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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


mercoledì 27 luglio 2011

NO ALL'ACCORDO DEL 28 GIUGNO





I Circoli PRC “Peppino Impastato” di Assisi e “Rosanna Cipolla” di Bastia Umbra esprimono con forza la loro disapprovazione all’accordo stipulato lo scorso 28 giungo dai sindacati confederali con l’organizzazione padronale della Confindustria in quanto rappresentano, a nostro avviso, un netto passo indietro rispetto alle intenzioni espresse dalla stessa CGIL solo pochi mesi fa e che tendevano a reintrodurre nei luoghi di lavoro democrazia e partecipazione dei lavoratori nelle scelte aziendali.
Per questo siamo vicini alla Fiom, il sindacato dei metalmeccanici in seno alla CGIL, che ha fortemente criticato questa scelta scellerata e assolutamente non condivisa.
In un contesto in cui il governo approva (con il silenzio complice della minoranza parlamentare) una manovra finanziaria che definire lacrime e sangue per i soliti noti e purtroppo poco, non toccando minimamente i privilegi della casta politica di cui noi di Rifondazione ci vantiamo di non appartenere, questo accordo diventa ancor più nefasto e dannoso per i lavoratori e le lavoratrici del nostro paese.
È impossibile infatti accettare che si legittimino gli accordi separati, che l’organizzazione sindacale che non firma un accordo non possa scioperare, pena sanzioni, o che le contrattazioni aziendali possano derogare dalle norme del contratto nazionale, solo per citare alcuni punti dell'accordo.
Per queste ragioni proponiamo a tutte le forze democratiche che ripudiano una concezione così aberrante del mondo del lavoro di unirsi a noi in questa lotta per i diritti e cominciare da subito una vasta mobilitazione territoriale di lotta e sensibilizzazione per dire no all’accordo del 28 giugno.

Franco Cesario
Francesco Di Lascia
PRC Assisi
Amelia Rossi
Angelo Arcangeli
PRC Bastia Umbra

martedì 26 luglio 2011

E' la Democrazia, bellezza!


Rino Freddii, stimato capogruppo del PdL in Comune, nel suo intervento a tutto campo sulla presunta “vuotezza” delle proposte dell’opposizione dimentica, secondo noi, qualche passaggio fondamentale.
In primis accogliamo con stupore il suo spirito neo-keynesiano che lo spinge a ritenere le opere pubbliche come il volano per una economia in crisi: ma il PdL non era il partito della rivoluzone liberale?
A parte questo, Freddii dice che l’opposizione è divisa e non ha proposte; ovviamente non avrà perso nemmeno un minuto a leggere le tantissime proposte esposte, anche grazie al contributo di Rifondazione Comunista, nel programma del candidato sindaco Carlo Cianetti dalla creazione di un marchio per Assisi, ai mercatini a chilometri zero o alla raccolta differenziata, al reddito sociale solo per citare alcuni esempi.
Se ha ragione sul fatto che i cittadini hanno riconfermato la fiducia a Ricci e soci e che quindi essi sono legittimati a portare a termine il loro mandato, la stessa maggioranza non può impedire, continuamente a mezzo stampa, che l’opposizione faccia il suo lavoro senza essere tacciati di disfattismo o di strumentalizzazione: verrebbe da dire “è la democrazia, bellezza!” cosa che forse dalle parti pidielline non è vista di buonissimo occhio, evidentemente.
Parlare poi delle divisioni della minoranza è il classico esempio di “pagliuzza nell’occhio altrui”: che ne dice dell’astensione di Lunghi sulla mozione per l’acqua pubblica? O le polemiche della Lega e degli esclusi dagli assessorati? E delle stesse motivazioni che hanno portato al divorzio con l’ex leader maximo, al secolo il podestà Bartolini??
Ricordiamo a Freddii che è stato proprio lui a rispondere all’opposizione esponendo le ragioni dei no alle recenti mozioni sull’acqua pubblica, adducendo motivazione a nostro avviso strumentali e tutt’altro che collaborative (proprio quello che rimprovera agli altri!).
Inoltre Freddii parla di minori trasferimenti statali: abbiamo un vuoto di memoria…chi sta governando l’Italia (in modo tra l’altro “impeccabile”?) in questi anni?
Ognuno faccia il suo ruolo, quindi: la maggioranza governi e applichi il suo programma (se ne è capace) e le opposizioni vigilino ed espongano le loro idee e critiche senza peli sulla lingua, sempre nell'interesse della comunità e per il bene di Assisi.

venerdì 22 luglio 2011

Chi paga la crisi



Chiediamo spiegazioni all’amministrazione comunale in merito alla denuncia fatta dai sindacati sulla questione dei dirigenti del comune di Assisi.
Se risulta essere vero che essi sono passati da 5 a 4 in base alla normativa nazionale istituita con la legge finanziaria, sembra anche corrispondere a verità che la quinta carica sia stata de facto mantenuta con la dicitura di interim con un conseguente aumento di emolumento.
Tutto ciò in contemporanea con il congelamento degli stipendi dei dipendenti pubblici che rappresentano una parte di quel ceto medio che, insieme ai lavoratori, sono gli unici colpiti dalla aberrante manovra finanziaria varata senza la minima opposizione dei partiti parlamentari di minoranza.
La strategia della destra è confermata come sempre anche ad Assisi, tutela dei ceti benestanti, calci in bocca a tutti gli altri.

sabato 16 luglio 2011

La destra e la volontà popolare






Contravvenendo alla volontà popolare della maggioranza dei cittadini di Assisi che si sono recati alle urne per votare Si al referendum affinchè l'acqua rimanesse pubblica, la maggioranza in Comune che sostiene la giunta Ricci ha votato contro la mozione presentata da Carlo Cianetti e sostenuta anche da noi di Rifondazione Comunista di Assisi per inserire nello statuto comunale un articolo in cui si preveda l'acqua pubblica come Bene Comune.
Questo respingimento di una mozione che poteva essere tranquillamente condivisa all'unanimità da tutto il consiglio comunale dimostra quanto questa amministrazione tenga in considerazione la volontà della propria comunità espressa con il referendum.
Su beni primari come l'acqua non è possibile né tollerabile che qualcuno faccia affari.
Lo hanno capito e deciso la maggioranza degli italiani e degli assisani, che hanno votato Si al di là del colore politico di riferimento.
Questi comportamenti nonostante siano consueti per le destre soprattutto quando sono al potere, non ci finiranno mai di meravigliare ma ormai è certo: la destra e la giunta Ricci non hanno mai fatto e non faranno mai gli interessi della Comunità.

venerdì 15 luglio 2011

SENTENZA DI CIVILTA' DEL TAR DI ROMA: LA GIUNTA SI ADEGUI

Il Tar del Lazio, con una sentenza pronunciata questa mattina, ha annullato la giunta della capitale d’Italia, Roma in quanto non rispettosa delle quote rosa, cioè della presenza di rappresentanti di genere femminile all’interno dell’esecutivo.
La giunta di destra di Assisi ha dimostrato, nella composizione dell’esecutivo cittadino, la stessa cecità antistorica e misogina, ignorando del tutto le questioni di genere, non ponendosi nemmeno lontanamente il problema di una equilibrata presenza di uomini e donne nel governo della città.
Come dimostra questa epocale sentenza, che ridà dignità alle Istituzioni e rappresenta una vittoria di civiltà, la giunta di Assisi è di fatto monca.
Per questo motivo chiediamo che la giunta si senta in obbligo morale di adeguarsi alla sentenza del Tar romano e auspichiamo che al più presto sia inserito nello statuto della città un articolo che preveda un giusto equilibrio di genere nella composizione della giunta comunale, per essere finalmente equiparati alle più moderne e sviluppate città d’Italia.
Invece di preoccuparsi di interventi speciali contro fantomatiche orde di nomadi, tanto da attuare in “tempi record” (come da autocelebrazione da minculpop) lo sgombero, la giunta Ricci si occupi di questione serie dato che si pavoneggia di essere la “giunta del fare”.
Domani pomeriggio alle ore 18, anche per esprimere queste nostre posizioni, saremo presenti al sit-in di protesta, organizzato con le altre forze di opposizione, contro la cementificazione selvaggia di via Borsi a Santa Maria degli Angeli.


Franco Cesario

Francesco Di Lascia
PRC Assisi

giovedì 14 luglio 2011

BASTA FINZIONI E DEMAGOGIA: OCCORRE UNA RIVOLUZIONE NELLA SANITA’ DI ASSISI



Il dibattito che si è innescato nella nostra città sul futuro del suo nosocomio ha i caratteri di una gigantesca finzione ed fuorviante nei confronti dei cittadini.
La verità è che, di fatto, l’ospedale di Assisi non funziona più da tempo come tale nelle sue divisioni fondamentali ed è destinato a non esistere più così come l’hanno conosciuto gli assisiati fino a 10 anni fa, in quanto nella riorganizzazione della rete ospedaliera umbra (definita nei piani sanitari regionali) anche per esso si prevede una trasformazione.
La domanda che osiamo con coraggio porci e porre anche alla cittadinanza è se, pertanto, valga la pena difendere un’organizzazione ospedaliera che nei fatti non svolge più neanche compiti di base o se invece non sia meglio puntare tutto su una seria riqualificazione e uno strategico potenziamento dei servizi socio sanitari e territoriali, prevalentemente nel campo della riabilitazione e della prevenzione, per i servizi rivolti ad anziani disabili adulti e minori e sulla specialistica poliambulatoriale.
La difesa ad oltranza di un esistente misero è una perfetta perdita di tempo, di energie e di risorse: ad Assisi occorre invece una grande rivoluzione nell’organizzazione sanitaria che possa intervenire su quelli che sono i bisogni effettivi di salute della popolazione assumendo come prioritaria la prospettiva dell’invecchiamento demografico e la contemporanea incidenza che in esso ha la non autosufficienza.
La proposta che intendiamo avanzare per salvare il patrimonio sanitario di Assisi, in caso contrario destinato comunque ad un progressivo ridimensionamento, punta sull’aumento di almeno 30 posti letto di residenza protetta per anziani attualmente erogati in quanto insufficiente a soddisfare la domanda dalla casa di riposo Andrea Rossi e l’attivazione di almeno 30 posti di residenza sanitaria assistita per la riabilitazione, essendo la nostra città in ogni caso punto di riferimento dell’intero bacino territoriale di utenza che fa capo al ditretto socio-sanitario n.2.
Anche per quanto riguarda una malattia di cui si conoscono i dati che sono in progressivo, sensibile e costante aumento come l’alzheimer, occorre intervenire attivando un centro diurno con un modulo di almeno 12 posti con lo scopo di sollevare le famiglie dal carico assistenziale e di cura (in questo caso molto gravoso ed impegnativo) e di garantire ai pazienti una vita sociale ed una dignità personale altrimenti compromessa dalla malattia.
Sul fronte della disabilità occorre definitivamente fuoriuscire da una condizione in cui i servizi esistenti hanno assunto carattere eccessivamente produttivistici, custodialistici e ghettizzanti.
La proposta che avanziamo, ispirata ad una più moderna concezione dei servizi e dell’assistenza, prevede l’attivazione di tre nuovi servizi così modulati: una comunità alloggio per soggetti disabili adulti gravi con 12 posti letto, un centro diurno per disabili minori con almeno 12 utenze e la rimodulazione del centro socio riabilitativo di Castelnuovo.
Per quanto riguarda i servizi ascrivibili direttamente alla Asl 2 proponiamo di realizzare una grande casa della salute in cui possano essere mantenuti, riqualificati e potenziati tutti i servizi della specialistica ambulatoriale a partire da quelli che, come la diabetologia e la ginecologia, possano garantire una valorizzazione delle storiche eccellenze della nostra sanità cittadina, in un contesto di maggiore integrazione con i medici di base.
Vanno ovviamente salvaguardati e rafforzati, viste anche le dinamiche epidemiologiche, i servizi per la maternità, la genitorialità, l’infanzia e le dipendenze. Servono poi molte più risorse per l’assistenza domiciliare ed occorre che anche le problematiche inerenti la salute mentale possano ritrovare una attenzione degna, riorganizzando il dipartimento di salute mentale su scala distrettuale e attivando un’unità di convivenza per soggetti psichiatrici.
Diamo per scontato il mantenimento e l’ulteriore potenziamento anche nell’ottica distrettuale del punto prelievi e di tutti gli altri servizi in capo al distretto socio sanitario che ha sede nella nostra città.
Chiediamo infine che possa essere mantenuto in città un presidio di 118 attivo con medico attivo 24 ore e un presidio medico-chirurgico che possa svolgere funzioni di piccole prestazioni essendo la nostra città notoriamente meta turistica di rilevanza internazionale.
La riconversione del nostro ospedale in una casa della salute con le caratteristiche che abbiamo proposto garantirebbe in ogni caso la compensazione in termini quantitativi dei posti letto e produrrebbe un valore aggiunto all’offerta dei servizi sanitari e socio-sanitari del nostro territorio, assolvendo in maniera ottimale e più efficace alla domanda delle prestazioni effettivamente richieste dalla popolazione.
Su questa proposta che garantisce meglio e di più un futuro alla sanità della nostra comunità e che prevede la realizzazione di un importante polo sanitario e socio-sanitario complesso e funzionale, articolato ed integrato, chiamiamo le forze politiche e sociali ad aprire un confronto e chiediamo un incontro al sindaco ed alla giunta comunale.

Franco Cesario
Francesco Di Lascia
PRC Assisi

martedì 12 luglio 2011

Equilibrismi




Quello che era uscito dalla porta lo si fa rientrare dalla finestra.
È il caso di Leonardo Paoletti, assessore al turismo di Assisi nella passata legislatura, il peggior quinquennio dal punto di vista delle presenze e delle iniziative di richiamo turistico che la città abbia mai avuto.
Alla faccia della nuova e buona politica!

Qui ci troviamo di fronte alla politica degli accordi spartitori e degli equilibrismi a discapito delle capacità e delle competenze (quello che è già avvenuto nella composizione della giunta d’altronde) e anche di quello che era stato annunciato e sbandierato e cioè di un impegno in prima persona dello stesso Ricci, autoproclamatosi grande esperto in ambito turistico.
Tutto ciò per rimettere in pista un uomo che non solo ha dimostrato scarsa attitudine in materia ma che è stato anche capace di innescare numerose polemiche sul suo operato come dimostra, ad esempio, la vicenda dell’ultimo Calendimaggio.
Il turismo è e deve essere il motore trainante dell’economia assisana, il nostro petrolio; Paoletti è stato bocciato dalla storia e se vogliamo anche dalla gente.
Questo suo reinserirlo a forza in gioco per risolvere problemi legati alla tenuta della maggioranza e quindi, come sempre, a discapito delle vere esigenze della cittadinanza, è un brutto segnale che ancora una volta contraddistingue l’operato della maggioranza che sostiene il sindaco Ricci.

martedì 5 luglio 2011

Dialoghi veri e presunti





La proposta lanciata da Carlo Cianetti di usare l’ex mattatoio come un centro di aggregazione sociale dove poter ricreare un rapporto e un incontro fra le varie generazioni del territorio ci sembrava un’idea eccellente per rilanciare la socialità ad Assisi, una città che ormai da anni non può vantare nessun vero e proprio spazio pubblico di relazione.
Poteva essere l’occasione giusta per l’amministrazione di Assisi di interessarsi alle necessità della gente anziché di realizzare sempre e solo scelte secondarie rispetto all’ordine delle priorità che vedano la qualità della vita dei cittadini come fattore principale.
Poteva essere l’inizio di un dialogo costruttivo con l’opposizione, dialogo che Ricci ha sempre sventolato e mai attuato.
Sarebbe. altresì, stato un segnale importante recedere da decisioni già prese e non renderle, magari strumentalmente, dogmi.
Così si svilisce, oltre una costruttiva discussione fra fazioni opposte, anche il consiglio comunale e le sue funzioni, già da tempo mero esecutore delle decisioni prese in altre sedi; accogliere questa istanza del tutto sentita (e non fatta per sparigliare) magari avrebbe potuto voler dire semplicemente ascoltare quello che la gente desidera o spera per la sua comunità.
A noi di Rifondazione Comunista, proprio per quanto detto più volte dal sindaco Ricci, ci sembrava di aver capito che si potesse avere un rapporto sulle scelte da fare, quando esse fossero palesemente giuste e condivise perché non si può dire sempre no alle altrui proposte.
Ad esempio: cosa si risponde alla nostra proposta di ordine del giorno sull’acqua lanciata il 29 giugno scorso, considerando il fatto che Assisi ha espresso, a maggioranza assoluta, la sua contrarietà alla privatizzazione dell’acqua?
Che ne dice la giunta di centro destra sull'opportunità di inserire nello statuto comunale l’idea che l’acqua sia un bene comune non soggetto a privatizzazione e a sfruttamento?
Una scelta a nostro avviso dovuta ai tanti e alle tante che ai referendum del 12 e 13 giugno hanno scelto nettamente da che parte stare.

Per non riempiersi la bocca di dialoghi solo presunti.