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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


venerdì 20 novembre 2009

Giù le mani dal Cst!


Riteniamo opportuno riprendere la questione del Centro studi sul Turismo di Assisi.
Il nostro Circolo ha sempre sostenuto le rivendicazioni dei lavoratori del Centro Studi in passato, ed oggi torniamo a parlarne anche in relazione al giusto allarme lanciato dai Sindacati che non può non creare in noi che una viva preoccupazione.
Per quanto ci riguarda siamo come sempre a favore di chi lavora e di chi ha contribuito a dare lustro alla Facoltà di Economia del Turismo.
Siamo disponibili a dare una mano in ogni modo a queste persone che vivono un profondo momento di difficoltà.
C'è una strategia per portare la Facoltà di Economia del Turismo da altre parti?
Per noi sarebbe una scelta senza senso. Assisi è la città del turismo per antonomasia (nonostante le politiche fallimentari di questi anni dell’amministrazione comunale).
Il Cst e la Facoltà di Economia del Turismo sono ormai connaturati con la cultura della Città di Assisi.
L’atteggiamento dell'Università di Perugia sta di fatto strozzando la struttura: negli ultimi tre anni l’emolumento pattuito è andato calando da 500.000 a 350.000 agli zero € di quest'anno. Chi ci rimetterà se non i 18 dipendenti del Cst?
Il non finanziamento da parte dell’Università di Perugia non può ricadere sulle spalle dei lavoratori del Centro Studi che hanno contribuito a far divenire la Facoltà di Economia del Turismo un riconosciuto polo d'eccellenza nazionale in campo turistico ed è ingiusto ed eticamente immorale che per altre strategie e per altri interessi, si voglia affossare lo stesso Centro Studi a favore evidentemente di altre facoltà, con lo sviluppo delle quali personaggi che si affacciano ambiziosamente alla politica possano trovare un punto di visibilità.
I lavoratori denunciano l’abbandono anche a livello personale da parte dell'Università di Perugia, che da mesi diserta le riunioni del Consiglio di Amministrazione.
La Facoltà di Economia del Turismo ha avuto 90 nuovi iscritti al primo anno ed ha un totale di circa 400 iscritti, quasi tutti fuori sede. E' una facoltà che gode di ottima salute.
Perché non si decide, ad esempio, di destinare il 20% delle quote che gli studenti pagano per risanare la situazione economica?
La facoltà di Economia del Turismo di Assisi deve il suo successo al costante passaparola che gli studenti ormai laureati fanno con i propri amici e conoscenti. Molti ragazzi si sono iscritti alla facoltà dopo le rassicurazioni avute da chi li ha preceduti, anche e soprattutto, sulle capacità del personale del Cst che hanno dato un valore aggiunto indiscusso alla Facoltà.
Nessuno può sminuire il loro ruolo e la loro importanza classificandoli come semplici operatori del turismo; nessuno, almeno che non voglia sminuirli solo per giustificare o minacciare di spostare la Facoltà stessa.
Non si capisce come mai si voglia abbandonare una struttura la cui utilità è palese anche perché se esiste la Facoltà di Economia è perché i presupposti sono stati messi in campo dal Cst.
Questa situazione avrà forti ricadute economiche anche sull’indotto assisano che da sempre ruota intorno ad una facoltà importante come questa.
Ognuno si prenda le sue responsabilità e si ponga con lo spirito di sistemare le cose, sia dal punto di vista dei livelli occupazionali, sia per un armonico sviluppo delle competenze in un campo così vitale dell’economia come lo è il turismo.
Ne va dell’interesse generale di Assisi.

giovedì 19 novembre 2009

NO B-DAY (OGNUNO HA IL SUO...)





Il prossimo 5 dicembre finalmente l’opposizione al governo Berlusconi si farà sentire, grazie anche al tam tam nato spontaneamente dalla Rete.
Sarà una manifestazione che vedrà rinascere il movimento antagonista a questa destra che sta danneggiando l’idea sociale del nostro Paese a colpi di maglio, scuotendo fin dalle fondamenta ogni pilastro del nostro welfare: il diritto all’istruzione, partendo dalla demolizione della scuola elementare con la reintroduzione del maestro unico e il licenziamento di migliaia di precari, distruggendo quello che era un fiore all’occhiello della cultura italiana e adesso si procede a passi svelti a alla riforma dell’Università.
Il ministro Brunetta, dal canto suo, sta terminando la sua cavalcata populista, demagogica e demonizzante di tutti i dipendenti del pubblico impiego, introducendo misure draconiane come se tutte le colpe dei mali italiani venissero dagli sprechi pubblici, e non anche e soprattutto dall'evasione fiscale.
Intanto il Paese è fermo perché il governo preferisce legiferare d’urgenza sulle beghe giudiziarie del presidente del consiglio, passando dall’incostituzionale lodo Alfano alla riforma del processo breve, un vero e proprio colpo di spugna senza precedenti nella storia repubblicana.
E cosa dire dello scudo fiscale? L'ennesimo regalo ai furbi e alla criminalità organizzata che come sempre godrà di questi provvedimenti mascherati da interesse generale dell'economia italiana.
La gente intanto perde il posto di lavoro, perde le certezze sociali, diviene sempre più inerme; sta avvenendo così l’americanizzazione del nostro Paese.
Alla finestra vi è la riforma delle pensioni, la privatizzazione della sanità ed è di queste ore la sconsiderata approvazione della legge sulla privatizzazione dei gestori delle acque.
Tutte sciagure annunciate.
È vero: stanno rivoltando questo Paese come un calzino e lo stanno consegnando a lupi affamati che si apprestano a sbranarlo senza pietà.
Invitiamo perciò tutti e tutte coloro che sentono questi problemi, a partecipare alla manifestazione che si terrà a Roma.
Oggi più che mai è importante manifestare la propria indignazione verso questa vera e propria emergenza democratica.
Come sempre il Pd nicchia, ma speriamo che il popolo elettore di questo partito voglia essere presente per dare un segnale netto di risveglio.
Ad Assisi, nel frattempo, la destra sembra ai ferri corti.
Ormai non solo noi dell’opposizione (alla cui critiche Ricci ha incredibilmente dichiarato di non voler più rispondere) ma anche la stampa locale evidenzia le spaccature profonde prodotte dal Podestà in eterno conflitto contro tutto e tutti per affermare la sua monarchia assoluta sulle terre della città serafica.
È di questi giorni la presunta dichiarazione del sindaco Ricci che non avrebbe intenzione di ricandidarsi come Sindaco della città ma che addirittura aspirerebbe al più alto scranno della Regione Umbria, forse tentato dalla possibile rimonta che il Pdl sta completando in questi ultimi anni nei confronti di un Pd sempre più confuso e in balia degli eventi.
Da parte nostra abbiamo deciso di cominciare un cammino che ci porterà alle elezioni del 2011 mettendo in primo piano le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori che in questi mesi stanno pagando, lo ripetiamo fino al parossismo, SENZA COLPA, la crisi neoliberista.

sabato 14 novembre 2009

UN NUOVO INIZIO...ANCHE AD ASSISI
































































Sabato 14 novembre nella bellissima Piazza del Comune di Assisi abbiamo predisposto il banchetto per la sensibilizzazione e la relativa Raccolta Firme sulla proposta di legge regionale per istituire il Salario Sociale per i disoccupati, per coloro che hanno perso il posto di lavoro e per i precariamente occupati.
Non avevamo dubbi che questo fosse un problema sentito. Infatti abbiamo riscontrato un interesse ed una attenzione notevoli. La cosa che più ci ha positivamente sorpresi è stato l’interesse che i giovani hanno dedicato all’argomento. Un reddito certo per chi sta subendo, senza colpa, gli effetti della crisi neoliberista è una questione che crea anche consenso politico.
Abbiamo ospitato con piacere rappresentanti rilevanti della Mongolfiera; hanno apposto la loro firma anche compagni della base del Pd. Tutto questo ci ha convinti che è necessario andare avanti con l’informazione e la raccolta firme; continueremo nei prossimi giorni sulle piazze delle frazioni di Assisi e a breve proveremo ad organizzare un’assemblea pubblica sul tema.
Un grazie di cuore a tutta la gente umbra e non che ci ha onorato della loro attenzione.
Molte persone di altre Regioni (Veneto, Campania, Lazio, Emilia Romagna) ci hanno detto che non appena la raccolta firme diverrà nazionale, firmeranno senza indugi.
Questa è la dimostrazione che quando gli argomenti che si affrontano sono sentiti e centrati si crea consenso, anche tra gente di estrazione politica differente.
Come sempre Rifondazione è in prima linea a favore dei bisogni e delle necessità della gente.
E si va avanti…



lunedì 9 novembre 2009

SABATO 14 NOVEMBRE DALLE 15 ALLE 19 PIAZZA DEL COMUNE AD ASSISI RACCOLTA FIRME PER IL REDDITO SOCIALE


Le politiche di Rifondazione Comunista come sempre sono rivolte alla tutela delle classi meno abbienti e da ciò è nata la battaglia sulla questione del salario sociale.
Stiamo elaborando una legge regionale che possa introdurre questo istituto di tutela per coloro che stanno subendo gli effetti più nefasti della crisi economica.
Per molti giovani, e non, l’unico ammortizzatore sociale è il sostentamento della famiglia. Ciò non è tollerabile in un paese civile.
Forme di salario sociale sono previste in tutta Europa come viene evidenziato da una ricerca di Arnstein AAssve un docente norvegese della SDA della Bocconi di Milano.
Da questo studio emerge che:

Regno Unito: Legge di riferimento Disposizioni generali sul reddito minimo, 1987 legge sul reddito sociale; amministrazione della previdenza sociale. Da 669 € per individui di 25 anni a 1834 € per coppie con 3 figli di 8-10 anni. Sanità, prescrizioni del Sistema Sanitario Nazionale gratuite, cure dentistiche gratuite, visite ed Esami Oculistici, riduzione del costo del trasporto ospedaliero, alloggio e riscaldamento (compresi alloggi ipotecari), affitto (può essere coperto dal sussidio), sostegno all’alloggio per disoccupati e lavoratori basso reddito (Non è accordata per chi ha un reddito superiore ai 22623 €). Indennità max 100% dell’affitto e costi delle utenze. Mensa scolastica gratuite, latte gratis per donne incinta, prestiti per situazioni critiche, aiuti per spese funerarie. Non è tassabile. Durata illimitata.

Svezia: Legge gennaio 2002. Da 374 € per single a 1305 € per coppie con 3 figli di 8-10-12 anni. I residenti hanno diritto al reddito sociale; assistenza sanitarie per la quasi totalità pagate; previsto per persone con ritardi mentali o autismi; per malati cerebrali permanenti; disturbi fisici e mentali non dovuti all’invecchiamento con bisogno di aiuto esterno con aiuto finanziario per coprire spese mediche; spese per alloggio adeguato; aiuti per spese per elettricità, assicurazione casa, spostamenti per e da lavoro, occhiali, iscrizione ad un sindacato e al fondo assicurativo per la disoccupazione. Durata illimitata fino al miglioramento delle condizioni economiche.

Germania: Legge del 1/1/2005 comprensivo di alloggio e riscaldamento da 668 € per single a 1859 € per coppie con 3 figli di 8-10-12 anni. Sanità: protezione completa in caso di malattia attraverso pagamento contributi assicurazione sanitaria o pagamento diretto della sanità; indennità per cieche civili; sussidio familiare per istruzione dei figli cumulabile con la Sozialhilfe; promozione della formazione professionale.

Olanda: Oltre al reddito di “sopravvivenza” esiste il Wik destinato agli artisti “per permettergli di avere tempo per fare altro” (600 € mensili).

Leggi simili in Lussemburgo, Norvegia, Austria, Belgio.

Sabato 14 novembre ad Assisi in Piazza del Comune dalle ore 15 alle ore 19 ci sarà un banchetto di Rifondazione Comunista di Assisi sull’argomento e una raccolta di firme affinché sia il Comune di Assisi che la Regione Umbria accolgano questa nostra iniziativa.
INTERVERRA' IL SEGRETARIO REGIONALE DEL PRC STEFANO VINTI, PROMOTORE IN CONSIGLIO REGIONALE DELLA PROPOSTA DI LEGGE

giovedì 5 novembre 2009

Il presepe di Ricci: con o senza pastorelli?





Chi ha frequentato le scuole negli anni 70-80 sa che quasi mai il crocefisso era presente nelle aule scolastiche e ancor più raramente negli edifici pubblici in genere.
L’Italia era la stessa: aveva, e ha, una cultura cristiano-giudaica.
Nessuno mai, però, aveva sentito la necessità di ostentare una appartenenza religiosa, forse anche perché gli orientamenti religiosi sono da sempre una questione personale che si consuma nell’intimità delle proprie riflessioni.
Oggi, in tempi oscuri di guerre religiose, di nuove crociate, in tempi di massicce intrusioni della chiesa per abbattere la laicità dello stato, il crocefisso è divenuto, senza proprie colpe ovviamente, non più un segno di pace, ma indiscutibilmente un segno di guerra.
Per quanto ci riguarda bocciamo come ridicola la proposta del sindaco Ricci di mettere nei luoghi pubblici anche il presepe, sebbene sia una battuta che procede sulla falsa riga della provocazione. Crediamo che i sentimenti di solidarietà, di altruismo e di condivisione che dovrebbero appartenere alla cultura cattolica, ma che sicuramente appartengono a noi comunisti, dovrebbero essere non ostentati ma praticati ed è strano e stupefacente che delle questioni che riguardano di questi principi cristiani se ne faccia paladina la destra che per sua natura è antiegalitaria, escludente e che in Italia si distingue per l’accanimento con cui da la caccia ai migranti.
In paesi ben più civili del nostro, come la Francia, seppur di secolare tradizione cattolica, nessuno si sognerebbe di mettere in un luogo pubblico, e quindi per definizione di tutti, un simbolo che potesse escludere anche una minima parte della popolazione. Per questo motivo non è permesso ai fedeli mussulmani portare il chador o il burqa nelle scuole pubbliche francesi ad esempio.
Impraticabile la strada dell’esposizione di tutti i simboli religiosi e confessionali, tra l’altro non possibile in uno stato che si definisca pienamente laico, l’unica alternativa è la rimozione.
Il papa eletto dopo la morte di Woytila ha cambiato molto l’orientamento dei fedeli italiani dando una svolta integralista al Vaticano; la destra italiana segue solo questo canale ciecamente e senza senso critico.
Il sindaco Ricci (che pur di solito ha un atteggiamento mansueto) per essere coerente con l’idea francescana della città di Assisi e non solo con meri simboli, dovrebbe implementare una idea di accoglienza e di disponibilità verso chi ha bisogno, esattamente come faceva il santo poverello.
Potrebbe dare un primo segnale concreto abolendo la scandalosa norma antimendicanti per esempio.