Il Blog del Partito della Rifondazione Comunista di Assisi
giovedì 29 marzo 2012
G.A.P., firme e manifestazioni
lunedì 26 marzo 2012
Sul punto nascita niente populismo
Dopo un lungo lavoro di mesi, che ha condotto, su proposta dell’opposizione, alla costituzione di una commissione dalla quale è scaturito un documento condiviso da tutte le forze politiche, votato all'unanimità in Consiglio comunale, è sconcertante oltreché scorretto che il Sindaco Ricci si arroghi, ora, il diritto di decidere, in modo del tutto autonomo, come proseguire il percorso per la valorizzazione dell'ospedale, senza coinvolgere preventivamente le forze politiche di opposizione.
La difesa dell'Ospedale di Assisi è cosa troppo seria per affrontarla in modo demagogico e populistico.
Noi riteniamo che la difesa dell'ospedale sia una priorità per la nostra comunità, ma la raccolta di firme di Ricci, che cerca di confondere i ruoli ingannando i cittadini, denota solo una profonda debolezza una scarsa autorevolezza politica e di governo, e non porta rispetto né per i lavoratori dell’Ospedale né per i cittadini fruitori di tale servizio.
I rappresentanti delle istituzioni, invece di fare "sceneggiate", dovrebbero assumersi le proprie responsabilità di governo e utilizzare gli strumenti amministrativi appropriati per fare proposte e ottenere risultati. Insomma siamo alle solite: molta propaganda e poca sostanza.
Per questo le forze del centrosinistra di Assisi (Partito Democratico, PRC, SEL, IDV, PSI, Sinistra Critica e Buongiorno Assisi), che da sempre difendono l’Ospedale di Assisi e che anche in passato hanno presentato interpellanze e mozioni per sollecitare in tal senso la precedente amministrazione comunale, dicono NO a queste derive populistiche e non parteciperanno all'iniziativa di domenica promossa dalla maggioranza di centrodestra.
Noi, invece, stiamo continuando a lavorare concretamente per il miglioramento della struttura ospedaliera, per aprire un tavolo di confronto con la Regione su questo tema importante, ed abbiamo già messo in cantiere due ulteriori incontri con l'Assessore Regionale alla Sanità, in vista del Patto per la Salute Governo-Regioni, per chiedergli la massima attenzione e avere risposte certe e definitive sul destino e sulle prospettive della nostra struttura ospedaliera nell'ambito della riforma in corso del Sistema Sanitario Regionale.
venerdì 16 marzo 2012
Assisi diventi una città moderna
La recentissima sentenza n. 4184 della Cassazione stabilisce senza ombra di dubbio che “i componenti della coppia omosessuale conviventi in stabile relazione di fatto, anche se secondo la legislazione italiana non possono far valere nè il diritto a contrarre matrimonio, nè il diritto alla trascrizione del matrimonio contratto all'estero, a prescindere dall'intervento del legislatore in materia, quali titolari del diritto alla vita famigliare e nell’esercizio del diritto inviolabile di vivere liberamente una condizione di coppia e del diritto alla tutela giurisdizionale di specifiche situazioni, segnatamente alla tutela di altri diritti fondamentali, possono adire i giudici comuni per far valere, in presenza di specifiche situazioni, il diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”.
La Cassazione ricorda che “è stata radicalmente superata la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico, della stessa esistenza del matrimonio". Il no alla trascrizione delle unioni omosessuali "non dipende più dalla loro inesistenza e neppure dalla loro invalidità, semplicemente dalla loro inidoneità a produrre, quali atti di matrimonio, qualsiasi effetto giuridico nell'ordinamento italiano".
Le coppie gay e per estensione i tutti i conviventi non legati da vincolo matrimoniale hanno diritto alla vita familiare, a vivere liberamente la loro condizione di coppia e ad avere un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge ai coniugi.
Pertanto proponiamo al Consiglio Comunale la seguente mozione:
OGGETTO: Istituzione del Registro delle Unioni Civili
PREMESSO che il fenomeno delle “unioni civili” o “unioni di fatto” trova un sicuro fondamento costituzionale negli articoli 2 e 3 della Costituzione in quanto l’unione civile non si pone in contrasto con la famiglia così come riconosciuta e garantita dalla Costituzione all’art. 29 posto che ”la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” e pertanto, nel riconoscere e sottolineare il valore e l’importanza della famiglia non esclude all’evidenza il sorgere o l’esistenza di atti e formazioni sociali (previste e tutelate dall’art. 2 della Costituzione) le cui finalità siano ritenute meritevoli di tutela e non contrastanti con i principi costituzionali;
CONSIDERATO che già da tempo è stato ritenuto che l’ambito di operatività e quindi di riconoscimento e tutela costituzionale, dell’art. 2 della Costituzione si estende sicuramente alla fattispecie della famiglia di fatto dal momento che, come rilevato dieci anni or sono dalla Corte Costituzionale, un consolidato rapporto, ancorché di fatto, non appare, anche a sommaria indagine, costituzionalmente irrilevante quando si abbia riguardo al rilievo offerto al riconoscimento delle formazioni sociali e alle conseguenti, intrinseche manifestazioni solidaristiche (art. 2 Costituzione) (2 – Corte Cost. 18.11.1986, n. 237);
CONSIDERATO, altresì, che ancorché la creazione di un nuovo status personale non può certamente che spettare al legislatore statale deve riconoscersi al Comune, in proposito, la possibilità di operare in materia nell’ambito dei principi e delle regole fissate dalla legislazione statale e per le finalità ad esso assegnate dall'ordinamento;
RILEVATO, pertanto, che fermi restando i registri previsti dalla Legge e dal regolamento anagrafico, il Comune possa istituire uno o più registri per fini diversi ed ulteriori rispetto a quelli propri dell’anagrafe organizzati secondo dati ed elementi obbligatoriamente contenuti nei pubblici registri anagrafici;
CONSIDERATO, pertanto, che l’iscrizione in tali registri particolari non viene affatto ad assumere carattere costitutivo di status ulteriori e quindi riconoscimento di poteri o doveri giuridici diversi da quelli già riconosciuti dall’ordinamento agli stessi soggetti, ma solo un effetto di pubblicità ai fini ed agli scopi che l’Amministrazione Comunale ritiene meritevoli di tutela;
RITENUTO che tali ulteriori fini siano da ravvisare nell’equiparazione delle coppie formate da persone unite civilmente a quelle sposate e assimilate, agli effetti dei pari riconoscimenti alle prime, alle medesime condizioni, dell’accesso a tutti i procedimenti, benefici e opportunità amministrativi previsti dall’ordinamento a favore delle seconde;
RITENUTA, pertanto, l’opportunità per i motivi innanzi espressi di disporre la tenuta, presso un apposito ufficio, di un registro dove iscrivere, seguendo la distinzione operata dalla Legge, le persone legate da vincoli non “legali” (matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela) ma solamente da vincoli “affettivi” e/o di reciproca solidarietà;
VISTA la recente sentenza n. 4184 della Corte di Cassazione che sancisce che i componenti della coppia omosessuale conviventi in stabile relazione di fatto, anche se secondo la legislazione italiana non possono far valere nè il diritto a contrarre matrimonio, nè il diritto alla trascrizione del matrimonio contratto all'estero, a prescindere dall'intervento del legislatore in materia, quali titolari del diritto alla vita famigliare e nell’esercizio del diritto inviolabile di vivere liberamente una condizione di coppia e del diritto alla tutela giurisdizionale di specifiche situazioni, segnatamente alla tutela di altri diritti fondamentali, possono adire i giudici comuni per far valere, in presenza di specifiche situazioni, il diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata;
PROPONE al Sindaco ed alla Giunta
1) per le motivazioni esposte in premessa ed al fine di consentire il pieno sviluppo della persona umana, di istituire il registro delle unioni civili presso un apposito ufficio comunale, individuato dalla Giunta Comunale, con apposito atto;
2) di tutelare, nell’ambito della propria autonomia e potestà amministrativa, la piena dignità dell’unione civile e promuoverne il pubblico rispetto;
3) di assicurare, nell’ambito delle proprie competenze e compatibilmente con la normativa vigente, alle coppie unite civilmente l’accesso a tutti i procedimenti, benefici e opportunità amministrative di varia natura, alle medesime condizioni riconosciute dall’ordinamento alle coppie sposate e assimilate;
4) di adottare tutte le iniziative utili per stimolare il recepimento nella legislazione statale delle unioni civili, al fine di garantire i principi di libertà individuale ed assicurare in ogni circostanza la parità di condizione dei cittadini;
5) di dare atto che il registro sopra citato non ha alcuna relazione o interferenza con i registri anagrafici e di stato civile o alcuna connessione con l’ordinamento anagrafico o di stato civile e che viene tenuto dall’Amministrazione Comunale nel rispetto della Legge 675/96;
6) di fissare i seguenti criteri ai quali la Giunta dovrà attenersi nel regolare la tenuta del registro:
a) l’iscrizione nello stesso può essere richiesta da:
1. due persone maggiorenni, non legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, ma da vincoli affettivi, coabitanti dal almeno un anno ed aventi dimora abituale nel Comune di Assisi;
2. due persone maggiorenni, coabitanti da almeno un anno per motivi di reciproca assistenza morale e/o materiale ed aventi dimora abituale nel Comune di Assisi;
b) le iscrizioni nel registro avvengono solamente sulla base di una domanda presentata congiuntamente dagli interessati all’ufficio comunale competente e corredata della documentazione relativa alla sussistenza dei requisiti sopra indicati ai numeri 1) o 2) lettera a);
c) il venir meno della situazione di coabitazione e di dimora abituale nel Comune di Assisi e della reciproca assistenza morale e/o materiale produce la cancellazione dal registro, la quale avviene altresì dietro richiesta di uno o entrambe le persone interessate previa verifica da parte dell’ufficio competente;
d) per i fini consentiti dalla legge ed a richiesta degli interessati, l’Ufficio Comunale competente attesta l’iscrizione nel registro.
lunedì 12 marzo 2012
La precisazione
martedì 6 marzo 2012
IMU più bassa sulla prima casa: la destra non vuole!
Il bilancio 2012 del comune di Assisi è stato approvato senza accogliere nessun emendamento dell’opposizione.
Pensiamo che Ricci abbia ben poco da festeggiare: anche perché il ribadire in continuazione la graniticità della sua maggioranza serve in realtà soltanto a nascondere il dissenso interno, riemerso anche durante la discussione del bilancio in consiglio comunale.
Gli emendamenti presentati, in particolare quello del consigliere Marcucci, che fa riferimento anche a noi in seno al massimo consesso cittadino, erano, a nostro avviso, migliorativi, completi ed utili per la nostra città.
L’emendamento che, per l’Imposta Municipale Unica, prevedeva la possibilità di applicare una riduzione dell’aliquota base per le “prime case” e l’aumento, invece, dell’aliquota sugli altri fabbricati, eccetto quelli agricoli ad uso strumentale, se fosse stato approvato (dimostrando una volta tanto capacità di ascolto da parte di coloro che sventolano costantemente il loro “far il bene” della collettività assisana) avrebbe portato benefici immediati alle persone e alle famiglie con redditi medio bassi e, pur considerando i minori trasferimenti statali e regionali, avrebbe consentito all’amministrazione comunale di chiudere il bilancio senza modificarne il conto finale.
Non accogliere questo emendamento è stata una chiara e precisa scelta politica dell’amministrazione Ricci, che finge di non aumentare le tasse mentre mette pesantemente le mani in tasca soprattutto ai cittadini meno abbienti proprio per coprire i tagli del governo e lo fa con la improbabile giustificazione di non voler gravare economicamente sulle imprese e sulle attività commerciali.
In verità se questo emendamento fosse stato accolto chi ne avrebbe giovato sarebbero state le famiglie, le giovani coppie e gli anziani, tutte quelle categorie che hanno pagato e si stanno sobbarcando l’onere di salvare i conti del nostro paese e della nostra città.
Quegli strati popolari a cui, noi, facciamo riferimento.
lunedì 5 marzo 2012
Con la Fiom venerdi 9 marzo
Venerdì 9 marzo saremo a Roma per sostenere la manifestazione nazionale indetta dalla Fiom CGIL, evento possibile anche grazie all'accoglimento del ricorso presentato dal nostro Partito insieme alla CGIL al TAR del Lazio contro l'ordinanza comunale "anti-cortei" emessa dal sindaco di Roma Alemanno.
Perché scendere ancora in piazza?
Oggi più che mai è necessario, importante ed utile per affermare senza tentennamenti da che parte stiamo.
Noi di Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra siamo per la dignità del lavoro, per i diritti, per la giustizia sociale.
Per un contratto di lavoro che sia giusto, per impedire che il modello Pomigliano, che ha fatto regredire di decenni le lotte operaie, sia esteso a tutti, per delle vere e sostanziali riforme economiche e sociali che abbiamo come fulcro il lavoro e i lavoratori e le lavoratrici di questo paese e non gli speculatori finanziari e le banche.
Per queste motivazioni siamo a favore del reddito minimo garantito e del riconoscimento della cittadinanza di tutti coloro che vivono e lavorano sul nostro territorio nazionale.
Il governo Monti non sta facendo nessuna di queste cose, anzi sta allargando la forbice delle disuguaglianze spacciando come moderne misure di austerity in realtà vecchie di 30 anni, quegli stessi provvedimenti che stanno portando alla miseria il popolo greco che fieramente scende in piazza per urlare tutta la sua rabbia. Ed ecco perchè andremo a Roma anche per solidarizzare con le popolazioni valsusine, impegnate nella loro strenua lotta contro la TAV.
Le scelte del governo pseudo-tecnico, e i diktat sulla TAV ne sono l'ulteriore prova, conferma i suoi sentimenti profondamente anti-popolari: una deriva pericolosa che deve essere contrastata con ogni mezzo democratico per far sì che a pagare non siano sempre i soliti noti.