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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


venerdì 23 dicembre 2011

IMmUni



di Franco Cesario

In questo periodo di profonda crisi del capitalismo e di grandi dibattiti sul come risollevare le sorti della malandata economia italiana è necessario cercare, da parte di quelle forze sociali e politiche responsabili e fortemente caratterizzate per la loro spiccata propensione verso la giustizia sociale, soluzioni che possano evitare vessazioni contro quelle categorie sociali che da anni sono le uniche a pagare regolarmente crisi prodotte da altri.

E' ormai diffusa opinione, non solo in noi “eretici” della Sinistra Antagonista, che tra gli altri provvedimenti da mettere in campo (Patrimoniale, tassazione dei capitali scudati, dimezzamento delle spese militari) ci sia anche un maggiore contributo da parte delle confessioni religiose proprietarie di immobili attraverso il pagamento dell’Imposta Municipale Unica, quel provvedimento recentemente varato dal governo Monti che di fatto reintroduce l’Ici sulla prima casa.

Non si tratta di spirito di rivalsa o punitivo nei confronti delle confessioni religiose (quindi non solo della Chiesa Cattolica che comunque possiede la stragrande maggioranza degli immobili in questione) ma di presa di coscienza e compartecipazione al risanamento delle casse del nostro paese.

Chi sostiene (strumentalmente?) che gli immobili ecclesiastici svolgano una rilevante utilità sociale non inquadra bene la situazione.

Perché l’IMU dovrebbe essere pagata da una famiglia su di un immobile su cui spesso grava già un mutuo ipotecario? Non ha forse anch’essa una rilevante funzione sociale?

A parte i casi di elusione fiscale, presenti anche sul nostro territorio comunale, la zona grigia di esenzione dei beni ecclesiastici è troppo larga e confusa.

Dovere di tutte le confessioni religiose è quello di partecipare alla spese dello stato anche e soprattutto ora in cui la crisi è così acuta; tutti devono contribuire ad eliminare le ambiguità che circondano alcuni immobili in cui il confine fra commerciale e non è molto labile.

Essere compiacenti con questi ormai insopportabili privilegi è veramente fuori luogo.

Anche ministri di questo “governo delle banche” come il ministro dell’Ambiente Clini e lo stesso Bagnasco (salvo poi ritrattare in parte…) hanno aperto ad un miglioramento della legge affinché non ci siano più ombre.

Sarebbe un segnale di solidarietà vera, di superamento di privilegi che ormai non hanno più posto, soprattutto al giorno d’oggi.

martedì 20 dicembre 2011

Ordine del giorno del PRC Assisi sull'antifascismo


Il Partito della Rifondazione Comunista di Assisi, vivamente preoccupato per la recrudescenza del barbaro fascismo tornato tristemente alla ribalta delle cronache per l'efferata uccisione di inermi cittadini senegalesi nella città di Firenze, propone alle forze democratiche in seno al consiglio comunale il seguente ordine del giorno

Al Sindaco

Al Presidente del Consiglio Comunale

ORDINE DEL GIORNO

di iniziativa del Partito della di Rifondazione Comunista di Assisi

avente per oggetto: “Difesa della democrazia e lotta contro le nuove forme di fascismo”

PREMESSO CHE

- I luttuosi eventi di Firenze, provocati da un convinto attivista di una associazione composta da soggetti che non si vergognano di autodefinirsi “fascisti del III millennio”, esigono una pronta risposta delle Istituzioni democratiche a tutti i livelli;

- Assisi è per antonomasia la città della Pace, della Tolleranza, della Fratellanza fra i Popoli e dell’antirazzismo e deve rappresentare nel mondo un faro e un simbolo che serva da monito e da esempio per tutte le comunità;

- l’Italia è una Repubblica democratica nata dalla Resistenza antifascista e fondata sui valori della democrazia, della libertà individuale e della solidarietà sociale;

- la XII Disposizione finale e transitoria della Costituzione italiana recita: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. […]”;

- la legge 20 giugno 1952, n.645 che contiene le Norme di attuazione della XII Disposizione finale e transitoria, prevede il reato di apologia del fascismo commesso da chiunque “pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”;

- detta legge intende per riorganizzazione del disciolto partito fascista “quando una associazione, un movimento o comunque un gruppo di persone non inferiore a cinque persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista”;

CONSIDERATO CHE

- sempre più frequentemente ad Assisi e in tutto il nostro comprensorio le cronache danno notizia di soggetti che si richiamano al fascismo ed al nazismo;

- anche nella nostra provincia si sono verificati atti di scempio e di oltraggio alla storia e alla memoria condivisa del nostro territorio, nonché attentati alle forze democratiche ed antifasciste, come l’incendio alla sezione del Partito della Rifondazione Comunista di Gubbio, con chiari richiami al nazismo (disegni di svastiche sull’ingresso della sede);

- si registra la presenza di organizzazioni di chiara matrice fascista, inneggianti alla violenza e al razzismo;

- sempre più frequentemente organizzazioni pseudo studentesche che si richiamano al nazismo e al fascismo distribuiscono materiali di propaganda fuori alle scuole superiori nel tentativo di diffondere la loro cultura violenta e razzista e fare proselitismo.

EVIDENZIATO CHE

- il riemergere di organizzazioni che si rifanno al nazismo e al fascismo si colloca in un periodo storico dove la nostra Costituzione subisce sempre più frequentemente attacchi che tentano di ridimensionarne il suo portato di libertà e di uguaglianza. Attacchi all’art.1 della Costituzione, alle assemblee elettive, al contratto collettivo nazionale del lavoro sono solo alcuni esempi delle continue e logoranti azioni di svilimento dei principi della nostra Costituzione;

- a fronte degli attacchi alla Costituzione la stessa società civile si è mobilitata con manifestazioni come quelle del 12 marzo 2011, dove hanno partecipato tra gli altri, la Rete degli studenti, Art.21, ANPI, CGIL, ARCI, dimostrando, con la grande partecipazione alla manifestazione, come la difesa della carta costituzionale sia un tema sentito e prioritario per il popolo italiano;

CONSIDERATO CHE

alla luce della storia del nostro Paese, delle atroci sofferenze subite dagli italiani a causa del regime fascista e della guerra da esso voluta, del prezzo di sangue pagato da tanti cittadini per la Liberazione dal nazifascismo e per l'affermazione dei valori di libertà, uguaglianza e democrazia è necessario che tutte le forze politiche democratiche si impegnino per difendere e ribadire i valori antifascisti e democratici condivisi;

IL CONSIGLIO COMUNALE DI ASSISI IMPEGNA IL SINDACO,

LA GIUNTA, I CONSIGLIERI TUTTI

- a proporre ogni utile atto o comportamento finalizzato alla difesa ed al mantenimento dello spirito unitario dell'antifascismo, che vide nella Resistenza combattere fianco a fianco tutte le forze democratiche come i comunisti, i democratici-cristiani, i socialisti e liberali, nonché civili e militari, valorizzando anche le associazioni antifasciste presenti sul nostro territorio (ANPI in primis) ed il coordinamento fra i diversi soggetti politici e sociali, intorno alla comune difesa dei valori antifascisti e democratici;

- a costituire un locale osservatorio antifascista per la difesa della Costituzione Repubblicana;

- a stigmatizzare atti e comportamenti che si richiamano in varie forme al fascismo, a condannare politicamente tutte le “manifestazioni di fascismo”, ovunque si tentasse di svolgerle;

- ad attivarsi affinché non vengano concessi patrocini, spazi pubblici, permessi o autorizzazioni a manifestazioni di ogni genere, in cui siano presenti tali soggetti;

- a intraprendere un percorso di iniziative culturali per far conoscere nelle scuole e tramandare alle nuove generazioni, i valori antifascisti che sono alla base del nostro ordinamento;

- a dichiarare, anche formalmente, il comune di Assisi “Comune antifascista”, inserendo questa dichiarazione di principio nello Statuto del Comune di Assisi.

mercoledì 14 dicembre 2011

UNA MANOVRA DI CLASSE


di Giorgio Becchetti Fillea Cgil-Camera del Lavoro Bastia Umbra

Il governo Monti con la sua manovra del 4 dicembre ha sferrato una vera e propria aggressione contro i lavoratori e i ceti popolari (famiglie, pensionati, giovani, studenti, precari, disoccupati, cassintegrati).

Un attacco che nelle prossime settimane farà sentire effetti devastanti anche sul sofferente tessuto sociale e lavorativo del nostro territorio, già indebolito dalla crisi, dove si moltiplicano le chiusure e i ridimensionamenti drastici di aziende di ogni settore, con la conseguente perdita di migliaia di posti lavoro.

Nella manovra Monti, infatti, non c’è nessun intervento strutturale che possa avere una qualche ricaduta positiva sull'industria locale e nella moribonda edilizia, a partire, per esempio, dall'incentivazione del risparmio energetico, o, come poteva essere, un piano di piccole e grandi opere per il recupero e la messa in sicurezza del territorio e dei centri storici. Non c'è alcun contrasto vero al lavoro nero, all'illegalità e all'evasione fiscale, che segnano pesantemente tutto il settore delle costruzioni e del commercio, con gravissime infiltrazioni mafiose e camorristiche anche nella nostra regione.

Il DURC per congruità negli appalti privati (per tutte le aziende) e la qualificazione delle imprese, con il conseguente elevato recupero di gettito fiscale (Irpef, Iva) poteva essere una strada percorribile, anche visti i passi avanti già fatti dalle parti sociali in questo campo. E invece nulla di tutto ciò!

La mancanza di una patrimoniale strutturale e di una tassazione delle rendite finanziarie, la riproposizione di una Ici maggiorata (Imu) sulla prima casa, gli aumenti dell'Iva e dei prodotti energetici saranno la causa di ulteriori inaccettabili effetti recessivi su una economia locale e nazionale già alle corde!

Il sistema pensionistico viene di fatto distrutto, obbligando le lavoratrici e i lavoratori anziani a restare al lavoro 1-2-3 anni in più, per arrivare più tardi e con assegni più leggeri, in pensione. I pensionati, col blocco dell'indicizzazione (il 75% delle pensioni sono sotto i 950 euro!) resteranno indifesi nei confronti di un’inflazione, che è già al 3,5% e che continuerà a crescere indisturbata.

Questo innalzamento drastico dell'età di accesso alle pensioni appare come una punizione insostenibile per tutti, e più in particolare per coloro che hanno nella fatica, nell'usura fisica, nel pericolo costante, la propria condizione lavorativa quotidiana!

I giovani (che vengono falsamente presentati come i beneficiari della manovra) troveranno sempre più spesso i posti di lavoro occupati da anziani a cui sarà vietato andare in pensione.

Vengono aumentate le tasse che colpiscono i lavoratori e i redditi medio bassi (l’IVA, le addizionali Irpef locali, le accise sulla benzina, l’ICI sulla prima casa, i ticket sanitari) a fronte di salari e stipendi medi fra i più bassi d'Europa.

Vengono ulteriormente tagliati i finanziamenti alle regioni e agli enti locali (5 miliardi in meno) mettendo a rischio e abbassando la tutela e la rete di tutti i servizi pubblici, (dalla sanità ai trasporti) che ci costeranno sempre di più.

Presto arriverà la riforma del mercato del lavoro, con la promessa cancellazione dell’articolo 18 e il definitivo smantellamento di quello che resta, dopo anni di attacchi, dell'insieme dei diritti dei lavoratori

Nel frattempo i ricchi non vengono toccati, anzi, una parte delle risorse tagliate ai ceti popolari andrà a coprire gli sgravi fiscali per le aziende, consentendo ai padroni elevati e sicuri profitti

La manovra “tecnica” è una patrimoniale al contrario che sottrae decine di miliardi al reddito dei cittadini per metterli nelle tasche della finanza, delle banche, del quel 10% già schifosamente ricco di questo paese. Inoltre, la somma delle manovre di Berlusconi e di Monti aggraverà la recessione già in atto facendo perdere altre centinaia di migliaia di posti di lavoro su scala nazionale.

Per tutto questo, nonostante le difficoltà, lunedì 12 dicembre siamo scesi in piazza, in presidio e in sciopero sotto la Prefettura di Perugia per manifestare tutta la nostra rabbia, per respingere questa manovra classista! Dobbiamo essere consapevoli che solo con lotta, solo lavorando per un vero grande Sciopero Generale che non si fermi a qualche cambiamento di facciata della porcheria “tecnica” di Monti, e solo facendo finalmente pagare quel 10% di società che detiene e amministra enormi ricchezze, potremo avere equità e maggiore giustizia sociale.

Mobilitiamoci nei posti di lavoro e nel territorio contro il modello sociale Monti-Marchionne! Il governo Monti non è tecnico, è di destra! Solo con l'estensione delle lotte e la generalizzazione vera dello sciopero e possibile batterlo!

martedì 13 dicembre 2011

Rilanciamo un volta per tutte il turismo

Il turismo è il settore più importante dell’economia di Assisi, il nostro petrolio (molto meno inquinante e per il quale mai nessuno farà, almeno speriamo, una guerra…).

Semplificare con toni trionfalistici, tendenti a dipingere la situazione sempre rosea e sotto controllo non è utile allo sviluppo economico della città.

Né tanto meno il turismo può essere terreno di scontro tra le varie fazioni di un sempre più diviso PdL (nonostante la millantata grande unità di intenti sbandierata dal segretario comunale del partito di maggioranza relativa in consiglio comunale).

Nello specifico delle questioni, restiamo contrari alla tassa di soggiorno perché è un balzello che rischierebbe di comprimere ancor di più le visite e avrebbe effetti negativi sugli operatori con pesanti ricadute sui livelli occupazionali del settore.

Per quanto riguarda il resto manca, purtroppo, a nostro avviso, una vera strategia di insieme, una programmazione a lunga scadenza non basata sulle emergenze e sui capricci del momento; riteniamo utile, invece, creare eventi di rilievo internazionale con cadenza annuale e con una grande valenza culturale per dare ad Assisi una nuova immagine non solo legata al mordi e fuggi e al solo turismo religioso (divenuto, ormai è chiaro, insufficiente se resta il solo elemento distintivo riconoscibile della nostra città).

E' necessario, quindi, puntare su altri ambiti: il turismo basato sulla tutela ambientale (S.Francesco, tra l'altro è patrono dell’ecologia), sulla valorizzazione delle tante bellezze infrastrutturali intese in senso artistico e non solo spirituale, nel far divenire Assisi una delle capitali del buon mangiare “alla umbra” (una delle cucine più gustose e ricche d’Italia) e ovviamente cominciare finalmente una stretta e concreta collaborazione con l’aeroporto di S.Egidio che da pochi mesi porta il nome del nostro santo poverello.

Senza dimenticare che Assisi è la città della marcia della Pace, evento tra i più importanti a livello mondiale nel campo della solidarietà e della tolleranza fra i popoli.

Diversificazione è la parola chiave che deve divenire un mantra per i nostri, fino ad ora incapaci, amministratori.

Assisi è si un motore indispensabile per l’intera Regione ma oggi non è più possibile mettere in campo delle strategie scollegate e solitarie vivendo una condizione di beato (ma non produttivo) isolamento con le altre realtà turistiche umbre.

Non basta puntare sulla scadenza del 2019 per farsi eleggere insieme a Perugia (probabilità purtroppo remota) capitale europea della cultura (tra l'altro ci sono dubbi se il regolamento preveda la possibilità di candidature congiunte con altre città).

Puntare ad essere il fulcro turistico umbro è legittimo ed auspicabile ma ciò deve essere fatto interagendo e traendo opportunità dalla promozione congiunta di politiche del turismo e della gestione del patrimonio artistico e dalla vicinanza alle tante altre attrattive del nostro territorio regionale.

venerdì 9 dicembre 2011

Domenica volantinaggio del PRC Assisi contro il governo dei banchieri


Per protestare contro la manovra del "governo dei banchieri" che colpisce i ceti popolari e salvaguarda i soliti evasori, speculatori e i grandi patrimoni, il circolo "Peppino Impastato" del Partito della Rifondazione Comunista di Assisi effettuerà un volantinaggio nella mattinata di domenica 11 dicembre in tutte le frazioni del territorio comunale.
Tramite le nostra iniziativa porteremo nelle piazze e nei luoghi di aggregazione sociale la nostra idea sul devastante operato del governo del "tecnoburocrate" Monti che sta massacrando lo stato sociale italiano, nel plauso indecoroso e a voce unica dei mass media del capitale e dei padroni.
Siamo contro questa manovra perché in essa non vi è il minimo accenno all'equità sociale che potrebbe essere realizzata con una vera patrimoniale, con la tassazione dei capitali che hanno usufruito dello scudo fiscale, con il reperimento delle imposte mai versate dalle chiese per i loro immobili non dedicati al culto.
Si colpiscono i lavoratori e le lavoratrici di questo paese con l'attacco a tutto campo alle pensioni, con l'introduzione dell'Imposta Municipale sugli Immobili, con gli ulteriori tagli agli Enti Locali, con la continua opera di privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali, nonostante il popolo italiano sia stato chiaro su come la pensa dopo la netta affermazione nei referendum del giugno scorso.
E' necessaria oggi più che mai una mobilitazione continua ed unitaria di tutte quelle forze, partitiche, associazionistiche, popolari e movimentiste del nostro territorio affinché il governo comprenda che la strada che ha imboccato, in continuità con il tremendo esecutivo Berlusconi, non è accettata da chi da sempre supporta le sorti del nostro Paese.
Uniti si può vincere, l'alternativa a queste politiche neoliberiste esiste e grazie al contributo della Sinistra di alternativa si potrà ridare dignità ad un Paese come il nostro da troppi anni martoriato da politiche economiche ingiuste e profondamente anti-popolari.

martedì 6 dicembre 2011

Il decreto "salva-furbi"

La manovra annunciata dal governo Monti conferma, purtroppo, tutti i pronostici che avevamo da tempo preannunciato; scarica sui soliti noti i costi della crisi e salvaguarda i suoi mandanti politici e le lobbies di riferimento.

Ora, testo alla mano, lo possiamo dire con maggiore cognizione di causa e non solo sui (palesi) intenti dei giorni scorsi.

Non è uno slogan ma una triste, tristissima realtà.

Come definire la riforma Fornero sulle pensioni, l’aumento dell’Iva, l’introduzione dell’Imu (la nuova Ici), il taglio indiscriminato e populistico delle briciole dei cosiddetti costi della politica?

Questa manovra non crea sviluppo ne tanto meno nuovi posti di lavoro.

Non c’è traccia né dell’equità né della crescita promesse.

Aumentando l’età pensionabile sarà ancor più arduo per un giovane entrare nel mondo del lavoro.

Aumentando di due punti l’Iva ci sarà una ulteriore contrazione dei consumi.

Non serve essere premi nobel in economia per capire tutto ciò.

Non servono tecnocrati per abolire de facto democratiche elezioni partecipate dal popolo.

Lo Stato non è un’azienda né il governo un consiglio di amministrazione.

Monti non è il nostro amministratore delegato.

Sarebbe questo il tanto autocelebrato decreto “salva-Italia”?

A noi sembra il solito “salva-furbi”.

Il presidente della repubblica, nominando il banchiere ex Goldman Sachs premier invece di dare voce alle urne, ha forzato le prerogative che la carta costituzionale gli affida e compiuto una grave errore che la Storia (e nemmeno noi) non gli perdonerà.

Così come non saranno da assolvere quei partiti che appoggeranno questa macelleria sociale, termine forse abusato ma sicuramente esplicativo.

Chi si aspettava qualcosa di diverso da questo comitato d’affari era solo un illuso o un colluso con questo esecutivo fatto di massoni, lobbisti, fedeli servi delle teorie monetariste, lacchè del Vaticano.

“Ma sempre no a tutto non si può dire”.

“Le controproposte non ci sono”.

“I sacrifici sono inevitabili”.

Falso.

Mai come oggi falso e strumentale.

Noi di Rifondazione Comunista pensiamo che una valida alternativa concreta ci sia, non populista, non demagogica e men che mai strettamente ideologica e comunque sempre meno faziosa di quella di un governo che fa del neoliberismo il suo mantra immodificabile.

Le nostre proposte.

Primo: introdurre da subito una vera patrimoniale percentualmente progressiva per i redditi sopra al milione di euro.

Secondo:dimezzare da subito le spese militari.

E poi: introduzione di una tassa sugli immobili per le residenze non ad uso spirituale di proprietà della Chiesa.

E ancora: taglio netto dei vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, adeguamento dei loro stipendi alla media europea oltre all’introduzione di qualsiasi divieto di cumulo.

Diminuzione del 50% degli stipendi dei manager pubblici e privati.

Tassazione del 10% dei capitali rientrati con lo scandaloso scudo fiscale varato dal governo Berlusconi.

Equiparazione della tassazione delle speculazioni finanziari a quella dei redditi da lavoro.

Cancellazione dei finanziamenti delle opere inutili come la Tav reimpiegando quei fondi per il riassetto idrogeologico del nostro facilmente alluvionabile paese, creando contemporaneamente migliaia di nuovi posti di lavoro.

Il totale derivante da queste azioni sarebbe molto più alto della manovra appena partorita.

Con una sostanziale differenza.

A pagare non sarebbe chi da questa crisi ha avuto solo ingiuste ed antidemocratiche bastonate.