanti e giovani fa ben sperare per il futuro di Rifondazione Comunista e della Sinistra di Alternativa, un movimento politico di cui l’Italia, oggi più che mai, ha bisogno, viste le nefaste politiche antipopolari e a favore dei ricchi messe in campo dal peggior governo della storia repubblicana (diremmo degli ultimi 150 anni).
Da questo momento in poi è aperta la creazione di una aggregazione di tutti coloro che a sinistra hanno a cuore le questioni del lavoro, della redistribuzione del reddito e di tutti gli argomenti che sono riconducili ad una idea democratica e di sinistra.

venerdì 25 settembre 2009


Riteniamo di dover presentare una proposta di ordine del giorno al Consiglio di Assisi sulla proposta di legge per l’allargamento della soglia di sbarramento al 4% anche per le elezioni regionali, provinciali e comunali in quanto ci preoccupa il fatto che questa legge, se approvata, potrebbe portare ad una deriva antidemocratica che favorirebbe solamente i due maggiori partiti italiani.
Ci duole constatare che questa proposta continua nella strategia, voluta anche dal Pd in accordo con il Pdl, che cerca di manipolarne l’elettorato italiano facendogli credere alla bufala del cosiddetto voto utile.
Il vero voto utile è quello espresso da ognuno di noi in modo libero e consapevole.
Con questo ennesimo atto cerchiamo inoltre di far comprendere all’opposizione assisana il nostro spirito di collaborazione con idee e fatti precisi in modo che nessuno possa affermare che ci sia mancanza da parte nostra di progettualità.

ORDINE DEL GIORNO

avente per oggetto: “Contro lo sbarramento al 4% nelle elezioni regionali, provinciali e comunali”

CONSIDERATO

Che la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati ha avviato l’esame della proposta di legge n. 2669 avente ad oggetto le modifiche alla legge 2004 n. 165 e norme transitorie per le elezioni dei consigli regionali e dei presidenti delle giunte regionali da tenersi nell’anno 2010, nonché le modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267;

VALUTATO

Che la proposta di legge A. C. 2669 contiene l’introduzione di una soglia di sbarramento pari al 4% per l’attribuzione dei seggi nei consigli regionali, provinciali e comunali, indipendentemente dall’appartenenza ad una coalizione;

Che imporre una soglia minima di accesso come principio fondamentale del sistema di elezione dei consigli regionali interferisce pesantemente con l’autonomia che l’art. 122 della Costituzione assegna alle regioni;

Che l’introduzione di un medesimo sbarramento alle elezioni europee ha già determinato l’esclusione dalla rappresentanza parlamentare in Europa per milioni di italiani, pari al 13% degli elettori;

RITENUTO

Che la proposta di legge A. C. 2669 non giova affatto alla stabilità delle giunte in quanto le attuali leggi elettorali assicurano tutte consistenti premi di maggioranza che non consentono alle forze politiche minori di determinare la caduta degli esecutivi, ne sia prova il fatto che negli ultimi 5 anni nessuna giunta regionale è stata sfiduciata;

Che lo sbarramento al 4%, come per le elezioni europee, intacca il pluralismo democratico e limita la rappresentanza di milioni di italiani che non si riconoscono nelle attuali forze politiche presenti in Parlamento;

Che la medesima soglia elettorale per i Comuni e le Province non tiene affatto conto della diversità di funzioni tra lo Stato e gli Enti locali e che l’autonomia delle istituzioni locali deve esplicarsi attraverso la rappresentanza in consiglio di ciascuna minoranza presente sui territori;

Che in tal modo viene annullato il confronto in atto per la definizione del nuovo codice delle autonomie col paradosso di restringere la rappresentanza democratica nei comuni e nelle province senza aver deciso quale sia il ruolo fondamentale di tali enti nell’ambito del provvedimento sul federalismo;

Che la proposta di legge risulta ipocrita nel momento in cui, per le regioni, cancella dal diritto alla rappresentanza milioni di elettori, riconoscendo tuttavia agli stessi la possibilità di essere conteggiati nel calcolo delle preferenze ai “governatori”;

Che la proposta è del tutto funzionale al rafforzamento degli esecutivi e degli assetti presidenzialistici ed a ridimensionare ancor più il ruolo delle assemblee elettive;

IL CONSIGLIO COMUNALE DI ASSISI

CHIEDE

Che la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati respinga la proposta di legge n. 2669;

DISPONE

L’invio del presente Ordine del giorno approvato ai Capigruppo delle forze politiche in Parlamento, ai componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, ai Presidenti ANCI ed UPI, al Presidente della Conferenza delle Regioni.

lunedì 21 settembre 2009

Dàgli al diverso




Non finirà mai di stupirci la barbarie espressa dalla destra!
In particolare da quella assisana.
Questa da sempre si distingue per l’ assurdità delle sue proposte e per il rifiuto della diversità e nei confronti degli emarginati.
Al contempo noi non perderemo mai l’occasione di censurare la loro ferocia.
Martelli ha rilasciato una dichiarazione ai giornali nella quale chiede all’amministrazione comunale, sulla scorta anche dell’ordinanza anti-mendicanti che ha reso tristemente famosa Assisi, di fare di più contro i venditori abusivi, rei di essere troppo insistenti nel chiedere alla cittadinanza di poter vendere qualcosa.
Nel suo comunicato è persino capace di inserire un pizzico di pietismo, definendoli “poveri disgraziati sfruttati da organizzazioni criminali” e una notevole botta al sindaco Ricci, dicendo che ha “perso lo smalto di una volta”, tradendo però la sua natura intollerante nel momento in cui li definisce testualmente “vù cumprà”.
Ci sembra quantomeno limitato, per usare un eufemismo, utilizzare un tema tanto delicato quanto populista, per attaccare Ricci e segnare il territorio per le future battaglie e lotte intestine al Pdl.
Martelli punta a stimolare nella cittadinanza la questione della turbativa della sua tranquillità come se questa davvero potesse essere messa in pericolo da questa gente a cui il magnanimo Martelli non permette nemmeno di sopravvivere.
Oltre ad istigare l’opinione pubblica e l’amministrazione comunale, già molto “ben” schierata nei confronti della diversità, cosa propone Martelli?
Vuole trasformare Assisi da città della Pace a un ricettacolo intollerante e accessibile solo a chi ha denaro a fiumi da spendere?
Vuole che Assisi sia una città nostalgica di un passato fortunatamente tramontato e che noi ci auguriamo (e lotteremo sempre affinché) non torni più?
Martelli cavalca il clima di intolleranza che sta infettando l’intera Penisola.
Aggressioni omofoniche tutti i giorni, respingimenti di migranti dalle nostre coste, anche oggi la notizia di un’uccisione di un lavavetri a Roma.

Le divisioni e le diversità devono venire fuori da questi argomenti e non dalla spartizione del potere. Perché di questo si tratta nella lotta nel centro destra di Assisi.
Purtroppo per Assisi pensiamo che alla fine tutto si ricomporrà perché quando si parla di potere un accordo lo si trova, basta che ci sia abbastanza cibo per tutti nella greppia.

lunedì 14 settembre 2009

Una rimozione che piace ai picciotti




Intendiamo esprimere il nostro estremo disappunto per la rimozione della targa intitolata a Giuseppe Impastato detto Peppino, a cui, tra l'altro è dedicato il nostro Circolo del Partito della Rifondazione Comunista, dalla biblioteca del comune di Ponteranica in provincia di Bergamo.
Peppino è stato un eroe e un martire anti-mafia, universalmente riconosciuto al di là del colore politico.
E' una vergogna cancellare la memoria di cotanto sacrificio per il bene di tutti noi, compresa la gente del nord.
Non capiamo assolutamente come mai ciò deve essere fatto a discapito di un personaggio limpido come Peppino; l'unica spiegazione che ci diamo la ritroviamo in un anticomunismo cieco e antistorico, ad un approccio totalmente ideologico e privo di umanità.
Assisi è una città internazionalmente riconosciuta come capitale di alti valori etici e civili, intitolare un luogo o una via a Impastato darebbe ulteriore lustro e dimostrerebbe che anche un comune di destra sa apprezzare le persone di valore
Per tanto:

Al sindaco di Assisi Claudio Ricci

OGGETTO: INTESTAZIONE DI UN BENE E/O UNA STRADA ALLA MEMORIA DI PEPPINO IMPASTATO

Alla luce della rimozione della targa dedicata a Peppino Impastato dalla biblioteca di Ponteranica (BG) che ha suscitato l’indignazione di tutto il popolo italiano, riteniamo che sia doveroso dedicare qui ad Assisi una strada e/o un bene alla memoria di questo eroe siciliano, ucciso barbaramente dalla mafia il 9 maggio 1978.
In risposta al vile atto del sindaco leghista, in ottemperanza alla pratica già evasa dall’ex commissario straordinario Saverio Bonura.
CHIEDIAMO
alla S.V. di procedere all’intestazione di un bene e/o di una strada alla memoria di Peppino Impastato.
A chiederlo non sono soltanto il Partito della Rifondazione Comunista di Assisi, ma l’intero popolo italiano.
Certi che non nutrirà alcuna esitazione nel portare a termine questa pratica in tempi strettissimi, le porgiamo distinti saluti.

PRC Assisi Circolo “Peppino Impastato”
Chiediamo alla minoranza in Comune di Assisi di farsi carico di questa istanza di civiltà.

venerdì 11 settembre 2009

Vietato tagliare


Rifondazione Comunista di Assisi cerca di rilanciare i temi che da sempre sono stati oggetto delle nostre battaglie politiche e che purtroppo in questi mesi sono più attuali e stringenti che mai.
La Scuola Pubblica sta subendo un attacco violento che sa di soluzione finale; ormai i dati si stanno ufficializzando e nemmeno i burocrati del Ministero potranno più smentirli.
Come per gli altri settori del mondo economico italiano, la precarietà è ufficialmente diventata la regola e non più l'eccezione del lavoro.
Giovani laureati e da anni incerti sul lavoro futuro da questo mese avranno "finalmente" la certezza che non lavoreranno più.
Nella sola nostra Regione più di 600 licenziamenti tra docenti e personale ATA per non menzionare gli accorpamenti delle classi con un relativo e naturale peggioramento dell'insegnamento e apprendimento dei nostri figli.
Si taglia con la scure in un settore evidentemente non ritenuto vitale e anzi di ostacolo allo sviluppo delle scuole private.
Questo ordine del giorno è già stato presentato in Consiglio Provinciale e in molti Comuni della Regione.
Pensiamo sia utile presentarlo anche ad Assisi, con la necessaria collaborazione, pensiamo anche dovuta vista l'importanza del tema, da parte della minoranza in Consiglio.
In nome non solo della Scuola Pubblica ma anche di quell'unità delle forze democratiche e progressiste che ad Assisi hanno più che mai necessità di collaborare.

“Difesa del sistema pubblico dell’istruzione contro i provvedimenti del Ministro Gelmini”

PREMESSO

CHE i provvedimenti e i tagli del ministro Gelmini rappresentano un attacco grave ed inaccettabile al sistema pubblico dell’istruzione e all’occupazione;

CHE lo smantellamento del sistema pubblico dell’istruzione nazionale perseguito scientemente dal governo va a ledere uno dei principi fondamentali della nostra costituzione, favorendo i privati e il ritorno ad una scuola classista;

RILEVATO

CHE il ministro Gelmini è riuscito in piena estate a determinare il più grande licenziamento di massa nella storia del nostro Paese che in tre anni riguarderà 150.000 precari;

CHE in Umbria 571 insegnanti e 221 lavoratori amministrativi e tecnico ausiliari perderanno il posto di lavoro a causa dei tagli previsti dal governo, con pesantissime ricadute sul fronte della riduzione del numero delle classi, sulla cancellazione di alcuni indirizzi di studio, sulle attività di integrazione dei bambini con handicap, sul tempo pieno fortemente ridimensionato, il tutto mentre nella nostra regione è previsto per l’anno 2009/2010 un incremento della popolazione scolastica di circa 2.000 unità;

CONSIDERATO

CHE i risultati concreti dei tagli voluti dal Ministro sono dunque i licenziamenti, la fine di un sistema nazionale d'istruzione, la messa in discussione del diritto all'apprendimento di qualità per tutti ;

RITENUTO

CHE le istituzioni locali debbano difendere l'occupazione, il sistema d'istruzione pubblico e i valori fondamentali della nostra carta costituzionale;

SI IMPEGNA IL SINDACO

- a sollecitare la Regione dell’Umbria affinchè questa questione diventi centrale nell’agenda politica del Presidente della Giunta Regionale.
- ad intervenire presso il Governo e il Parlamento chiedendo la riconferma di tutti gli insegnanti precari che nel 2008 hanno avuto una cattedra assegnata in via temporale annuale e la stabilizzazione per decreto di tutti i precari del mondo della scuola.

martedì 8 settembre 2009

Riccisconi


Il nostro Circolo, forte di una ispirazione garantista, che ha caratterizzato sempre la storia del nostro Partito, aveva richiamato, dalle colonne di questo Blog, ad un atteggiamento più accorto e di estrema fiducia nell'operato della Magistratura.
Sembra che il nostro invito alla moderazione verso la minoranza fosse ben calibrato.
Sempre noi avevamo posto, di contro, l'attenzione sulla capacità di non informare ed anzi di girare le notizie promodo loro, da parte dell'amministrazione comunale di Assisi.
Caratteristica di questa destra sia assisana che romana, è quella di mistificare la realtà, in modo che tutto possa essere utile al proprio tornaconto.
Nel manifestare coerentemente la nostra solidarietà alla Mongolfiera e a tutta l'Opposizione in Comune di Assisi per quello che sembra effettivamente un tentativo di imbavagliamento attraverso la minaccia di ricorrere alla Magistratura, non possiamo non notare come le somiglianze fra Ricci e Berlusconi siano sempre più evidenti (magari Ricci lo prende come un complimento ndA....).
Crediamo altresì che questo procedere a ranghi sparsi sulle questioni comunali sia un danno per la Politica.
Noi di Rifondazione Comunista purtoppo non siamo rappresentati da un Consigliere Comunale che avrebbe sicuramente dichiarato la nostra contrarietà ad ogni tipo di Puc 1 o 2, e per quanto ci riguarda siamo ben felici della bocciatura di quello numero due da parte della Regione Umbria.
Crediamo, se esiste la volontà e se questa non sia solo riferita alle prossime elezioni amministrative, che si debba procedere possibilmente all'unisono, e dopo aver discusso insieme le questioni e le decisioni che riguardano la Cosa Pubblica.
Ciò non è mai stato fatto; noi non siamo mai stati interpellati.
Ultimamente avevamo proposto un Ordine del Giorno, sempre sul nostro Blog e anche su quello della Mongolfiera, che riguardava i problemi dei costi dell'acqua; avremmo da proporne altri ma ci sembra, se l'atteggiamento è questo, di fare un buco nell'acqua.
Un altro problema forte è l'attacco alle specificità culturali del nostro Paese, la Scuola: tale attacco si aggira e penalizzerà non solo il corpo insegnanti ma anche l'Istruzione dei nostri giovani.
La Scuola era caratterizzata pesantemente della precarietà; con l'ultima direttiva Gelmini si caratterizzerà per la disoccupazione, infatti un gran numero di precari invece di essere stabilizzati, diventeranno disoccupati.
Tutti questi ci sembrano problemi vivi e reali, vorremmo discutere di questo, vorremmo mettere in un angolo la destra su queste cose che hanno un valenza sia per il benessere di chi lavora, che per i ritorni culturali che esse avrebbero e che misurano il grado di civiltà di un paese.
Noi siamo un piccolo partito, grazie anche al Pd, ma abbiamo idee, volontà, valori per cambiare questa politica becera ed insulsa, che la destra ci propina e che nessuno sembra voler contrastare.
Rivolgiamo un appello chiaro, forte ed inequivocabile alla minoranza, la Politica non diviene centrale ed importante solamente in prossimità degli appuntamenti elettorali, essa è il pane di tutti i giorni, quando si smette di fare politica qualcuno che dispone di mezzi maggiori dei nostri (giornali, televisioni, faccia tosta) la fa per noi.
A proposito di informazione e cultura, quanti dei nostri giovani (ma anche adulti) sanno che oggi ricorre l'anniversario dell'Armistizio con gli Alleati, data simbolica perchè rappresenta l'inizio della fine della orrenda dittatura fascista?
Potremmo indicare questa giornata come l'inizio della fine di questa destra razzista, incolta, che fa del qualunquismo la propria forza?

giovedì 3 settembre 2009

Deposito cauzionale di Umbra Acque: un'azione vessatoria nei confronti delle fasce più deboli della società



Rifondazione comunista di Assisi ritiene che l'ultima iniziativa assunta da parte di Umbra Acque, rispetto al pagamento di un deposito cauzionale pari a 100 mc d'acqua (circa 75 euro) per gli utenti che non attivino il pagamento della bolletta tramite conto corrente, rappresenti un'azione sbagliata e finalizzata solo a fare cassa.
Proprio perché riteniamo insostituibile la presenza di una società pubblica nella gestione dell'acqua, valutiamo in maniera fortemente negativa una misura vessatoria che rischia di ricadere sulle fasce più deboli della società, persone anziane, precari, disoccupati, più in generale su quanti non sono grado di aprire e mantenere un conto corrente. Inoltre, non solo non viene riconosciuta ai cittadini la possibilità di scegliere la modalità di pagamento più adeguata alle proprie esigenze, ma di fatto vengono modificate in modo del tutto unilaterale sul piano contrattuale le condizioni del pagamento del servizio.
Esprimiamo la nostra contrarietà a tale iniziativa ed invitiamo Umbra Acque a non procedere all'applicazione in bolletta del deposito cauzionale.

Chiediamo all’opposizione in Consiglio Comunale ad Assisi di acquisirla e presentarla al consesso assisano, cercando di farla approvare.
Riteniamo sia molto importante riaffermare che l’acqua è un imprescindibile bene comune e non può divenire oggetto di mercimonio.

ORDINE DEL GIORNO
di iniziativa del Consigliere Comunale

avente per oggetto: “Decisione dell’azienda “Umbra Acque S.P.A”. di applicare il deposito cauzionale agli utenti che non pagano la bolletta tramite Conto corrente”


PREMESSO

CHE l’acqua è il bene comune primario dell’umanità, la cui fruizione deve essere universale e scevra da qualsiasi manovra speculativa;

RILEVATO

CHE l’azienda “Umbra Acque S.P.A.” ha deciso di attivare un deposito cauzionale, pari al costo di 100 mc di acqua ( 75 euro ), per gli utenti che non adempiono al pagamento della bolletta tramite Conto corrente;

CONSIDERATO

CHE questa decisione appare ingiustificata, vessatoria e di dubbia legittimità giuridica, visto che l’azienda “Umbra Acque S.P.A.” gestisce la distribuzione della risorsa acqua tramite la rete pubblica degli acquedotti, con costi di gestione interamente coperti dalle tariffe applicate e, quindi, senza alcun rischio d’impresa che comporti l’attivazione di depositi cauzionali pagati dall’utenza;

CHE questa misura rischia di ricadere sulle fasce più deboli della società, persone anziane, precari, disoccupati, più in generale su quanti non sono grado di aprire e mantenere un conto corrente;

RITENUTO

CHE i cittadini umbri, come tutti i cittadini italiani, hanno sperimentato negli ultimi anni, con le privatizzazioni che hanno interessato la gestione dell’erogazione dell’acqua, pesanti rincari del servizio, a fronte di miglioramenti qualitativi o inesistenti, o impercettibili, o del tutto inadeguati rispetto ai bisogni dell’utenza e ai canoni di una gestione efficace ed efficiente ( vedi il capitolo delle perdite d’acqua lungo la rete di distribuzione, tutt’altro che risolto nonostante i pesanti rincari tariffari );


SI IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE

1) ad intervenire sull’Azienda “ Umbra Acque S.P.A. “, affinchè la decisione di istituire il suddetto deposito cauzionale venga annullata, in considerazione di quanto prima affermato e nella ferma convinzione che le pubbliche istituzioni, pur non direttamente responsabili della gestione del ciclo delle acque ( per effetto della Legge Galli del 1994 ), non possono tuttavia esimersi dal prendere posizione contro misure vessatorie e soprusi commessi a danno dei cittadini;
2) a prendere contatti con le diverse associazioni di utenti e consumatori, costituendo un’estesa rete di relazioni, al fine di rendere più efficace la pressione volta all’abolizione del deposito cauzionale in questione.