Sabato 27 ottobre il PRC di Assisi si recherà a Roma per
partecipare alla manifestazione NO MONTI DAY.
L'occasione
sarà come sempre importante perchè dovrà dare un segnale al governo delle
banche che gli italiani non cadono nella mistificazione ordita dalle lobby e
dal potere finanziario.
Non
è possibile che la grave crisi sistemica del liberismo venga pagata dai
lavoratori e dal mondo produttivo fatto di artigiani, partite Iva e piccoli
imprenditori mentre speculatori, evasori fiscali e appartenenti alle varie
caste rimangono intoccabili.
Dire
NO a Monti significa dire no all'austerity, no alla precarietà, no alla
cancellazione dei diritti conquistati con anni di dure lotte e sacrifici.
Essere
in piazza sabato però significherà anche dire SI ad una più equa distribuzione
del reddito, si alla dignità del lavoro, si al superamento della crisi
attraverso politiche veramente di Sinistra.
Continua,
anche per queste ragioni, il nostro impegno, insieme agli altri Partiti e
Organizzazioni Sindacali di Assisi, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra
Critica, Italia dei Valori, la "CGIL che vogliamo" e l'USB per
raccogliere le firme per i referendum sul Lavoro e sui privilegi dei
parlamentari: saremo in piazza a Palazzo
di Assisi nella mattina di domenica 28 ottobre.
Di particolare
importanza i due referendum sull'articolo 18, di fatto cancellato
dall'esecutivo Monti con la connivenza di PdL, Udc e Pd e per l'abolizione
dell'articolo 8 della finanziaria 2011 del governo Berlusconi che ha introdotto
il cosiddetto "modello Pomigliano" e cioè la contrattazione azienda
per azienda al posto della contrattazione nazionale di categoria; gli attacchi
al lavoro e ai diritti dei lavoratori portati dagli ultimi due governi della
repubblica italiana sono mosse gravissime e strettamente ideologiche che
tentano di realizzare l'antico sogno di stravolgere la costituzione per avere
mano libera nei confronti dei lavoratori.
L'articolo
18 non ha mai impedito di licenziare nessuno ma dava un senso di alta
giurisdizione al Lavoro perchè con la dicitura "giusta causa" il
datore di lavoro doveva rendere conto dei motivi che portavano a licenziare un
lavoratore; cancellare questa prerogativa significa voler tornare alla legge
del più forte.
L'articolo
18 è la diretta conseguenza dell'articolo 41 della costituzione italiana che
riconosce “L’iniziativa economica privata è libera” ma precisa: “Non può svolgersi
in contrasto con l’utilità sociale o in modo di recare danno alla sicurezza,
alla libertà, alla dignità umana”.
Inoltre è una vera e propria bufala (oltre che un controsenso
di termini...) voler far credere che attraverso licenziamenti più facili si
creeranno più posti di lavoro.
Sarà poi importante cancellare anche l’articolo 8 della
finanziaria 2011 del governo Berlusconi perché è fondamentale ristabilire la
certezza dei diritti per tutti sanciti dai contratti di lavoro nazionali,
aboliti di fatto dalla manovra dello scorso anno dato che con questo articolo
si permettono deroghe sull’orario di lavoro, sulle modalità di assunzione e
sull’inquadramento del personale attraverso singole trattative aziendali.
Essere in
piazza sabato sarà importante anche per questo: chi volesse prenotarsi o avere
informazioni per il pullman che partirà per la zona di Assisi, Bastia e zone
limitrofe può telefonare ai numeri 347/0583636, 334/7158416, 328/7265738,
328/4534801.