Il Circolo PRC "Peppino Impastato" di Assisi propone al consiglio comunale di Assisi il seguente ordine del giorno:
CONTRO LA GUERRA IN SIRIA
IL CONSIGLIO COMUNALE DI ASSISI
Premesso che:
l’art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, ripetutamente calpestato, recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”;
la crisi economica ha acuito i contrasti accentuando la lotta per il controllo delle materie prime, dei mercati e delle zone d’influenza strategiche e la guerra commerciale si appresta a diventare guerra militare.
Considerato che:
risultano di dubbia fondatezza le argomentazioni utilizzate in queste ore dal governo USA e della Gran Bretagna per giustificare un intervento armato: in merito all’utilizzo di armi chimiche e di distruzione dei massa da parte del regime di Assad, le dichiarazioni rese da Carla del Ponte, membro della commissione d’indagine sulla violazione dei diritti umani in Siria, non lasciano infatti dubbi. Alla televisione svizzera il magistrato ha dichiarato che “È evidente che il sarin, un gas nervino paralizzante, è stato usato dai guerriglieri dell’opposizione”, sottolineando come “La commissione d’esperti non ha trovato prove che le truppe governative abbiano usato armi chimiche”;
dai satelliti russi invece sono state rilevate le foto, consegnate alle Nazioni Unite, che testimoniano il lancio di missili armati con testate chimiche da parte dei ribelli che si oppongono al regime, vicini alle organizzazioni estremistiche islamiche e ad Al Quaeda.
L’attuale tragica situazione in Siria è anche il prodotto della violazione dell’embargo sulle armi operato dai Paesi produttori a cominciare dall’Italia che risulta essere il primo Paese europeo venditore di armi alla Siria;
Consapevole che:
alla base delle proteste popolari in Siria forte impatto hanno avuto le politiche liberiste in economia adottate dal 2005 dal governo siriano. Queste hanno prodotto un aumento della polarizzazione sociale, la crescita dell’emarginazione nelle periferie di Damasco e il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione. Ma la legittima, anche intransigente, domanda di progresso sociale ed economico, di giustizia, di lotta contro sistema nepotista e autoritario del regime di Assad, non può essere confusa con il sostegno alle politiche populiste e terroristiche di chi progetta di insediare in Siria un grande emirato su base islamico estremistica.
Allarmato:
dal precipitare della situazione con il rischio che una vera e propria aggressione alla Siria inneschi un conflitto globale, con il coinvolgimento di Israele, Turchia Iran, con coinvolgimento anche del nostro Paese, che potrebbe, anche senza il mandato ONU, diventare territorio per le azioni militari e quindi conseguentemente bersaglio.
Ricordando inoltre che il nostro Paese è impegnato con 1200 militari nella missione Unifil in Libano in funzione di cuscinetto tra Israele ed Hezbollah e che l’attacco alla Siria, avendo gravi conseguenze anche sul Libano, rischia di coinvolgere direttamente il nostro contingente in probabili scontri armati o ritorsioni .Sullo sfondo restano insoluti da tempo questione decisive per quest’area come il diritto del popolo palestinese alla propria terra e il diritto del popolo Kurdo al riconoscimento di un proprio status.
Esprime:
l’assoluta contrarietà all'intervento militare in Siria e chiede il rispetto da parte del Governo italiano dell’art. 11 della Costituzione, sollecitando l’assunzione di misure che evitino il coinvolgimento sul piano militare e logistico del nostro territorio, compreso il divieto di sorvolo e di movimentazione di merci, soldati, armamenti, nonché il divieto di utilizzo della basi militari Nato e Usa presenti nel nostro territorio per azioni militari e di supporto alla guerra in Siria
Dà mandato alla Giunta
nel rispetto dei valori di pace, di ripudio della guerra, del diritto alla sovranità nazionale e dei popoli, di intervenire presso il Governo Italiano affinché si pronunci contro la guerra in modo chiaro e si faccia promotore di una azione internazionale politico-diplomatica per favorire una soluzione negoziata del conflitto, a partire da un forte intervento umanitario a sostegno delle popolazioni che necessitano di generi alimentari, di cure mediche, di alloggi, di scolarizzazione, di assistenza agli anziani.