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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


martedì 13 ottobre 2009

Il Reddito Sociale un atto di civiltà


Il PRC continua la sua battaglia per cercare di affrontare i danni che la crisi capitalistica ha prodotto nei confronti dei lavoratori.
Noi proponiamo di istituire il salario sociale per disoccupati e inoccupati, una misura tutt'altro che rivoluzionaria che trae le sue radici dalla cultura socialdemocratica e non solo, (Paesi come il Regno Unito e la Germania lo praticano da molto tempo) per poter avere una minima certezza di sopravvivenza economica in questa società sempre più allo sbando.
Tutto questo a dimostrazione dell'impegno e dell'attenzione che il Prc pone nei confronti di chi vive pesantemente le difficoltà di questi anni bui, sulla falsa riga di un impegno continuo e assiduo che indiscutibilmente ci ha sempre visti in prima linea, nonchè della nostra disponibilità, mai venuta meno, anche se non abbiamo rappresentati in Consiglio Comunale, di collaborare con le forze democratiche per sviluppare un'idea progressista e per provare a disarcionare l'amministrazione di destra della nostra città.
Siamo convinti della bontà e della necessità di questo progetto e per questo come sempre nel nostro territorio chiediamo l'aiuto e la disponibilità di quella parte della minoranza elette nel consesso comunale.

Proponiamo ai rappresentanti del centro sinistra di metterla all'ordine del giorno con iter prioritario.

ORDINE DEL GIORNO

avente per oggetto: “Disposizioni urgenti del Consiglio Comunale in sostegno alla Proposta di Legge Regionale recante: Istituzione del reddito sociale - Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati”

Premesso

che il sistema del lavoro negli ultimi decenni ha subito profonde modificazioni e trasformazioni, che ne hanno cambiato radicalmente caratteristiche ed aspetto;
che il lavoro a tempo pieno e per tutta la vita è stato fortemente messo in discussione da una radicale trasformazione delle forme della produzione e di regolazione dei rapporti tra impresa e lavoro, dalla decentralizzazione della produzione e dalla flessibilità della prestazione;
che il lavoro fisso è oggi sempre meno una possibilità reale, anzi la condizione più diffusa è quella dell'incertezza e della precarietà del lavoro e della vita
che il nuovo sistema del lavoro basato sulla flessibilità ha esteso e poi generalizzato le forme di lavoro a termine, stagionale o d'inserimento che in precedenza erano circostanziate nel tempo e relative solamente ad alcune tipologie di produzione;
che dette forme di lavoro si presentavano come fase transitoria della vita lavorativa, una sorta di periodo di apprendistato circoscritto nel tempo prima di entrare nel mondo del lavoro a tempo indeterminato;
che oggi, al contrario, la temporaneità della prestazione è stata esportata da settori specifici a tutta la produzione industriale e dei servizi;
che la flessibilità si è imposta come modello di riferimento generale per tutto il mondo del lavoro e, con essa, la precarietà si è progressivamente generalizzata, coinvolgendo vasti segmenti produttivi e strati sempre più larghi di lavoratori;
che secondo ricerche condotto dal CNEL e dall'ISFOL nel periodo 1991/97 la possibilità di un giovane di trovare lavoro a tempo indeterminato era attorno al 40%, tra il 1988 e il 2003 è scesa al 25 %, oggi addirittura al 18%;
che il lavoratore flessibile ha visto aumentare l'incertezza per il futuro, vivendo una condizione di precarietà di vita perchè si è trovato privo di qualsiasi protezione sociale, in quanto all'introduzione della flessibilità del lavoro e alla liberalizzazione del rapporto tra impresa e lavoratori, non ha corrisposto un analogo adeguamento del sistema delle tutele e delle garanzie che sono invece rimaste centrate sul vecchio modello di rapporto di lavoro a tempo indeterminato;
che il lavoro flessibile assume sempre più le caratteristiche di un lavoro individualizzato, dove il lavoratore è solo nel suo rapporto con l'impresa e con un sistema di tutele e di garanzie sempre più ristretto;
che il lavoratore flessibile non solo si trova in una condizione di minori tutele e garanzie, ma la precarietà del rapporto di lavoro, il continuo passaggio da periodi di occupazione a periodi di disoccupazione, lo porta ad essere un soggetto fortemente esposto al rischio povertà;
che lo stesso sistema di ammortizzatori sociali è sostanzialmente centrato sulla Cassa Integrazione, che riguarda una quota molto bassa del totale degli occupati al cospetto di crisi aziendali e dal quale sono esclusi i lavoratori delle piccole imprese e della maggior parte delle aziende di servizi;
che ancora peggiore si presenta la situazione per i giovani fino a 25 anni, che in Italia solo in misura dello 0,65% sono interessati da azioni di sostegno al reddito, rispetto al 57,5% dell'Inghilterra, al 53% della Danimarca, al 51% del Belgio, solo per dirne alcune;
che al tempo stesso, il protrarsi della crisi acuirà quelli che sono i nodi strutturali che da tempo interessano il mercato del lavoro regionale, primo fra tutti i forti livelli di precarizzazione dell'occupazione, che ogni anno interessano almeno 50.000 occupati;
che dall'inizio di quest'anno anche l'Umbria è chiamata a fare i conti con la crisi le cui ripercussioni sono pesanti, anche perchè la crisi coglie l'Umbria in una fase delicata di cambio di marcia, in cui si stanno esaurendo le spinte propulsive che hanno caratterizzato il recente passato - la fine del ciclo di ricostruzione post-sisma e una diversa ripartizione dei fondi comunitari- e si avvicina una fase di riallineamento economico-finanziario imposto dall'imminente avvento del federalismo fiscale;
che i dati sulla cassa integrazione, in modo particolare, ci parlano di un mondo del lavoro in sofferenza con la concreta attualità di un aumento del numero delle famiglie che si collocano nell'area della povertà o nelle immediate vicinanze della soglia di povertà;
che tra gli effetti più devastanti della crisi c'è anche un dato difficilmente quantificabile, ma più che mai reale e preoccupante, relativo all'impatto che produce sul mondo del lavoro atipico e precario, quello che interessa le giovani generazioni, gran parte della manodopera femminile e molto del primo impiego. Sono moltissimi infatti i contratti a termine che non vengono rinnovati per il calo della produzione e del fatturato delle imprese, così come sono molti i lavoratori interinali che restano a casa. Tutti lavoratori che restano esclusi da qualsiasi garanzia e dagli ammortizzatori sociali;
che la crisi non fa dunque che accelerare, anzi radicalizzare, il disagio economico di centinaia di persone anche nel nostro comune e rimanda alla necessità di interventi massicci di politiche pubbliche, di interventi sociali e di redistribuzione delle risorse economiche verso quella parte del mondo del lavoro, e non solo, maggiormente esposta ai contraccolpi di questa;
che l'attuale crisi impone di intervenire con urgenza, a maggior ragione nel nostro Paese che, assieme alla Grecia è l'unico Paese dell'UE privo di forme generalizzate, ordinarie o straordinarie, di sostegno al reddito;

Premesso altresì:

che con il presente disegno di legge si avanza una proposta di istituzione di una misura di reddito sociale, inteso come strumento per assicurare a tutti coloro che sono in cerca di lavoro o hanno perso il lavoro un reddito minimo garantito da erogarsi in forma diretta (monetaria) ma anche indiretta (beni e servizi);
che la principale caratteristica dell'intervento proposto è quella di intervenire non solo sulle emergenze sociali e sulla povertà, ma proprio in forza del mix di strumenti proposti, di incidere affinché non si giunga alla gestione dell'emergenza e del disagio nel momento più difficile per una persona: un intervento, cioè, che si caratterizza non come misura di ultima istanza, ma intervenga, fin dall'avvio delle problematiche, quando il rischio si paventa;

Considerato

che il disegno di legge proposto prevede che per ottenere i benefici individuati è necessaria: la residenza nella regione da almeno 24 mesi al momento della presentazione della domanda; l'iscrizione nelle liste di collocamento dei Centri per l'impiego; un reddito personale imponibile non superiore a 8.000 euro nell'anno precedente; il non aver maturato i requisiti per il trattamento pensionistico;
che per le finalità previste dalla proposta di Legge deve essere istituito un apposito "Fondo regionale per il reddito sociale" con uno stanziamento annuo pari a 4 milioni di euro, i cui oneri saranno coperti mediante una riduzione di pari importo del Fondo Unico regionale per le attività produttive industriali;
che oltre all'erogazione di una somma di denaro non superiore ai 7.000 euro l'anno, la proposta di legge prevede di attribuire ai Comuni e alle Province la facoltà di erogare una serie di prestazioni indirette volte a garantire la circolazione a tariffa ridotta dei mezzi pubblici locali e la gratuità dei libri di testo scolastici, a favorire la fruizione di attività e di servizi a carattere culturale, ricreativo o sportivo e a contribuire al pagamento delle forniture di servizi pubblici, così come sempre gli enti locali, nell'ambito delle risorse disponibili, potranno prevedere l'erogazione di contributi per ridurre il canone di locazione;

Considerato altresì

che è in discussione presso la III Commissione del Consiglio Regionale dell'Umbria la sopra esposta proposta di Legge Regionale volta alla Istituzione del reddito sociale quale forma di sostegno al reddito per disoccupati, inoccupati o precariamente occupati;
che la stessa Commissione ha previsto una audizione pubblica sul tema per il 9 ottobre, presso la Sala partecipazione del Consiglio Regionale, aperta al contributo di tutti gli Enti, pubblici e privati, e di tutti i cittadini, singoli o associati;

Vista

la necessità anche per questo Comune di intervenire in fase di sostegno e/o partecipazione considerate le facoltà per esso previste dalla Proposta di Legge di intervenire ulteriormente ad integrazione delle misure per il reddito sociale;

Il Consiglio Comunale di

sostiene con decisione la Proposta di Legge recante "Istituzione del reddito sociale - Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati e precariamente occupati" attualmente in discussione presso la III Commissione consiliare permanente della Regione dell'Umbria;
impegna il Sindaco e la Giunta comunale a sostenere presso tutte le sedi deputate detta Proposta di Legge, proponendo anche, se del caso, proposte migliorative in fase di partecipazione;
impegna il Sindaco o suo delegato alle Politiche sociali a partecipare a tutti gli incontri che saranno previsti e posti nel calendario regionale delle iniziative di partecipazione;
impegna, altresì, il Sindaco o suo delegato alle Politiche sociali a partecipare la suddetta eventuale volontà in sede di Conferenza degli Assessori del Piano di Zona;
invita, infine, a trasmettere copia di questo Ordine del Giorno, qualora venga accolto da questo Consiglio comunale, al Presidente del Consiglio Regionale dell'Umbria, al Presidente della Giunta Regionale, al Presidente della III Commissione consiliare permanente della Regione Umbria.

15 commenti:

  1. Anonimo13/10/09

    bene, è una misura che ci rimetterebbe in linea con l'europa, perchè l'italia, come sempre, è fanalino di coda anche in questo

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  2. Anonimo13/10/09

    inutile, sconveniente, dannosa, l'economia è più complessa di così!

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  3. Anonimo13/10/09

    sicuramente l'economia è più complessa ma il reddito sociale non è la rivoluzione dell'economia cosi come la conosciamo è una misura che se adottata dovrebbe sostenere chi è senza lavoro dandogli una protezione sociale temporanea e con dei requisiti tali da favorire l'ingresso nel lavoro e nel contempo assicurare dei servizi sociali a chi è più debole.
    Ma sicuramente chi evade le tasse, chi dei soldi pubblici ne ha bisogno per sovvenzionare le mille attività private, chi appoggia la crimininalità organizzata concedendogli il 5% dello scudo fiscale non ha di questi problemi. Silenzio

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  4. Anonimo13/10/09

    Reddito sociale in Europa.

    Regno Unito (non Unione Sovietica) : Legge di riferimento Disposizioni generali sul reddito minimo, 1987 legge sul reddito sociale; amministrazione della previdenza sociale. Da 669 € per individui di 25 anni a 1834 € per coppie con 3 figli di 8-10 anni. Sanità, prescrizioni del Sistema Sanitario Nazionale gratuite, cure dentistiche gratuite, visite ed Esami Oculistici, riduzione del costo del trasporto ospedaliero, alloggio e riscaldamento (compresi alloggi ipotecari), affitto (può essere coperto dal sussidio), sostegno all’alloggio per disoccupati e lavoratori basso reddito (Non è accordata per chi ha un reddito superiore ai 22623 €). Indennità max 100% dell’affitto e costi delle utenze. Mensa scolastica gratuite, latte gratis per donne incinta, prestiti per situazioni critiche, aiuti per spese funerarie. Non è tassabile. Durata illimitata.

    Svezia: Legge gennaio 2002. Da 374 € per single a 1305 € per coppie con 3 figli di 8-10-12 anni. I residenti hanno diritto al reddito sociale; assistenza sanitarie per la quasi totalità pagate; previsto per persone con ritardi mentali o autismi; per malati cerebrali permanenti; disturbi fisici e mentali non dovuti all’invecchiamento con bisogno di aiuto esterno con aiuto finanziario per coprire spese mediche; spese per alloggio adeguato; aiuti per spese per elettricità, assicurazione casa, spostamenti per e da lavoro, occhiali, iscrizione ad un sindacato e al fondo assicurativo per la disoccupazione. Durata illimitata fino al miglioramento delle condizioni economiche.

    Germania: Legge del 1/1/2005 comprensivo di alloggio e riscaldamento da 668 € per single a 1859 € per coppie con 3 figli di 8-10-12 anni. Sanità: protezione completa in caso di malattia attraverso pagamento contributi assicurazione sanitaria o pagamento diretto della sanità; indennità per cieche civili; sussidio familiare per istruzione dei figli cumulabile con la Sozialhilfe; promozione della formazione professionale.

    Olanda: Oltre al reddito di “sopravvivenza” esiste il Wik destinato agli artisti “per permettergli di avere tempo per fare altro” (600 € mensili).

    Leggi simili in Lussemburgo, Norvegia, Austria, Belgio

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  5. Anonimo13/10/09

    tutti paesi dove ancora non governa berlusconi ma i tempi cambieranno

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  6. Anonimo14/10/09

    salario sociale come risarcimento delle ruberie del padrone. è ora che lo stato intervenga per riequilibrare una situazione incontenibile per i lavoratori e i disoccupati, permettere un vero sviluppo. basta con i finanziamenti agli squali della finanza e alle banche assassine!
    il barricadero

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  7. Anonimo14/10/09

    credo che la liberazione del tempo di vita dal lavoro non debba considerarsi un'utopia, ed il sostegno avuto grazie al reddito sociale aiuta affinchè si vada verso questa direzione, liberando le potenzialità e gli ingegni individuali, valorizzando i progetti e gli investimenti giovanili...realizza d'un sol colpo un nuovo tipo di approccio ai tempi di vita/lavoro............Marta

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  8. Anonimo14/10/09

    ho capito...soldi pe non fa n cazzo!

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  9. Anonimo14/10/09

    marta ciò che scrivi è molto bello ma molto utopistico come avrai compreso dal brevissimo commento sotto il tuo il tutto viene percepito come ....... soldi per ..... La destra i soldi della tasse che loro non versano li preferisce direttamente nelle sue tasche sotto forma di contributi e varie altre nefandezze. Silenzio

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  10. Anonimo14/10/09

    Stamane il quotidiano Repubblica apre pubblicando i dati diffusi dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'agricoltura e l'alimentazione e dal programma alimentare mondiale. Le persone che soffrono la fame nel mondo sono aumentate del 9% nell'anno in corso, arrivando alla vetta di 1,02 miliardi. E' la prima volta che accade dal 1970. La crisi economica fa crescere anche la fame nel mondo.La crisi del 2006/2008 nei prezzi delle materie prime alimentari ha escluso dalla portata del reddito di queste persone tutti gli alimenti base. Questo ha costretto molte famiglie povere a scegliere tra cure sanitarie, scuola o cibo. Sentirete come i mass media passerenno questa notizia...immagino già foto di repertorio dei bambini africani denutriti...parleranno di piani di emergenza, reti di sicurezza, welfare immediato... l'effetto mediatico e la cattiva informazione farà scattare nella testa della gente un repentino pensiero:ma sì...non ci riguarda...abituati come siamo a guardare come lontani da noi guerra e fame...di sicuro ci sono paesi con problemi più gravi dei nostri...ma dice il rapporto è nei paesi più ricchi che si registra un aumento degli affamati del 15,4%rispetto allo scorso anno. A me serve poco leggere questi dati che seppur significativi non aggiungono nulla di più di quanto ogni mattina vedo dal mio osservatorio privilegiato che è l'assessorato al lavoro. Ormai chi bussa alla porta per cercare lavoro non sono più giovani iperqualificati, donne fuoriuscite dal mercato del lavoro, ma un numero impressionante di persone di ogni età. Persone, alcune incazzate, altre abbattute che si vergognano di guardarti, di chiedere , di rivendicare ciò che è sancito dalla costituzione:diritto al lavoro. Diritto leso, dignità offesa e chi più neha più ne metta.Allora mi chiedo? Dovremmo essere qui, a convincere gli altri partiti, noi di rifondazione, che il reddito sociale di cittadinanza oltre ad essere un diritto,( non carità istituzionale) che in altri paese vige da decennibisognerebbe applicarlo prima di subito?
    lina

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  11. Anonimo14/10/09

    Sono d'accordo e lo sono ancor piu' perche queste cose sono dette da due donne!
    credo che il mondo avrebbe funzianato meglio se le donne avessero contato quanto meritano!
    ma ne parleremo in altro postt, almeno mi auguro. Si il salario sociale è prima di tutto un diritto, un semplice diritto per chi la vita ha dovuto sempre rincorrerla e nonostante ciò ha pagato sempre di prima persona.
    Questi sono i lavoratori, coloro i quali con le loro fatiche hanno permesso ai ricchi di esserlo, senza mai averne un ritorno di riconoscenza, io ho questa idea di chi lavora e di chi si arricchisce, che poi era un'idea molto comune sino a qualche anno fa. Adesso il mondo va a rotoli anche perchè non esisono piu' ne verità ne certezze, il datore di lavoro è divenuto da sfruttatore benefettore, e quindi puo' e deve accapparrarsi di tutto cio che uno stato, quindi una comunità, dispone.
    Credo che queste cose e la giustizia sociale si rstabiliscano con altri metodi, e mi riferisco anche a quelli di protesta assolutamente troppo blandi, ma un minimo anzi il minimo assoluto che poi si chiama salario sociale debba essere concesso a chi vive in perenne difficoltà ed attesa di tempi migliori!
    gigiriva

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  12. Anonimo14/10/09

    il reddito sociale, seppur un aiuto per le classi più deboli, rischia di essere una sorta di cattedrale nel deserto, una oasi in un diserto sconfinato senza non si fanno riforme più complessive che devono necessariamente riguardare gli incentivi per le imprese
    l'estremista di centro

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  13. Anonimo15/10/09

    Ma il reddito sociale è già un incentivo per le imprese!Quei pochi soldi non vanno a finire sotto il materasso, vengono spesi per sopravvivere e dunque vanno a finire nelle tasche di imprenditori e commercianti.
    Le imprese soffrono quando c'è una contrazione dei consumi e i consumi diminuiscono con l'aumento della disoccupazione. Contrastare la disoccupazione significa aiutare anche le imprese.
    Sai come mi chiamo.

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  14. Anonimo20/10/09

    le cose che dico evidentemente non sono state comprese...vedo di spiegarmi meglio...mettiamo il caso che io abbia un'originale idea imprenditoriale, qualcosa su cui investire nel lungo periodo, e che possa essere motivo di gratica sia livello personale che economico, magari non solo per me soltanto.......ora come ora son costretta a andare in banca, sentirmi rifiutare la richiesta di prestito, sfidare burocrazie, lavorare in bilico in call center a progetto, prestazione occasionale, partita iva , chi più ne ha più ne metta, contemporaneamente seguire il mio progetto lavorativo, metter soldi da parte dal mio già stringato stipendio-ahhhhh, orrore!- senza contare poi che il cielo mi ha fatto il beffardo scherzetto di farmi nascere donna e alle soglie dei 30 anni (dopo laurea- dottorato- master) potrei magari progettare/desiderare di avere anche un figlio/a!!!!!!!ecco per me a cosa servirebbero i 1000 euro al mese del salario sociale.....Marta

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  15. Anonimo22/10/09

    ogni proposta che va nel senso di aiuto/solidarietà alle vittime di questo maledetto sistema lavorativo che vige in Italia,è sempre da apprezzare e sostenere. Anzi non credo che ci siano dubbi in un qualsiasi consiglio regionale o comunale a sostenerlo.Tutto ciò che conterrà la parola,e non solo, SOLIDARIETA' sarà la svolta di questa crisi e cioè tutto ciò che faremo per coloro che adesso soffrono situazioni di svantaggio(precari, cassa integrati, licenziati, ecc.ecc.)ce lo ritroveremo per noi.Difendendo essi avremo difeso anche noi stessi.Come ci ha insegnato il grande Che e come una volta faceva il glorioso Pci. Pino irriducibile e solidale comunista

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