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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


mercoledì 31 agosto 2011

Il flop della differenziata

di Franco Cesario


Lunghi fa outing sulla differenziata ma da buon democristiano cerca di condividere le colpe del gravissimo flop, in un settore divenuto vitale, con tutti quelli che può infilarci dentro.
Questa ammissione di fallimento deve essere proprio totale se perfino l’arrogante (sia nel governare che nel non ammettere mai un errore) destra assisana fa autodafè!
Chi dovrebbe cambiare le cose e portare a casa percentuali decenti se non coloro che amministrano? Se la raccolta non è porta a porta è colpa della calura estiva o di scelte precise? È credibile affermare che la responsabilità è da addossare anche ai nuovi parametri di calcolo della Regione (sic!)?
E se i cittadini non sono spinti a fare la raccolta differenziata è solo colpa, come dice Lunghi, della loro scarsa attitudine al riciclo?
Quando noi dell’opposizione abbiamo paragonato la nostra percentuale di raccolta differenziata a quella di Napoli ci hanno tacciato di insultare i cittadini assisani: e questo intervento di Lunghi allora cosa sarebbe?
Per incentivare la raccolta differenziata serve che il comune prenda decisamente il problema di petto: campagna martellante di sensibilizzazione, raccolta porta a porta e incentivi sostanziali per i cittadini.
Tutti sanno che soprattutto nelle frazioni più periferiche la raccolta differenziata è lasciata a se stessa; molte persone prendono armi e bagagli e vanno a gettare i rifiuti in altri Comuni.
Dove sono i controlli?
È ora che questi comportamenti non virtuosi vengano stigmatizzati nella giusta maniera e che non si sia conniventi.
Non siamo certo per la repressione ma insieme alle misure sopracitate serve anche un controllo effettivo delle Istituzioni se esse vogliono dimostrare di avere davvero a cuore il bene pubblico.


lunedì 29 agosto 2011

NO ALLA LA MANOVRA DEL GOVERNO DELLE DESTRE



Il Partito della Rifondazione Comunista di Assisi valuta in maniera fortemente negativa la manovra finanziaria proposta dal governo. Continuiamo ad assistere nel nostro paese ad un attacco pesante al lavoro, allo stato sociale e ai diritti in favore delle rendite, dei patrimoni e delle speculazioni finanziarie. I provvedimenti finanziari proposti dal governo sotto la dettatura degli interessi dell’Europa neoliberista dei banchieri e di Trichet scaricano i costi della crisi e la ristrutturazione su base mondiale del capitalismo finanziario sulle fasce più deboli della società. Le ricette sono sempre le stesse: oltre ai tagli allo stato sociale, ai servizi pubblici, ai contributi sugli affitti, ai trasporti pubblici, l’obiettivo del governo resta quello di svuotare le casse di Comuni, Province e Regioni, privatizzare per gli interessi degli amici di turno, e attaccare salari e diritti con il salto di qualità di un ulteriore intervento sull’aumento dell’età pensionabile che consideriamo del tutto inaccettabile. La soppressione di fatto delle festività laiche nazionali (25 aprile, 1 maggio e 2 giugno) oltre a rappresentare un atto i cui benefici economici sono irrisori, dimostra chiaramente l'arroganza insipida di un governo reazionario e revisionista. Si pensi solo che, mentre siamo in assenza di qualsiasi provvedimento contro l'evasione fiscale, di tassazione sui grandi patrimoni e di benché minimo accenno a togliere i privilegi fiscali alla chiesa cattolica, il presunto “contributo di solidarietà” a carico di chi guadagna 12.000 euro al mese (156.000 euro l’anno) costerà meno di 50 euro al mese: una vera e propria presa in giro.
Non solo, mentre si vorrebbero toccare nuovamente le pensioni, il governo non fa niente per tagliare i costi impropri della politica, a partire dai vitalizi.
La manovra attacca poi in maniera evidente le stesse istituzioni democratiche con tagli ulteriori alla rappresentanza nelle assemblee elettive e con provvedimenti di soppressione di Province e Comuni. In altri termini siamo di fronte ad un pericoloso attacco all’autonomia degli enti locali che ne mette in discussione il ruolo positivo di ente di prossimità più vicino ai bisogni dei cittadini ed è anche un attacco diretto alle condizioni di vita dei cittadini più deboli che pagheranno i costi di questa politica con tagli pesanti allo stato sociale. In questo senso rimaniamo assolutamente contrari alla soppressione di Province e Comuni, sacrificati sull'altare dei numeri, mentre di fatto verranno ulteriormente ridotte soltanto rappresentanza e democrazia, non certo gli sprechi. In questo senso riteniamo sbagliato il dibattito che si è aperto sulla vicenda della Provincia di Terni, che, oltre ad essere inopportuno nel considerare storie locali, territori e cittadini come pedine, connota sul piano politico un atteggiamento difensivo e rassegnato. La Provincia di Terni per funzioni e storia non va semplicemente soppressa. E comunque, poiché Province e Comuni sono enti costituzionalmente definiti, questa discussione non è a disposizione delle funzioni della Regione dell’Umbria, la quale deve invece continuare ad operare in maniera positiva rispetto alle necessarie riforme di sistema di sua competenza per la riqualificazione della spesa. Serve invece un contrasto complessivo delle Istituzioni umbre contro la manovra del governo, non stati generali, assemblee costituenti o autoconvocazioni che si rimpallano. Proponiamo invece una risposta unitaria, forte e chiara del mondo delle autonomie e di tutti i Comuni, le due Province e la Regione dell’Umbria rispetto ad un pronunciamento chiaro nelle proprie assisi contro questa manovra iniqua e sciagurata. Nel dichiarare infine il nostro appoggio alle due giornate di mobilitazione straordinaria indette per il 5 e il 6 settembre dalla Fiom, annunciamo l'avvio di una raccolta di firme, che si articolerà in tutto il territorio provinciale, su una petizione che rappresenta una manovra alternativa a quella del governo. La nostra manovra permetterebbe di azzerare i tagli allo stato sociale, alle regioni e agli enti locali, alle pensioni, di mantenere le festività soppresse e di destinare risorse per il reddito sociale per i disoccupati:
- Tassa Patrimoniale sulle ricchezze al di sopra del milione di euro
- Lotta all’evasione fiscale anche facendo pagare per intero le tasse a chi ha usato lo scudo fiscale
- Dimezzare le spese militari e smettere la guerra in Afghanistan e Libia
- Dimezzare gli stipendi delle caste e mettere un tetto agli stipendi dei manager
- Obbligare le aziende che delocalizzano a restituire i finanziamenti pubblici
- Bloccare le grandi opere inutili come la TAV e il Ponte sullo Stretto e sviluppare le energie alternative
Queste sono le nostre proposte per difendere la democrazia, la Costituzione, i diritti, i beni comuni e lo stato sociale ad ogni livello.

martedì 9 agosto 2011

Umanoidi

di Franco Cesario


Il comune annuncia che, grazie a fondi finanziati dalla Regione Umbria, elargirà aiuti alle famiglie residenti in difficoltà fino ad un massimo di 800,00 €.
Evidentemente seguaci del detto “un colpo al cerchio (non dato da loro tra l’altro...) e uno alla botte” nella stessa nota infilano, forse per mimetizzarla, la ferale notizia che per occuparsi del delicato settore "lavoro" è stato stipulato un contratto di collaborazione con una agenzia per il lavoro, meglio nota come agenzia interinale, quindi privata, "al fine di individuare possibilità di lavoro da proporre ai soggetti interessati" affidandogli addirittura appositi spazi comunali.
Ricordiamo ai meno attenti che queste tipo di agenzie propongono soluzioni sempre precarie e sono grandi utilizzatrici di tutte quelle odiose forme di contratti concausa di molti dei mali della odierna società in cui avere un lavoro sicuro è ormai una pura chimera.
Ne ricordiamo alcune forme:
Il lavoro intermittente (o “su chiamata”, da cui l’appellativo inglese “job on call”) è una speciale tipologia di contratto introdotta nel nostro ordinamento con la legge Biagi, soppressa durante il governo Prodi e successivamente reintrodotta col nuovo governo Berlusconi. In questo tipo di contratto il datore di lavoro chiama il dipendente a svolgere la sua mansione solo quando effettivamente serve (con preavviso di almeno un giorno, caspita che premurosi!), lasciandolo invece a casa quando non occorre;
contratto di lavoro ripartito, o job sharing, tipologia di contratto di lavoro con il quale due lavoratori si impegnano ad adempiere solidalmente ad un’unica e identica obbligazione lavorativa;
Il contratto di lavoro a progetto (co.pro.) di cui tutti e tutte conoscono le storture (orario di lavoro come un normale dipedente, assenza del progetto, pagamento a fine contratto...);
Il contratto di lavoro accessorio in cui il lavoratore non viene assunto ma utilizzato solo a comodo del datore di lavoro.
Riteniamo pertanto molto grave che un Ente Pubblico istituzionalizzi il precariato affidando le chances lavorative di tanti giovani e precari a delle agenzie che fanno un vanto di offrire lavori con contratti vergognosi.

lunedì 8 agosto 2011

L'importante ruolo di Carlo Cianetti




Carlo Cianetti rappresenta a pieno titolo una buona parte del centro-sinitra e cioè il Partito della Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Critica, l’Italia dei Valori, il Partito Socialista e Buongiorno Assisi.

In questa prima parte di legislatura il consigliere Cianetti sta svolgendo un egregio lavoro in sinergia con tutte le forze che rappresenta con una duplice finalità: proporre un nuovo modello di sviluppo per la città di Assisi e cercare di compattare le forze democratiche e progressiste che non si rassegnano a quello che considerano il malgoverno (nonostante il consenso popolare) della destra assisana.

Il lavoro svolto da Carlo Cianetti comporta, inevitabilmente, non solo idee per Assisi ma anche critiche e stigmatizzazioni e si basa su dati di fatto: rilevare che la raccolta differenziata ad Assisi è ai livello di città che sono tra le “maglie nere” per lo scarso impegno nel fondamentale campo del riciclo dei rifiuti non significa svilire o offendere una città ma solo dire la pura e semplice verità e proporre soluzioni.

Se ad Assisi la percentuale di raccolta differenziata è bassa non è colpa, tanto per capirci, dei cittadini e delle cittadine ma di coloro che dovrebbero essere preposti alla risoluzione dei problemi della collettività e che sono stati eletti per farlo.

Per queste ragioni esprimiamo una volta di più il nostro appoggio al consigliere Cianetti per le future battaglie che ci attendono da oggi alle prossime tornate elettorali.


Partito della Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori, Sinistra Critica, Buongiorno Assisi, Partito Socialista

mercoledì 3 agosto 2011

RICCI VIGILI DAVVERO SUL CALENDIMAGGIO


di Franco Cesario


Il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla ha stilato una lista di 34 eventi di folklore in tutta Italia da inserire in un marchio di promozione per le eccellenze nazionali che contribuiscono a valorizzare l’immagine del nostro paese all’estero.

Questa operazione porterà vantaggi per le stesse manifestazioni che saranno oggetto di finanziamenti e di pubblicità.
Tra questi eventi solo due sono umbri, la festa dei Ceri di Gubbio e “Coloriamo i cieli” di Castiglion del Lago, mentre sono state escluse manifestazioni di risonanza nazionale e molto rinomate come la Quintana di Foligno, i Giochi delle Porte di Gualdo Tadino e soprattutto, il nostro Calendimaggio.
Se per la Quintana e i Giochi di Gualdo possono essere addotte pseudo-motivazioni animaliste e preoccupazioni per l’incolumità delle persone e delle bestie interessate nello svolgimento delle feste, sbigottisce la decisione che colpisce la città serafica.
Assisi è una città internazionale, di respiro mondiale, crocevia di milioni di visitatori ogni anno e della spiritualità e della sensibilità di pace fra i popoli come non ve ne sono uguali.
L’esclusione dell’assegnazione del “bollino” ministeriale ad una festa che già da molti anni soffre a causa di opinabili scelte da parte di una amministrazione comunale poco incline, nonostante la vocazione naturale di Assisi, alla promozione turistica, porterà ulteriori danni alla festa stessa e all’intero indotto turistico e di popolarità di Assisi.
La reazione del sindaco amico di partito della Brambilla, Ricci, è, francamente, blanda e troppo rispettosa di un atto che invece dovrebbe essere stigmatizzato con forza; tra l’altro questo sarebbe stato un lavoro da compiere a monte, al momento della compilazione della lista dei 34 eventi da inserire nei programmi di sostegno e negli opuscoli che il ministero ha intenzione di divulgare nel mondo.
Assisi soffre da tempo, questo ormai è risaputo, di una mancanza cronica di turisti; il Calendimaggio, festa di popolo che esalta la cultura e la tradizione della città, dovrebbe essere uno dei fattori di rilancio.
L’elenco stilato dalla mitica ancella berlusconiana si compone di 4 tipologie: arte e cultura, creatività, incanto dei luoghi e tradizione.
Questa prima individuazione di 34 manifestazioni riguarda la categoria tradizione. Per le altre ancora ci sono delle speranze di essere della partita.
Ricci e soci lascino da parte le loro paure per l’imminente caduta del governo Berlusconi e abbiano una vera reazione contro le decisioni del ministro Brambilla: si facciano sentire nelle opportune sedi.
Anche da questa operazione si capirà se le belle parole sempre pronunciate da questa amministrazione sono solo vane promesse o se veramente si agisce nel nome e nell’interesse di Assisi.