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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


lunedì 9 settembre 2013

Ordine del giorno contro la guerra in Siria



Il Circolo PRC "Peppino Impastato" di Assisi propone al consiglio comunale di Assisi il seguente ordine del giorno:

 CONTRO LA GUERRA IN SIRIA
IL CONSIGLIO COMUNALE DI ASSISI


Premesso che:



l’art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana, ripetutamente calpestato, recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”;
la crisi economica ha acuito i contrasti accentuando la lotta per il controllo delle materie prime, dei mercati e delle zone d’influenza strategiche e la guerra commerciale si appresta a diventare guerra militare.

Considerato che:

risultano di dubbia fondatezza le argomentazioni utilizzate in queste ore dal governo USA e della Gran Bretagna per giustificare un intervento armato: in merito all’utilizzo di armi chimiche e di distruzione dei massa da parte del regime di Assad, le dichiarazioni rese da Carla del Ponte, membro della commissione d’indagine sulla violazione dei diritti umani in Siria, non lasciano infatti dubbi. Alla televisione svizzera il magistrato ha dichiarato che “È evidente che il sarin, un gas nervino paralizzante, è stato usato dai guerriglieri dell’opposizione”, sottolineando come “La commissione d’esperti non ha trovato prove che le truppe governative abbiano usato armi chimiche”;
dai satelliti russi invece sono state rilevate le foto, consegnate alle Nazioni Unite, che testimoniano il lancio di missili armati con testate chimiche da parte dei ribelli che si oppongono al regime, vicini alle organizzazioni estremistiche islamiche e ad Al Quaeda.
L’attuale tragica situazione in Siria è anche il prodotto della violazione dell’embargo sulle armi operato dai Paesi produttori a cominciare dall’Italia che risulta essere il primo Paese europeo venditore di armi alla Siria;

Consapevole che:

alla base delle proteste popolari in Siria forte impatto hanno avuto le politiche liberiste in economia adottate dal 2005 dal governo siriano. Queste hanno prodotto un aumento della polarizzazione sociale, la crescita dell’emarginazione nelle periferie di Damasco e il peggioramento delle condizioni di vita della popolazione. Ma la legittima, anche intransigente, domanda di progresso sociale ed economico, di giustizia, di lotta contro sistema nepotista e autoritario del regime di Assad, non può essere confusa con il sostegno alle politiche populiste e terroristiche di chi progetta di insediare in Siria un grande emirato su base islamico estremistica.

Allarmato:

dal precipitare della situazione con il rischio che una vera e propria aggressione alla Siria inneschi un conflitto globale, con il coinvolgimento di Israele, Turchia Iran, con coinvolgimento anche del nostro Paese, che potrebbe, anche senza il mandato ONU, diventare territorio per le azioni militari e quindi conseguentemente bersaglio.
Ricordando inoltre che il nostro Paese è impegnato con 1200 militari nella missione Unifil in Libano in funzione di cuscinetto tra Israele ed Hezbollah e che l’attacco alla Siria, avendo gravi conseguenze anche sul Libano, rischia di coinvolgere direttamente il nostro contingente in probabili scontri armati o ritorsioni .Sullo sfondo restano insoluti da tempo questione decisive per quest’area come il diritto del popolo palestinese alla propria terra e il diritto del popolo Kurdo al riconoscimento di un proprio status.
Esprime:

l’assoluta contrarietà all'intervento militare in Siria e chiede il rispetto da parte del Governo italiano dell’art. 11 della Costituzione, sollecitando l’assunzione di misure che evitino il coinvolgimento sul piano militare e logistico del nostro territorio, compreso il divieto di sorvolo e di movimentazione di merci, soldati, armamenti, nonché il divieto di utilizzo della basi militari Nato e Usa presenti nel nostro territorio per azioni militari e di supporto alla guerra in Siria 

Dà mandato alla Giunta 

nel rispetto dei valori di pace, di ripudio della guerra, del diritto alla sovranità nazionale e dei popoli, di intervenire presso il Governo Italiano affinché si pronunci contro la guerra in modo chiaro e si faccia promotore di una azione internazionale politico-diplomatica per favorire una soluzione negoziata del conflitto, a partire da un forte intervento umanitario a sostegno delle popolazioni che necessitano di generi alimentari, di cure mediche, di alloggi, di scolarizzazione, di assistenza agli anziani.


Domenica referendaria








Continua anche ad Assisi la raccolta firme per la campagna referendaria " Cambiamo noi " sostenuta localmente dal Circolo Bellaciao di Sinistra Ecologia Libertà, dal Circolo Peppino Impastato del Partito della Rifondazione Comunista e dalla Lista civica Buongiorno Assisi. Il prossimo appuntamento per poter firmare i cinque referendum è domenica 8 settembre 2013, dalle 10,30 alle 13, in piazza del Comune.

Mentre gran parte della politica e i partiti che sostengono il governo Letta sono immobili e paralizzati, noi ci muoviamo. Praticando e attivando la vita democratica di un Paese che non ha quasi mai avuto riforme vere se non quelle che il popolo italiano spesso ha imposto con i referendum.

Pur sapendo bene che l'attenzione dei cittadini è concentrata giustamente sui temi della disastrosa crisi economica e sociale che sta devastando  il Paese  e che le priorità rimangono quelle del lavoro che non c'è, delle vecchie e nuove povertà che stanno aumentando sempre di più, del forte disagio giovanile di intere generazioni ormai senza futuro, riteniamo che le lotte per la giustizia sociale e quelle per ottenere più diritti civili debbano sempre restare in forte connessione.

Come nella migliore tradizione della sinistra.

I cinque quesiti referendari riguardano:

1-2) Immigrazione: abrogazione delle norme che ostacolano il lavoro e il soggiorno dei migranti. Per eliminare il reato di clandestinità, un reato aberrante che punisce una condizione anziché una condotta e per cancellare quelle leggi che incidono sulla clandestinizzazione e precarizzazione dei lavoratori migranti. 

3) Divorzio breve: per togliere i tre anni di separazione obbligatoria prima di ottenere il divorzio. Vogliamo che si diminuisca il carico sociale e giudiziario che grava sui cittadini e sui tribunali in termini di costi e durata dei procedimenti.

4) Libertà di scelta nella destinazione dell’otto per mille: per restituire ai cittadini l'effettiva possibilità di decidere. La quota relativa alle scelte non espresse sull’8xMille (attualmente più del 50% del totale, circa 600 milioni di euro l’anno, ridistribuita alle confessioni religiose) deve rimanere in capo al bilancio generale dello Stato a sostegno del lavoro e dell’economia.

5) Niente carcere per fatti di lieve entità della normativa sugli stupefacenti: per eliminare quelle norme che riempiono le carceri di consumatori. Vogliamo - essendo impossibile una vera legalizzazione, a causa di convenzioni internazionali stipulate dall’Italia - che sia evitata la pena detentiva per fatti di modesta entità, mentre resterebbe la sanzione penale pecuniaria.

Ad Assisi si può firmare anche in comune (orari ufficio: 8-14 dal lunedi al venerdi; nel pomeriggio di martedi e giovedi dalle 15 alle 18).
A santa Maria degli Angeli presso la delegazione comunale (orari ufficio: 8,30-12,30 dal lunedi al venerdi; nel pomeriggio di martedi e giovedi dalle 15,30 alle 17,30)

Ulteriori informazioni sui sito web: