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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


venerdì 25 settembre 2009


Riteniamo di dover presentare una proposta di ordine del giorno al Consiglio di Assisi sulla proposta di legge per l’allargamento della soglia di sbarramento al 4% anche per le elezioni regionali, provinciali e comunali in quanto ci preoccupa il fatto che questa legge, se approvata, potrebbe portare ad una deriva antidemocratica che favorirebbe solamente i due maggiori partiti italiani.
Ci duole constatare che questa proposta continua nella strategia, voluta anche dal Pd in accordo con il Pdl, che cerca di manipolarne l’elettorato italiano facendogli credere alla bufala del cosiddetto voto utile.
Il vero voto utile è quello espresso da ognuno di noi in modo libero e consapevole.
Con questo ennesimo atto cerchiamo inoltre di far comprendere all’opposizione assisana il nostro spirito di collaborazione con idee e fatti precisi in modo che nessuno possa affermare che ci sia mancanza da parte nostra di progettualità.

ORDINE DEL GIORNO

avente per oggetto: “Contro lo sbarramento al 4% nelle elezioni regionali, provinciali e comunali”

CONSIDERATO

Che la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati ha avviato l’esame della proposta di legge n. 2669 avente ad oggetto le modifiche alla legge 2004 n. 165 e norme transitorie per le elezioni dei consigli regionali e dei presidenti delle giunte regionali da tenersi nell’anno 2010, nonché le modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267;

VALUTATO

Che la proposta di legge A. C. 2669 contiene l’introduzione di una soglia di sbarramento pari al 4% per l’attribuzione dei seggi nei consigli regionali, provinciali e comunali, indipendentemente dall’appartenenza ad una coalizione;

Che imporre una soglia minima di accesso come principio fondamentale del sistema di elezione dei consigli regionali interferisce pesantemente con l’autonomia che l’art. 122 della Costituzione assegna alle regioni;

Che l’introduzione di un medesimo sbarramento alle elezioni europee ha già determinato l’esclusione dalla rappresentanza parlamentare in Europa per milioni di italiani, pari al 13% degli elettori;

RITENUTO

Che la proposta di legge A. C. 2669 non giova affatto alla stabilità delle giunte in quanto le attuali leggi elettorali assicurano tutte consistenti premi di maggioranza che non consentono alle forze politiche minori di determinare la caduta degli esecutivi, ne sia prova il fatto che negli ultimi 5 anni nessuna giunta regionale è stata sfiduciata;

Che lo sbarramento al 4%, come per le elezioni europee, intacca il pluralismo democratico e limita la rappresentanza di milioni di italiani che non si riconoscono nelle attuali forze politiche presenti in Parlamento;

Che la medesima soglia elettorale per i Comuni e le Province non tiene affatto conto della diversità di funzioni tra lo Stato e gli Enti locali e che l’autonomia delle istituzioni locali deve esplicarsi attraverso la rappresentanza in consiglio di ciascuna minoranza presente sui territori;

Che in tal modo viene annullato il confronto in atto per la definizione del nuovo codice delle autonomie col paradosso di restringere la rappresentanza democratica nei comuni e nelle province senza aver deciso quale sia il ruolo fondamentale di tali enti nell’ambito del provvedimento sul federalismo;

Che la proposta di legge risulta ipocrita nel momento in cui, per le regioni, cancella dal diritto alla rappresentanza milioni di elettori, riconoscendo tuttavia agli stessi la possibilità di essere conteggiati nel calcolo delle preferenze ai “governatori”;

Che la proposta è del tutto funzionale al rafforzamento degli esecutivi e degli assetti presidenzialistici ed a ridimensionare ancor più il ruolo delle assemblee elettive;

IL CONSIGLIO COMUNALE DI ASSISI

CHIEDE

Che la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati respinga la proposta di legge n. 2669;

DISPONE

L’invio del presente Ordine del giorno approvato ai Capigruppo delle forze politiche in Parlamento, ai componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, ai Presidenti ANCI ed UPI, al Presidente della Conferenza delle Regioni.

lunedì 21 settembre 2009

Dàgli al diverso




Non finirà mai di stupirci la barbarie espressa dalla destra!
In particolare da quella assisana.
Questa da sempre si distingue per l’ assurdità delle sue proposte e per il rifiuto della diversità e nei confronti degli emarginati.
Al contempo noi non perderemo mai l’occasione di censurare la loro ferocia.
Martelli ha rilasciato una dichiarazione ai giornali nella quale chiede all’amministrazione comunale, sulla scorta anche dell’ordinanza anti-mendicanti che ha reso tristemente famosa Assisi, di fare di più contro i venditori abusivi, rei di essere troppo insistenti nel chiedere alla cittadinanza di poter vendere qualcosa.
Nel suo comunicato è persino capace di inserire un pizzico di pietismo, definendoli “poveri disgraziati sfruttati da organizzazioni criminali” e una notevole botta al sindaco Ricci, dicendo che ha “perso lo smalto di una volta”, tradendo però la sua natura intollerante nel momento in cui li definisce testualmente “vù cumprà”.
Ci sembra quantomeno limitato, per usare un eufemismo, utilizzare un tema tanto delicato quanto populista, per attaccare Ricci e segnare il territorio per le future battaglie e lotte intestine al Pdl.
Martelli punta a stimolare nella cittadinanza la questione della turbativa della sua tranquillità come se questa davvero potesse essere messa in pericolo da questa gente a cui il magnanimo Martelli non permette nemmeno di sopravvivere.
Oltre ad istigare l’opinione pubblica e l’amministrazione comunale, già molto “ben” schierata nei confronti della diversità, cosa propone Martelli?
Vuole trasformare Assisi da città della Pace a un ricettacolo intollerante e accessibile solo a chi ha denaro a fiumi da spendere?
Vuole che Assisi sia una città nostalgica di un passato fortunatamente tramontato e che noi ci auguriamo (e lotteremo sempre affinché) non torni più?
Martelli cavalca il clima di intolleranza che sta infettando l’intera Penisola.
Aggressioni omofoniche tutti i giorni, respingimenti di migranti dalle nostre coste, anche oggi la notizia di un’uccisione di un lavavetri a Roma.

Le divisioni e le diversità devono venire fuori da questi argomenti e non dalla spartizione del potere. Perché di questo si tratta nella lotta nel centro destra di Assisi.
Purtroppo per Assisi pensiamo che alla fine tutto si ricomporrà perché quando si parla di potere un accordo lo si trova, basta che ci sia abbastanza cibo per tutti nella greppia.

lunedì 14 settembre 2009

Una rimozione che piace ai picciotti




Intendiamo esprimere il nostro estremo disappunto per la rimozione della targa intitolata a Giuseppe Impastato detto Peppino, a cui, tra l'altro è dedicato il nostro Circolo del Partito della Rifondazione Comunista, dalla biblioteca del comune di Ponteranica in provincia di Bergamo.
Peppino è stato un eroe e un martire anti-mafia, universalmente riconosciuto al di là del colore politico.
E' una vergogna cancellare la memoria di cotanto sacrificio per il bene di tutti noi, compresa la gente del nord.
Non capiamo assolutamente come mai ciò deve essere fatto a discapito di un personaggio limpido come Peppino; l'unica spiegazione che ci diamo la ritroviamo in un anticomunismo cieco e antistorico, ad un approccio totalmente ideologico e privo di umanità.
Assisi è una città internazionalmente riconosciuta come capitale di alti valori etici e civili, intitolare un luogo o una via a Impastato darebbe ulteriore lustro e dimostrerebbe che anche un comune di destra sa apprezzare le persone di valore
Per tanto:

Al sindaco di Assisi Claudio Ricci

OGGETTO: INTESTAZIONE DI UN BENE E/O UNA STRADA ALLA MEMORIA DI PEPPINO IMPASTATO

Alla luce della rimozione della targa dedicata a Peppino Impastato dalla biblioteca di Ponteranica (BG) che ha suscitato l’indignazione di tutto il popolo italiano, riteniamo che sia doveroso dedicare qui ad Assisi una strada e/o un bene alla memoria di questo eroe siciliano, ucciso barbaramente dalla mafia il 9 maggio 1978.
In risposta al vile atto del sindaco leghista, in ottemperanza alla pratica già evasa dall’ex commissario straordinario Saverio Bonura.
CHIEDIAMO
alla S.V. di procedere all’intestazione di un bene e/o di una strada alla memoria di Peppino Impastato.
A chiederlo non sono soltanto il Partito della Rifondazione Comunista di Assisi, ma l’intero popolo italiano.
Certi che non nutrirà alcuna esitazione nel portare a termine questa pratica in tempi strettissimi, le porgiamo distinti saluti.

PRC Assisi Circolo “Peppino Impastato”
Chiediamo alla minoranza in Comune di Assisi di farsi carico di questa istanza di civiltà.

venerdì 11 settembre 2009

Vietato tagliare


Rifondazione Comunista di Assisi cerca di rilanciare i temi che da sempre sono stati oggetto delle nostre battaglie politiche e che purtroppo in questi mesi sono più attuali e stringenti che mai.
La Scuola Pubblica sta subendo un attacco violento che sa di soluzione finale; ormai i dati si stanno ufficializzando e nemmeno i burocrati del Ministero potranno più smentirli.
Come per gli altri settori del mondo economico italiano, la precarietà è ufficialmente diventata la regola e non più l'eccezione del lavoro.
Giovani laureati e da anni incerti sul lavoro futuro da questo mese avranno "finalmente" la certezza che non lavoreranno più.
Nella sola nostra Regione più di 600 licenziamenti tra docenti e personale ATA per non menzionare gli accorpamenti delle classi con un relativo e naturale peggioramento dell'insegnamento e apprendimento dei nostri figli.
Si taglia con la scure in un settore evidentemente non ritenuto vitale e anzi di ostacolo allo sviluppo delle scuole private.
Questo ordine del giorno è già stato presentato in Consiglio Provinciale e in molti Comuni della Regione.
Pensiamo sia utile presentarlo anche ad Assisi, con la necessaria collaborazione, pensiamo anche dovuta vista l'importanza del tema, da parte della minoranza in Consiglio.
In nome non solo della Scuola Pubblica ma anche di quell'unità delle forze democratiche e progressiste che ad Assisi hanno più che mai necessità di collaborare.

“Difesa del sistema pubblico dell’istruzione contro i provvedimenti del Ministro Gelmini”

PREMESSO

CHE i provvedimenti e i tagli del ministro Gelmini rappresentano un attacco grave ed inaccettabile al sistema pubblico dell’istruzione e all’occupazione;

CHE lo smantellamento del sistema pubblico dell’istruzione nazionale perseguito scientemente dal governo va a ledere uno dei principi fondamentali della nostra costituzione, favorendo i privati e il ritorno ad una scuola classista;

RILEVATO

CHE il ministro Gelmini è riuscito in piena estate a determinare il più grande licenziamento di massa nella storia del nostro Paese che in tre anni riguarderà 150.000 precari;

CHE in Umbria 571 insegnanti e 221 lavoratori amministrativi e tecnico ausiliari perderanno il posto di lavoro a causa dei tagli previsti dal governo, con pesantissime ricadute sul fronte della riduzione del numero delle classi, sulla cancellazione di alcuni indirizzi di studio, sulle attività di integrazione dei bambini con handicap, sul tempo pieno fortemente ridimensionato, il tutto mentre nella nostra regione è previsto per l’anno 2009/2010 un incremento della popolazione scolastica di circa 2.000 unità;

CONSIDERATO

CHE i risultati concreti dei tagli voluti dal Ministro sono dunque i licenziamenti, la fine di un sistema nazionale d'istruzione, la messa in discussione del diritto all'apprendimento di qualità per tutti ;

RITENUTO

CHE le istituzioni locali debbano difendere l'occupazione, il sistema d'istruzione pubblico e i valori fondamentali della nostra carta costituzionale;

SI IMPEGNA IL SINDACO

- a sollecitare la Regione dell’Umbria affinchè questa questione diventi centrale nell’agenda politica del Presidente della Giunta Regionale.
- ad intervenire presso il Governo e il Parlamento chiedendo la riconferma di tutti gli insegnanti precari che nel 2008 hanno avuto una cattedra assegnata in via temporale annuale e la stabilizzazione per decreto di tutti i precari del mondo della scuola.

martedì 8 settembre 2009

Riccisconi


Il nostro Circolo, forte di una ispirazione garantista, che ha caratterizzato sempre la storia del nostro Partito, aveva richiamato, dalle colonne di questo Blog, ad un atteggiamento più accorto e di estrema fiducia nell'operato della Magistratura.
Sembra che il nostro invito alla moderazione verso la minoranza fosse ben calibrato.
Sempre noi avevamo posto, di contro, l'attenzione sulla capacità di non informare ed anzi di girare le notizie promodo loro, da parte dell'amministrazione comunale di Assisi.
Caratteristica di questa destra sia assisana che romana, è quella di mistificare la realtà, in modo che tutto possa essere utile al proprio tornaconto.
Nel manifestare coerentemente la nostra solidarietà alla Mongolfiera e a tutta l'Opposizione in Comune di Assisi per quello che sembra effettivamente un tentativo di imbavagliamento attraverso la minaccia di ricorrere alla Magistratura, non possiamo non notare come le somiglianze fra Ricci e Berlusconi siano sempre più evidenti (magari Ricci lo prende come un complimento ndA....).
Crediamo altresì che questo procedere a ranghi sparsi sulle questioni comunali sia un danno per la Politica.
Noi di Rifondazione Comunista purtoppo non siamo rappresentati da un Consigliere Comunale che avrebbe sicuramente dichiarato la nostra contrarietà ad ogni tipo di Puc 1 o 2, e per quanto ci riguarda siamo ben felici della bocciatura di quello numero due da parte della Regione Umbria.
Crediamo, se esiste la volontà e se questa non sia solo riferita alle prossime elezioni amministrative, che si debba procedere possibilmente all'unisono, e dopo aver discusso insieme le questioni e le decisioni che riguardano la Cosa Pubblica.
Ciò non è mai stato fatto; noi non siamo mai stati interpellati.
Ultimamente avevamo proposto un Ordine del Giorno, sempre sul nostro Blog e anche su quello della Mongolfiera, che riguardava i problemi dei costi dell'acqua; avremmo da proporne altri ma ci sembra, se l'atteggiamento è questo, di fare un buco nell'acqua.
Un altro problema forte è l'attacco alle specificità culturali del nostro Paese, la Scuola: tale attacco si aggira e penalizzerà non solo il corpo insegnanti ma anche l'Istruzione dei nostri giovani.
La Scuola era caratterizzata pesantemente della precarietà; con l'ultima direttiva Gelmini si caratterizzerà per la disoccupazione, infatti un gran numero di precari invece di essere stabilizzati, diventeranno disoccupati.
Tutti questi ci sembrano problemi vivi e reali, vorremmo discutere di questo, vorremmo mettere in un angolo la destra su queste cose che hanno un valenza sia per il benessere di chi lavora, che per i ritorni culturali che esse avrebbero e che misurano il grado di civiltà di un paese.
Noi siamo un piccolo partito, grazie anche al Pd, ma abbiamo idee, volontà, valori per cambiare questa politica becera ed insulsa, che la destra ci propina e che nessuno sembra voler contrastare.
Rivolgiamo un appello chiaro, forte ed inequivocabile alla minoranza, la Politica non diviene centrale ed importante solamente in prossimità degli appuntamenti elettorali, essa è il pane di tutti i giorni, quando si smette di fare politica qualcuno che dispone di mezzi maggiori dei nostri (giornali, televisioni, faccia tosta) la fa per noi.
A proposito di informazione e cultura, quanti dei nostri giovani (ma anche adulti) sanno che oggi ricorre l'anniversario dell'Armistizio con gli Alleati, data simbolica perchè rappresenta l'inizio della fine della orrenda dittatura fascista?
Potremmo indicare questa giornata come l'inizio della fine di questa destra razzista, incolta, che fa del qualunquismo la propria forza?

giovedì 3 settembre 2009

Deposito cauzionale di Umbra Acque: un'azione vessatoria nei confronti delle fasce più deboli della società



Rifondazione comunista di Assisi ritiene che l'ultima iniziativa assunta da parte di Umbra Acque, rispetto al pagamento di un deposito cauzionale pari a 100 mc d'acqua (circa 75 euro) per gli utenti che non attivino il pagamento della bolletta tramite conto corrente, rappresenti un'azione sbagliata e finalizzata solo a fare cassa.
Proprio perché riteniamo insostituibile la presenza di una società pubblica nella gestione dell'acqua, valutiamo in maniera fortemente negativa una misura vessatoria che rischia di ricadere sulle fasce più deboli della società, persone anziane, precari, disoccupati, più in generale su quanti non sono grado di aprire e mantenere un conto corrente. Inoltre, non solo non viene riconosciuta ai cittadini la possibilità di scegliere la modalità di pagamento più adeguata alle proprie esigenze, ma di fatto vengono modificate in modo del tutto unilaterale sul piano contrattuale le condizioni del pagamento del servizio.
Esprimiamo la nostra contrarietà a tale iniziativa ed invitiamo Umbra Acque a non procedere all'applicazione in bolletta del deposito cauzionale.

Chiediamo all’opposizione in Consiglio Comunale ad Assisi di acquisirla e presentarla al consesso assisano, cercando di farla approvare.
Riteniamo sia molto importante riaffermare che l’acqua è un imprescindibile bene comune e non può divenire oggetto di mercimonio.

ORDINE DEL GIORNO
di iniziativa del Consigliere Comunale

avente per oggetto: “Decisione dell’azienda “Umbra Acque S.P.A”. di applicare il deposito cauzionale agli utenti che non pagano la bolletta tramite Conto corrente”


PREMESSO

CHE l’acqua è il bene comune primario dell’umanità, la cui fruizione deve essere universale e scevra da qualsiasi manovra speculativa;

RILEVATO

CHE l’azienda “Umbra Acque S.P.A.” ha deciso di attivare un deposito cauzionale, pari al costo di 100 mc di acqua ( 75 euro ), per gli utenti che non adempiono al pagamento della bolletta tramite Conto corrente;

CONSIDERATO

CHE questa decisione appare ingiustificata, vessatoria e di dubbia legittimità giuridica, visto che l’azienda “Umbra Acque S.P.A.” gestisce la distribuzione della risorsa acqua tramite la rete pubblica degli acquedotti, con costi di gestione interamente coperti dalle tariffe applicate e, quindi, senza alcun rischio d’impresa che comporti l’attivazione di depositi cauzionali pagati dall’utenza;

CHE questa misura rischia di ricadere sulle fasce più deboli della società, persone anziane, precari, disoccupati, più in generale su quanti non sono grado di aprire e mantenere un conto corrente;

RITENUTO

CHE i cittadini umbri, come tutti i cittadini italiani, hanno sperimentato negli ultimi anni, con le privatizzazioni che hanno interessato la gestione dell’erogazione dell’acqua, pesanti rincari del servizio, a fronte di miglioramenti qualitativi o inesistenti, o impercettibili, o del tutto inadeguati rispetto ai bisogni dell’utenza e ai canoni di una gestione efficace ed efficiente ( vedi il capitolo delle perdite d’acqua lungo la rete di distribuzione, tutt’altro che risolto nonostante i pesanti rincari tariffari );


SI IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA COMUNALE

1) ad intervenire sull’Azienda “ Umbra Acque S.P.A. “, affinchè la decisione di istituire il suddetto deposito cauzionale venga annullata, in considerazione di quanto prima affermato e nella ferma convinzione che le pubbliche istituzioni, pur non direttamente responsabili della gestione del ciclo delle acque ( per effetto della Legge Galli del 1994 ), non possono tuttavia esimersi dal prendere posizione contro misure vessatorie e soprusi commessi a danno dei cittadini;
2) a prendere contatti con le diverse associazioni di utenti e consumatori, costituendo un’estesa rete di relazioni, al fine di rendere più efficace la pressione volta all’abolizione del deposito cauzionale in questione.