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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


martedì 24 luglio 2012

AL VIA LA PETIZIONE POPOLARE SULLA PARITA' DI GENERE



Il Partito della Rifondazione Comunista circolo “Peppino Impastato” di Assisi per porre fine all’anomalia assisana della mancanza di Donne nella Giunta comunale lancia la seguente petizione popolare per chiedere al sindaco Ricci il riequilibrio della stessa Giunta.
Le firme verranno raccolte in tutte le frazioni del Comune di Assisi nelle prossime settimane; chiunque volesse ritirare i moduli potrà farlo chiamando i seguenti numeri di telefono: 347/0583636, 334/7158416, 340/6505622 e 328/7265738.
Si invitano tutti i Partiti, le Associazioni, i Comitati e i singoli cittadini e le singole cittadine ad aderire a questa iniziativa.
Ecco il testo della petizione:
PETIZIONE POPOLARE

Al Sindaco del Comune di Assisi
Alla Presidentessa del Consiglio Comunale
Ai/alle Consiglieri/e comunali
Agli Assessori comunali
I/le sottoscritti/e cittadini/e residenti nel Comune di Assisi

Considerata
La storica disparità di genere che da sempre attanaglia la politica e tutti i settori della vita pubblica italiana;
Preso atto
Delle recenti sentenze, compresa quella sul caso Assisi, di vari Tar in tutta Italia che hanno decretato la correttezza della richiesta di parità di genere nelle Giunte delle amministrazioni locali in cui non vi era presenza femminile (Comune di Roma, Regione Sardegna, Comune di Viterbo e altre ancora);
Vista
La reiterata decisione del sindaco di Assisi Ricci di nominare la stessa Giunta composta da soli uomini;
Riconoscendo
La nota sensibilità e il grande apporto pratico che le Donne danno a tutti i settori della vita pubblica
CON LA PRESENTE PETIZIONE
CHIEDONO
a codesta Amministrazione
DI RIEQUILIBRARE LA PRESENZA FEMMINILE NELLA GIUNTA COMUNALE DI ASSISI

giovedì 19 luglio 2012

Considerazioni a margine dell'assemblea "La voce delle Donne"


di Franco Cesario 

L'iniziativa di ieri a Petrignano di Assisi sulla questione di genere, che costituisce un grave problema sociale e politico dell'amministrazione comunale assisana, è stata molto importante.
Non solo per la qualità degli interventi, non solo perchè ha avuto un buon successo di partecipazione ma soprattutto perchè apre definitivamente un cantiere nazionale per le pari opportunità.
Le motivazioni addotte dalla giunta Ricci in risposta alla sentenza del Tar dall'Umbria che, giova sottolinearlo ancora una volta per i meno attenti, HA DATO RAGIONE A NOI RICORRENTI, sono palesemente contraddittorie.
Ma il problema non è questo, è molto più profondo, è radicato nella società e nella cultura maschilista del nostro paese.
Molti sono stati i ricorsi al Tar a livello nazionale, ma solo il caso di Assisi ha avuto spazi importanti sulla stampa italiana non solo per l'ostinazione e la prepotenza maschilista della destra assisana ma anche perchè questo atteggiamento si è verificato ad Assisi, terra di tolleranza e di pace universalmente riconosciuta.
Non ci interessano le vicende personali dei protagonisti (negativi) di questa vicenda, nè le loro beghe di equilibrismo politico, (e riteniamo l'articolo del Fatto Quotidiano degno di un Belpietro o Feltri qualsiasi...) noi vogliamo solo che Assisi rispetti, come è giusto che sia, un dettame costituzionale e di buon senso.
Alcune considerazioni però devono essere fatte, per amore della verità.
Ricci, rispondendo alla candidata del PdL alle elezioni comunali Giorgia Brunori (resasi disponibile a ricoprire una carica assessorile e bellamente ignorata) ha detto testualmente: "Come messo in luce nel Decreto di nomina sindacale pur avendo rilevato alcune disponibilità di Donne, sia in forma scritta che verbale, non si sono evidenziate le condizioni richieste di esperienza ed immediata operatività auspicando che, quelli che ancora fanno polemica, o vorrebbero fare gli Assessori senza averne le caratteristiche, prendano atto che non si tratta di occupare poltrone ma di saper fare per i cittadini".
Caro Ricci ma se "disgraziatamente" una donna avesse raccolto preferenze a sufficienza tale da risultare la più votata alle elezioni comunali, saresti stato costretto, secondo questa logica, a nominare una donna assessore nonostante la sua "palese" inesperienza e operatività?
Se questo è il dogma, chi ci dice che anche per Mignani, Lunghi e gli altri non si sia seguito lo stesso schema?
Dove è possibile reperire i loro curriculum vitae, quegli stessi cv che invece sono stati richiesti alle donne?
Basta mistificazioni, basta contorsionismi, non vogliamo sovvertire l'esito delle elezioni, non vogliamo vendicarci della sconfitta elettorale, vogliamo solo che Assisi diventi una città moderna; ovviamente crediamo che quest'operato confermi le nostre idee sull'incapacità di questa giunta, sulle sue logiche distorte e non utili alla città serafica, e in questo senso la questione di genere diventa più che mai una battaglia di contrapposizione politica.
Una prima reazione che noi tutti, e le donne in particolare, possiamo mettere in campo è questa (come suggeritoci da un efficace ed applauditissimo intervento di Valentina Eusebi, militante narnese di Rifondazione Comunista): cominciamo a votare e a sostenere le candidature delle donne e basta con gli assessorati alla cultura e alle pari opportunità.
E' ora (passata da un pezzo) che le donne si occupino di lavori pubblici e di urbanistica, ne gioverebbe non solo la parità di genere ma anche e soprattutto l'operatività (e il miglioramento estetico) delle nostre caotiche città.
P.S.: a proposito caro Ricci, tu e tutti i maschietti della giunta di Assisi, dato che siete "gli uomini del fare" perchè non vi armate di pala e cemento e non venite a sistemare quello scempio che ancora vi ostinate a chiamare (solo voi) parcheggio d'ospedale? Avete sollecitato l'Asl più volte? Non è stretta competenza del comune? I cittadini hanno un disservizio grave ed urgente e da lungo tempo irrisolto. Cominciate a fare ciò che proclamate altrimenti, prima o poi, anche gli assisani capiranno di che pasta siete fatti...

giovedì 12 luglio 2012

Titanic Italia anche ad Assisi



Era nell’aria ed ora pare esserci la conferma: chiuderanno due uffici postali delle nostre frazioni.
Le Poste da sempre hanno rappresentato un servizio sociale fondamentale per la gente; chiudere per semplici motivi ragionieristici sarà un grave danno per le piccole comunità del nostro territorio.
Ci domandiamo come faranno gli anziani a ritirare le loro sempre più striminzite pensioni: dovranno recarsi a Santa Maria degli Angeli o Assisi centro, luoghi verso i quali ci sono collegamenti saltuari e discontinui?
Nella macelleria sociale messa in piedi dal governo Monti, dove si preferisce tagliare il sociale piuttosto che i veri privilegi facendo pagare solo ai ceti popolari, ai dipendenti pubblici e privati e agli artigiani e ai piccoli imprenditori, perfino un pidiellino come Ricci, amministratore locale in epoca di tagli draconiani, sbotta per le eccessive ristrettezze in cui si vogliono lasciare le finanze degli enti intermedi (dimenticando forse che il suo partito insieme a Pd e Udc sostiene ogni provvedimento partorito da questo governo pro-speculatori e anti-popolare).
Questa paventata chiusura di uffici postali rischia di essere solo la punta di un iceberg molto più insidioso di quello che affondò il Titanic.
Dopo l’attacco indiscriminato alla scuola per il quale abbiamo assistito ad uno spostamento di fondi da quella pubblica a quella privata (come fortemente voluto dalla larga rappresentanza filo-vaticana dell’esecutivo Monti), dopo le contro-riforme del sistema pensionistico, diventato il più iniquo d’Europa e quella del mondo dei diritti del lavoro, quale sarà la prossima mossa di questo sistema economico in crisi?
Nulla di buono, questo è certo.
Chi, come Monti considera la concertazione il male assoluto (come da ultima, ennesima, infelice esternazione) facendo, di contro, dell’austerity un must, un dogma ideologico vissuto come unico possibile porterà solo danni al nostro paese e le prime avvisaglie le stiamo vivendo anche a livello locale.

domenica 8 luglio 2012

Dignità di donna, dignità di una città



La notizia è di quelle che fa traballare, sobbalzare ed interrogare.
Esiste, eccome, nel PdL chi non accetta la mistificazioni sulle quote di genere nella giunta comunale e punta i piedi.
Noi stessi, conoscendo personalmente alcune personalità di centro destra candidate (e non) alle ultime elezioni comunali trasecolavamo nel vedere una giunta composta da soli uomini; di più, uno dei motivi che ci ha spinti, per primi, a sollevare la questione delle quote di genere era proprio questo.
Al di là delle questioni che possano trascendere nel personale, la gravità della vicenda assisana che tanto scalpore sta suscitando anche a livello nazionale sta tutta qui: non è pensabile, non è credibile che nessuna donna di centro destra ad Assisi non se la senta, non abbia le capacità, non sia disponibile ad essere un membro dell'esecutivo locale.
Ma le bugie hanno le gambe corte evidentemente, e tira tira è uscito fuori il giusto orgoglio di una donna del partito di maggioranza che con veemenza e grande dignità chiede a gran voce spazio alla componente femminile.
Ora, perchè la destra assisana ha cercato di mettere a tacere queste giuste pulsioni?
Quali equilibri romperebbe un donna in giunta?
Perchè nessuno ha la minima intenzione di cedere il passo?
Dallo sconcerto si è passati al grottesco: se prima era impensabile ora abbiamo la certezza che la decisione è stata presa sulla testa delle donne del centro destra.
Quindi ora che c'è la disponibilità di una donna si rispetti la decisione del Tar si sani la situazione e si continui il lavoro amministrativo secondo le prerogative di programma che ha vinto le elezioni.
Noi di Rifondazione Comunista siamo abituati a criticare sul concreto: saremo ben lieti di continuare, come facciamo da anni, a parlare degli atti politici che secondo noi la giunta di destra sbaglia.
Senza la riserva mentale di stare parlando ad una giunta senza donne.

martedì 3 luglio 2012

Parità di genere = democrazia


Ricci ripropone la giunta tale e quale alla precedente sospesa dal Tar dell'Umbria.
Lo fa perché ritiene "doveroso" rispettare la volontà degli elettori.
Per noi di Rifondazione Comunista di Assisi è doveroso (senza virgolette) continuare questa battaglia, oggi ancora più di ieri.
Che diversa concezione della Politica!
Questo accanirsi della destra assisana è quanto meno "sospetto", oltre che offensivo per le donne e incurante del Tribunale Amministrativo Regionale.
All'arroganza del denaro (pubblico) utilizzato dal Comune per gli eventuali ricorsi al Tar e al consiglio di stato  per difendere l'indifendibile, rispondiamo con la forza della ragione e della parità di genere.
Insieme agli altri firmatari continueremo a chiedere giustizia perchè riteniamo la questione di genere una delle tante battaglie per la democrazia messe a serio rischio dalla nuova Italia montiana, quella della spending review fatta sulle spalle dei lavoratori e che vede la Costituzione e le leggi italiane come un fastidioso orpello da cancellare prima possibile sulle ali del populismo e della demagogia.
Oggi come ieri, sulle quote rosa come sulla battaglia per il Lavoro, il nostro impegno sarà continuo e costante fino al trionfo della giustizia e della democrazia.