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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


venerdì 30 settembre 2011

Ordine del giorno del PRC Assisi sui vitalizi



Tutti si riempiono la bocca di belle parole sui costi della politica ma nessuno propone misure concrete per il loro ridimensionamento.

Il Partito della Rifondazione Comunista Federazione della Sinistra di Assisi propone il seguente ordine del giorno al consiglio comunale di Assisi

Misure di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica per gli ex consiglieri regionali

Considerato che

Il perdurare ella crisi economica e le gravose misure di riduzione della spesa pubblica, che hanno il loro culmine nell'ultima manovra fiscale predisposta dal Governo, determinano una situazione di straordinaria emergenza sociale, che impone alle maggiori Istituzioni pubbliche di impostare in maniera radicalmente nuova la questione del riordino e della riduzione della spesa per il proprio funzionamento;

Considerato che

Nell'operare tale riordino è fondamentale distinguere attentamente fra le spese necessarie al funzionamento degli organismi democratici, indispensabili per garantire il corretto funzionamento dello stato di diritto e l'esercizio delle libertà costituzionali da parte di tutta la popolazione, e quelle che invece esulano da questa funzione, che si configurano pertanto come un costo non più sostenibile senza danno per la credibilità delle Istituzioni stesse;

Considerato che

La politica è chiamata a porre fine ad alcune prerogative del tutto estranee alle esigenze di autonomia ed indipendenza dei rappresentanti nelle amministrazioni e negli organismi consiliari, prerogative che si configurano, specie nella fase attuale, come privilegi sotto il profilo del diritto, e sprechi sotto quello economico; in particolare non è più ammissibile, di fronte ad una società chiamata dalla stessa politica a fare sempre nuovi sacrifici, mantenere l'attuale livello di spesa per la previdenza sociale in favore degli ex consiglieri, che ha superato nel 2010 la soglia dei 3 milioni di euro;

Rilevato che

Nel consiglio Regionale dell'Umbria è stata presentata una proposta di legge concernente le norme sulla previdenza sociale per i consiglieri (atto n° 585, di iniziativa del gruppo del Partito della Rifondazione Comunista per la Federazione della Sinistra), in cui si propone di abolire l'assegno vitalizio per i consiglieri in carica e per quelli già cessati dal mandato che non abbiano ancora maturato i requisiti previsti dalla legge, nonché di trattenere una quota del 10% sui vitalizi già elargiti dalla Regione ai 93 consiglieri che ne hanno diritto;

Rilevato inoltre che

Gli importi corrispondenti alla riduzione di spesa derivanti dall'eventuale approvazione della suddetta legge verranno riassegnati in favore di interventi per l’espletamento di servizi e funzioni socio assistenziali, al fine di contribuire alle misure di sostegno in favore delle famiglie vulnerabili;

Considerato che

È nel novero delle facoltà del Consiglio Comunale pronunciarsi in merito ad atti di competenza di altri organismi, come pure promuoverne eventualmente l'adozione;

il Consiglio Comunale chiede al Consiglio Regionale

di procedere alla discussione ed all'approvazione in tempi rapidi della proposta di legge regionale concernente l'abolizione dell'assegno vitalizio;

impegna il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale

a trasmettere il presente atto al Presidente del Consiglio Regionale ed ai Presidenti dei Gruppi consiliari.

giovedì 29 settembre 2011

ULTIM'ORA



di Franco Cesario


Comunicazione urgente per tutti coloro che ancora credono alla buona fede della destra assisana: il comunicato quanto meno frettoloso diramato dal sindaco Ricci che canta vittoria per una ipotetico (e non veritiero) non accoglimento del ricorso proposto da Rifondazione Comunista e da tutta l'opposizione assisana in merito alle quote rosa nell'esecutivo del comune di Assisi è la palese dimostrazione della sua malizia politica e della smisurata voglia di non ammettere per nessuna ragione al mondo di avere compiuto un atto lesivo della parità di genere escludendo dalla giunta assisana la rappresentanza spettante alle donne.

Se perfino un repubblichino come Alemanno ha accettato senza battere ciglio e senza menare così tanto il can per l'aia una giusta sentenza del Tar sullo stesso identico caso, non si capisce perchè la giunta assisiate continui con così tanta foga a difendere l'indifendibile, come fatto tra gli altri anche dal diretto interessato assessore Mignani.
Quando la giustizia avrà esaminato appieno il caso e quando noi dell'opposizione raggiungeremo la certa vittoria che poi null'altro sarà che la vittoria del buon senso e di un corretto spirito delle Istituzioni e delle pari opportunità di genere allora, anche in virtù di questa incauta uscita del sindaco Ricci, la nostra soddisfazione sarà doppia e vieppiù esaltante.

martedì 27 settembre 2011

LA LUNGHI MARCIA

Riteniamo le affermazioni rilasciate dal vice sindaco Antonio Lunghi in cui ringrazia accoratamente le forze dell’ordine per il corretto svolgimento della Marcia della Pace di domenica scorsa, non appropriate al contesto a cui si riferiscono.

Con tutto il rispetto per le forze dell’ordine (tra l’altro dimenticate, al di là dei proclami di facciata, dalla destra al governo che gli ha ridotto i finanziamenti all’osso) conferirgli riconoscimenti tanto eclatanti evidenzia una visione cieca, bigotta, antistorica e qualunquista del significato intrinseco della Marcia della Pace.

La Marcia della Pace non può essere considerata una manifestazione a rischio; in questa manifestazione non ci sono rivendicazioni per l’equità sociale, contro la corruzione o per rivendicare l’attuazione dei propri diritti costituzionali calpestati tali da poter creare tensione e preoccupazione per l’ordine pubblico.

La Marcia della Pace per definizione non crea mai e mai creerà problemi di ordine pubblico perché propone la pace, appunto e non la guerra, mezzo invece usato a profusione dagli stati occidentali che attraverso di essa perpetuano il loro dominio sulle persone e sui mercati.

I 200.000 cittadini, uomini e donne, cattolici, comunisti, aderenti ad associazioni non governative, scout, e tanti altri ancora che hanno sfilato pacificamente per le vie della nostra città non erano pericolosi facinorosi pronti a mettere a ferro e fuoco la città, ma un popolo che esprime la propria volontà di manifestare saldi ideali.

Fortunatamente anche gli assisani hanno capito da tempo questo spirito e non si sognano nemmeno lontanamente di chiudere gli esercizi commerciali o di tapparsi in casa aspettando che passi la “tempesta”.

In 50 anni di Marcia della Pace, caro Lunghi dalla memoria corta, non è mai successo niente di niente che possa giustificare questo pathos.

Forse Lunghi deve giustificare la sua delega alla polizia municipale: ebbene li ringrazi quando effettivamente compiono delle azioni meritorie, sicuramente non ne mancherà occasione, invece di ringraziarli inutilmente per un opera mai prestata.

domenica 25 settembre 2011

MARCIARE



Anche quest’anno la Marcia della Pace da Perugia ad Assisi è stata un grande successo di partecipazione e di contenuti.

Il solito balletto delle cifre ci interessa ben poco: noi del Partito della Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra di Assisi abbiamo allestito un gazebo a Santa Maria degli Angeli ed abbiamo visto sfilare un corteo gioioso, colorato ed ininterrotto dalle 10 di mattina fino alle 16,30 del pomeriggio.

Molti di questi manifestanti si sono fermati a parlare con noi, hanno firmato per la Patrimoniale (abbiamo raccolto più di 1000 firme) e per la proposta di legge regionale contro la delocalizzazione delle imprese che hanno usufruito di finanziamenti pubblici, hanno ascoltato le nostre proposte.

Da questa splendida giornata di sole emerge una rinnovata voglia di pace, quella vera e non solo come aspirazione utopica frenata dalle ragioni della realpolitik a cui certi partiti sembrano ormai aver abdicato, e un nuovo spirito di volontà di partecipare, far sentire la propria voce contro una politica che in mano a certi oscuri personaggi è divenuta solo sinonimo di corruzione, tetri interessi e (grazie alle pratiche del presidente del consiglio) squallido mercimonio e svilimento della figura femminile.

Una salutare iniezione di fiducia per le prossime sfide che ci attendono: su tutte la grande manifestazione europea del 15 ottobre prossimo a Roma e in tutte le capitali del vecchio continente in cui sarà presente massicciamente il nostro Partito al fianco degli indignados italiani.

Tra le mille difficoltà che un Partito come il nostro deve quotidianamente affrontare (in primis l’oscuramento mediatico) continueremo con tutte le nostre forze a ribadire che un’altra via a questo fallimentare modello economico è possibile, che è necessario oggi più che mai che si ridistribuisca più equamente il reddito e che la crisi finanziaria non sia addebitata a chi non ha contribuito a crearla.

Noi ci saremo, sempre disposti ad accogliere nuove adesioni e a rilanciare quelle battaglie che rendano il nostro paese e il mondo più civili, solidali e senza guerre.

Marciando.


martedì 20 settembre 2011

Gazebo del PRC di Assisi alla Marcia della Pace

Il Partito della Rifondazione Comunista di Assisi accoglierà la Marcia della Pace domenica 25 settembre allestendo un gazebo in via Becchetti a Santa Maria degli Angeli che sarà operativo dalla mattina fino al termine del colorato corteo ideato da Aldo Capitini nel 1961.

Ancora oggi, in tempi di crisi economica e sociale, è importante manifestare con forza la propria indignazione contro tutte le guerre imperialiste che affliggono il mondo e che vedono impegnati tanti nostri giovani mandati al macello nelle più disparate zone del mondo.

Auspichiamo che i tagli agli enti locali non riguardino anche questa importantissima e simbolica manifestazione di respiro internazionale: sarebbe un chiaro segnale della volontà politica di cancellare un stentorea voce contro le guerre e per una pace mondiale senza se e senza ma.

Per noi di Rifondazione Comunista è ora di tagliare le spese militari e destinare i relativi fondi alla risoluzione delle gravi condizioni dei lavoratori del nostro paese: non è più tollerabile spendere 14 miliardi di euro per l’acquisto di 131 bombardieri da guerra come deliberato dal governo italiano lo scorso anno!

Presso il nostro punto di incontro di domenica si potrà firmare l’appello per introdurre anche nel nostro paese la Patrimoniale, un atto di civiltà già sottoscritto, grazie all’opera del nostro Partito in tutta Italia, da decine di migliaia di persone.

L’impegno del PRC- Federazione della Sinistra per una vera pace, per la giustizia sociale, per la valorizzazione del lavoro e dei lavoratori, contro il razzismo e la xenofobia della Lega (come ha dimostrato la riuscitissima protesta messa in campo dal nostro Partito contro il ridicolo Giro della Padania della scorsa settimana), proseguono senza sosta nonostante l’oscuramento mediatico e l’ostracismo delle forze politiche che vedono in noi un pericolo in quanto gli unici in grado di sostenere un vera politica alternativa al modello imperante ma in via di fallimento del neoliberismo.

Con questo rinnovato impegno saremo presenti alla Marcia della Pace e in tutte le lotte territoriali (come la sacrosanta battaglia per le quote rosa nella giunta assisana) e nazionali, per fare del nostro paese un posto migliore.

giovedì 15 settembre 2011

Attivo Circoli Prc Assisi e Bastia Umbra: “Basta chiacchiere: approvare subito la legge regionale per abolire i vitalizi dei consiglieri regionali”


Ieri sera, alla presenza del Segretario Provinciale Enrico Flamini, si sono riuniti i Circoli del Partito della Rifondazione Comunista di Assisi e di Bastia Umbra per discutere della situazione politica locale e nazionale.
Nel marasma della crisi economica e delle varie soluzioni ventilate o mai attuate (quelle realmente a favore della gente) o realizzate a discapito solo e comunque dei lavoratori e delle lavoratrici, Rifondazione Comunista in Umbria ha deciso di depositare in Consiglio Regionale una proposta di legge per la cancellazione dei vitalizi dei consiglieri regionali dell’Umbria.
Senza cedere alla demagogia ma pensando concretamente a quali costi eliminare per poter risanare i conti di una Regione che ha subito enormi tagli dal governo Berlusconi, Rifondazione Comunista è convinta che la Politica debba dare un segnale concreto di austerità e serietà per convogliare risorse a favore dei cittadini eliminando quelle odiose spese che non sono più concepibili in un paese civile e moderno.
La Politica per essere davvero rappresentativa, democratica ed al servizio dei cittadini necessita di fondi per poter decorosamente esercitare questa alta funzione Istituzionale.
Quello che si vuole abolire con questa proposta di legge regionale è lo spreco, i privilegi e l’insopportabile sperequazione fra stipendi di eguali cittadini umbri.
Cominciando a dare il buon esempio dalla Politica con l’obiettivo di fondo però di una redistribuzione complessiva del reddito che, prima o poi gioco-forza, dovrà riguardare tutti i settori della società civile.
Infatti il nostro Partito, a livello nazionale, ha lanciato una campagna di raccolta firme per proporre la sacrosanta Patrimoniale che in molti paesi europei è già tranquillamente legge senza che nessuno abbia paura che i cavalli dei cosacchi piombino nelle loro piazze ad istaurare il bolscevismo; nella stessa raccolta firme si chiede un tetto agli stipendi dei manager pubblici e privati, il dimezzamento delle spese militari, il ritiro dai teatri di guerra e la cancellazione delle grandi ed inutili opere come la Tav e il ponte sullo stretto.
Le firme verranno raccolte dal nostro Circolo durante la marcia della Pace domenica 25 settembre con un gazebo che verrà collocato a S. Maria degli Angeli, dove si potrà trovare anche materiale informativo sulla proposta di legge regionale sopracitata e verrà diffuso il nostro quotidiano di Partito Liberazione.

lunedì 12 settembre 2011

ODG SULLA MANOVRA BIS

ORDINE DEL GIORNO SULLA MANOVRA ECONOMICO-FINANZIARIA BIS DEL GOVERNO ED IL SUO IMPATTO SUGLI ENTI LOCALI

Il CONSIGLIO COMUNALE DI ASSISI
PREMESSO
-che i tagli dei trasferimenti agli EELL, previsti dalla manovra bis (imposta per decreto e approvata al Senato attraverso il voto di fiducia) ora all’esame della Camera dei Deputati, per un ammontare di 6 miliardi per il 2012 e di 2,5 per il 2013, che si aggiungono ai circa 6,4 miliardi di euro della manovra già approvata a luglio e che seguono tagli già operati nell’ultimo triennio dal governo Tremonti-Berlusconi per oltre 20 miliardi, DELINEANO CON CHIAREZZA LA GRAVISSIMA SCELTA di scaricare sui cittadini più deboli i costi della crisi mettendo in discussione la possibilità dei Comuni e degli altri Enti Locali di garantire DIRITTI COSTITUZIONALI FONDAMENTALI come il diritto all’inclusione sociale, alla casa alla scuola, alla mobilità, alla salute;
-che a essi si aggiungono ulteriori tagli sulla sanità di 2,5 miliardi per il 2013 e di 5 miliardi nel 2014 i cui effetti saranno gli ingiusti e odiosi ticket, che rischiano di essere aggravati anche in quelle Regioni dove già esistono e che molto spesso sono una forte limitazione del diritto alla salute soprattutto dei ceti più deboli;
-che questi numeri cambiano radicalmente il quadro dei rapporti finanziari fra Stato ed Enti Locali e sono destinati, soprattutto nella fase di predisposizione dei bilanci preventivi per il 2012 a fine anno, quando si sommeranno agli effetti delle varie manovre pregresse, A COMPROMETTERE la capacità degli ENTI LOCALI di GARANTIRE SERVIZI AI CITTADINI E DI PROMUOVERE POLITICHE DI SOSTEGNO ALLO SVILUPPO;
PREMESSO ALTRESI’
-che oltre ai tagli, nella manovra è previsto un attacco all’ ordinamento costituzionale e all’ autonomia dei Comuni, motivato falsamente come riduzione dei costi della politica, che mette in discussione il ruolo dei piccoli comuni sotto i 1000 abitanti, con norme confuse che impongono in maniera burocratica la gestione associata dei servizi e delle funzioni e la riduzione ulteriore del numero dei consiglieri comunali privandoli anche del gettone di presenza e riducendo ulteriormente il numero dei consiglieri dei comuni fino a 10000 abitanti ;
-che, mentre si profila la presentazione di un aleatorio disegno di legge costituzionale per l’abolizione delle Province, senza nessuna discussione seria sul coordinamento degli organi costituzionali dello Stato che avrebbe dovuto essere definita nell’ ambito dell’approvazione della Carta delle autonomie, nelle more si procede da subito a dimezzare i consiglieri provinciali, dimostrando, anche in questo caso, che il vero obiettivo è l’attacco alle rappresentanze democratiche dei cittadini;

TENUTO CONTO

-che questa manovra rappresenta un pericoloso e forse definitivo attacco all’autonomia dei comuni e degli altri enti locali che ne mette in discussione quel ruolo positivo di ente di “prossimità” più vicino ai bisogni dei cittadini, ma anche un attacco diretto alle condizioni di vita dei cittadini più deboli che pagheranno i costi di questa sciagurata politica con tagli ai servizi sociali o con aumento di tasse e tariffe comunali.
-che le misure economico-finanziarie contenute nelle manovre per il 2012-2014 non solo non sostengono processi veri di sviluppo e di crescita economica e non tutelano il reddito reale dei ceti più deboli, ma sono perfino in contrasto col processo di attuazione del cosiddetto federalismo fiscale e municipale che, in questo modo, diventerà solo la copertura di una scelta centralistica di tagli lineari e indistinti;
-che tali tagli costringeranno i comuni e gli altri enti territoriali a sottostare a una scelta perdente fra notevole ridimensionamento e/o privatizzazione dei servizi, aumento delle tariffe e vendita del patrimonio;

CONSIDERATO

-che un’ ambigua norma (art. 4 ), nell’ ambito del capitolo liberalizzazioni dei servizi e delle attività economiche, incentiva con apposite premialità e semplificazioni la privatizzazione dei servizi pubblici locali, in netta contrapposizione con quanto emerso nei recenti referendum e cioè la valorizzazione del ruolo pubblico nella gestione dei servizi anche di rilevanza economica, togliendo così ogni sostanziale libertà di scelta ai comuni in materia di servizi pubblici locali;
-che i tagli, colpendo o azzerando la spesa per lo sviluppo, gli investimenti e la spesa per il sociale, incideranno gravemente su questo delicatissimo comparto degli Enti Locali e delle Regioni, che già risulta ampiamente sottodotato rispetto ai bisogni reali e che la stessa regionalizzazione del PATTO DI STABILITA’ è assolutamente insufficiente e limitata per contenere gli effetti negativi della manovra;

PRESO ATTO

-che, in queste condizioni, è concreto il rischio che si reintroduca l’IRPEF sulla prima casa attraverso un meccanismo, previsto dalla manovra di luglio, di taglio di una serie di agevolazioni, detrazioni e deduzioni fiscali anche per i redditi bassi;
-che la prevista anticipazione della possibilità dei Comuni di aumentare ulteriormente le addizionali IRPEF, insieme alla facolta’ prevista dai decreti attuativi sul federalismo di aumentare altri tributi, è destinata ad accentuare una pressione fiscale locale che comprometterà la condizione sociale , oltreché favorire una spinta recessiva;

DELIBERA

1-di garantire il proprio appoggio – anche dopo l’approvazione definitiva della manovra – alle iniziative di lotta delle AUTONOMIE LOCALI contro gli effetti della manovra bis;

2-di non procedere, in relazione all’aggravamento della situazione finanziaria derivante dalla manovra, all’'aumento dell'addizionale IRPEF, in particolare sui redditi da lavoro dipendente - almeno fino a 40000 euro lordi – e all’ introduzione indiscriminata della tassa di soggiorno che rischia di compromettere l’economia turistica, concordando con le Regioni e con gli operatori del settore possibili misure alternative.

3-di sollecitare l’impegno di tutte le figure istituzionali (non solo i sindaci ed i Presidenti, ma tutti i consiglieri comunali) nell’opera d’informazione e coinvolgimento dei cittadini, che sono le vere vittime degli effetti della manovra del Governo.

4-di sostenere a livello territoriale iniziative di mobilitazione capaci di coinvolgere gli utenti dei servizi che rischiano a l’aumento delle tariffe o la chiusura (es. asili nido, servizi sociali, ecc.) evidenziando con “scioperi alla rovescia” o con altre iniziative anche simboliche le vere vittime di queste politiche governative.

5-di sostenere il ricorso alla Corte Costituzionale contro la illegittimità costituzionale di molti articoli della manovra bis che violano l’articolo 119 della Costituzione e la stessa legge delega n.42 , in considerazione del fatto che la riduzione delle risorse attraverso i tagli lineari, coniugata ai vincoli del federalismo, lede il principio di autonomia di entrata e di corrispondenza fra finanziamento integrale e funzioni pubbliche esercitate, il principio dell’ universalità e dell’ appropriatezza dei servizi. riconosciuti per legge come essenziali, nonché il rispetto delle indicazioni emerse dai referendum.


giovedì 8 settembre 2011

Ricorso...alla civiltà





Come da annuncio fatto lo scorso luglio in prima istanza dal nostro Partito, immediatamente dopo la sentenza del Tar del Lazio in merito all'annullamento della giunta comunale di Roma (che infatti in pochi giorni ha provveduto a modificare l'esecutivo locale facendo entrare in giunta l'ex presidentessa della Roma Rosella Sensi) in questi giorni, insieme ad altri soggetti politici e della società civile, abbiamo presentato un ricorso contro la giunta comunale di Assisi in merito alla mancanza di bilanciamento tra i generi nell'attuale organo di governo del comune che come è noto è composto da cinque membri tutti di sesso maschile.
Non è una battaglia strumentale come, con il solito refrain ormai veramente stancante, la definisce questa maggioranza a cui non si può imputare nulla senza essere tacciati di lesa maestà, ma una seria questione di civiltà, talmente sentita e condivisa da avere avuto parere positivo dal Tribunale Amministrativo della regione laziale.


Proprio questa sentenza dovrebbe consigliare agli amministratori assisiati maggiore attenzione e un giusto rispetto istituzionale.


Da una vicenda del genere ovviamente ed inevitabilmente, emergono anche delle valutazioni politiche sull'operato della destra: il consenso elettorale dietro il quale si trincerano Ricci e soci non può giustificare una composizione di giunta tutta votata al mero voto espresso dai cittadini senza minimamente tenere conto delle competenze e, come in questo specifico caso, dell'equilibrio di genere che non è un capriccio radicalchic ma un diffuso sentimento che si basa sulle condizioni storiche di assoggettamento che da sempre deve subire la donna, soprattutto nella società italiana; questo oggi è uno dei principali compiti della politica.


Questa nulla sensibilità alla problematica e questa evidente misoginia desta sconcerto, rabbia, indignazione che in noi, da comunisti e democratici, non può che trasformarsi in azione concreta, aspettando rispettostamente che le Autorità competenti facciano il loro lavoro ed accettando senza polemiche le loro inappellabili decisioni.

lunedì 5 settembre 2011

Il Partito della Rifondazione Comunista di Assisi domani aderisce allo sciopero generale e sarà presente alla manifestazione provinciale che si svolgerà a Perugia in piazza della Repubblica dalle ore 10,00.

Perché scioperare? Perché la manovra messa in piedi dall’esecutivo Berlusconi è una grande presa in giro, perché è palese che non tocca gli interessi dei potenti e della casta e perché non cerca di ridistribuire più equamente i sacrifici per uscire dalla crisi economica.

La nostra è indignazione pura che ci porterà a scendere in piazza con convinzione per riaffermare i nostri diritti.

All’Italia non serve una manovra figlia di nessuno nelle sue criticità e compiacente con gli speculatori che in questa crisi hanno visto aumentare, paradossalmente, le loro ricchezze.

Noi di Rifondazione Comunista proponiamo una tassa per i grandi patrimoni al di sopra del milione di Euro per far si che chi più ha più contribuisca al risanamento dei nostri conti; una vera lotta all’evasione fiscale per far si che chi in questi anni si è arricchito sulle spalle dei lavoratori paghi quel che è giusto, soprattutto coloro che hanno usufruito dello scandaloso scudo fiscale di qualche mese fa; mettere un vero tetto agli stipendi dei manager e delle varie caste che ammorbano il nostro paese; dimezzare le spese militari cominciando dalla cessazione immediata delle guerre in Afghanistan e Libia, bloccare i grandi sprechi come le grandi opere inutili della TAV in Val di Susa e il Ponte sullo stretto riutilizzando le stesse risorse che si risparmierebbero per un vero impulso alla economia basata sulle energie alternative; imporre alle aziende italiane che delocalizzano il lavoro all’estero la restituzione dei finanziamenti pubblici.

Con questa piattaforma saremo in piazza domani per lo sciopero generale e raccogliendo contestualmente delle firme per poter realizzare questi punti.