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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


domenica 15 marzo 2015

L'Altra Europa ad Assisi e alla assemblea regionale














L’Altra Europa – Umbria nasce da un processo partecipativo iniziato più di un anno fa dall’esigenza di costruire una nuova soggettività politica contro l’austerity. Con il motto “prima le persone” abbiamo affrontato le elezioni europee con un risultato straordinario per nulla scontato.


Il nostro cammino non si è fermato ma è proseguito: il coinvolgimento attivo di cittadini e cittadine, la nascita dei comitati territoriali, eventi, manifestazioni e assemblee locali, oggi tracciano le linee guida di un processo partecipativo che guarda alla costruzione a livello nazionale di una nuova soggettività della sinistra italiana, antiliberista ed egualitaria.
Convinti che si possa immaginare un’Umbria diversa a partire da politiche economiche, sociali e ambientali alternative a quelle finora portate avanti dalla giunta Marini, e distanti da quelle prospettate dalla destra di Ricci, abbiamo aperto tavoli di discussione sulle principali tematiche per noi prioritarie verso un cambiamento radicale dell’Umbria.
Lavoro, democrazia, ambiente, sanità, patrimonio, immigrazione e istruzione sono alcuni temi analizzati per trovare insieme proposte innovative per un nuovo modello economico e sociale umbro.
La crisi economica che investe il paese ha raggiunto nella nostra regione dati sconfortanti che certificano che l’attuale classe politica al governo dell’Umbria, sempre più ispirata ad una gestione consociativa della cosa pubblica, non è in grado di dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini. Gli indicatori economici lo dimostrano in modo inequivocabile: aumentano la povertà, la disoccupazione, soprattutto giovanile, le ore di cassa integrazione; diminuiscono i redditi più che nel resto dell’Italia centro – settentrionale; calano i tassi di produttività, inferiori di molti punti rispetto alla media nazionale. Le possibilità di ripresa sono ancora più lente e improbabili di quelle nazionali, mentre le capacità di reazione delle istituzioni – segnate da una costante diminuzione di risorse – risultano tutte interne alle ideologie e alle politiche dominanti.
La Regione, insomma, è allo stremo. I mito dell’isola felice non esiste più. Le responsabilità dell’attuale amministrazione regionale, inadeguata e subalterna alle politiche nazionali del Governo Renzi, sono dunque oggettive. In Umbria le politiche di austerità hanno trovato terreno fertile per un colpevole disimpegno delle classi di governo: una Regione che continua a non giocare alcun ruolo rispetto ai tagli centrali ma che, anzi, è in piena continuità con le politiche di austerità, neo-accentratrici e autoritarie di Renzi.
E’ questo che motiva la scelta elettorale autonoma, fuori dalla coalizione di centro sinistra, dell’Altra Umbria. Una scelta che si pone come riferimento l’esperienza delle sinistre d’alternativa europee, a partire da quella di Syriza. In questo senso, le nostre scelte programmatiche hanno due cardini fondamentali: contribuire a un superamento dell’attuale centro sinistra e aiutare dalle istituzioni la costruzione di forme di democrazia organizzata sia a livello economico, politico e sociale, come risposta alla dissoluzione dell’attuale liquefazione della società regionale.
È il momento di voltare pagina e costruire un polo antiliberista e solidale, alternativo alle politiche renziane, per una regione diversa. All’Umbria della recessione, della subalternità, della disoccupazione, della precarietà, all’Umbria della crisi c’è un’alternativa, la cui costruzione passa per un piano regionale del lavoro contro la disoccupazione e la precarietà, per l’apertura di una nuova stagione di intervento pubblico nell’economia, di salvaguardia dei beni comuni, nella valorizzazione delle eccellenze produttive, nell’integrazione sociale e nella multiculturalità, nella tutela dei beni architettonici e ambientali, nella difesa della scuola pubblica e del diritto allo studio, per lo sviluppo di una nuova economia ecologicamente e socialmente orientata.
Vogliamo avanzare nella nostra regione un progetto politico ispirato a criteri di trasparenza, democraticità, progressività, sostenibilità, giustizia sociale, in netta discontinuità rispetto alla politica degli slogan ed alle logiche corporativistiche e accentratrici che la accompagnano e che sono lesive della credibilità, dell’adeguatezza, della democraticità dell’azione istituzionale.

martedì 10 marzo 2015

Prossimi impegni PRC Assisi



Rifondazione Comunista di Assisi venerdi 13 marzo alle ore 17,00 parteciperà all'incontro "Pace, diritti, migranti: quali politiche?" organizzato da l'Altra Europa Umbria alla Pro Loco di Santa Maria degli Angeli, primo passo per la creazione di un programma di governo alternativo in vista delle elezioni regionali del prossimo maggio.

La Direzione Nazionale del PRC ha deliberato, infatti, di non fare accordi con il PD (e quindi anche in Umbria soprattutto dopo il fallimento della giunta Marini) in quanto impegnato nella costituzione di un soggetto alternativo che si candidi a governare le regioni e l'Italia senza l'apparentamento con un partito come quello Democratico che, con il governo Renzi, ha definitivamente deciso di assecondare i dettami della Troika, cioè quelli dell'austerity e del massacro sociale a scapito di tutti i cittadini italiani ed europei.

Per questo parteciperemo anche all'Assemblea Regionale dell'Altra Europa sabato 14 marzo dalle ore 10,00 al Centro Mater Gratiae a Perugia.

La vittoria di Syriza in Grecia, i sondaggi che indicano come imminenti vincitori alle prossime elezioni politiche Podemos ed Izquierda Unida in Spagna e il Sinn Fein in Irlanda, tracciano uno scenario europeo totalmente differente e ci dicono che il vento anche in Italia può cambiare.

Per questo saremo anche a Roma sabato 28 marzo per la manifestazione nazionale indetta dalla FIOM contro le politiche anti-popolari e di destra del governo Renzi, che con il Jobs Act si conferma servo sciocco dei poteri forti che se ne infischiano della volontà popolare, proseguendo senza sosta verso le sue pseudo-riforme che ricordano molto da vicino, più che un'idea progressista, i dettami di confindustria, realizzando ciò che nemmeno i pessimi governi Berlusconi e Monti avevano mai immaginato di fare.