Registriamo amaramente l'imbarbarimento della politica italiana, che sembra impazzita e, cosa ancor più tragica, non si vede all'orizzonte una adeguata reazione della società civile, assopita e manipolata dai mass-media di regime.
Sembrerebbe che la fosca e assurda profezia che prevedeva “la fine della storia” sociale dopo la caduta del muro di Berlino e il trionfo definitivo della liberismo come preconizzata da Fukuyama, (portavoce in verità delle speranze del neoliberismo di protrarre per sempre lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo), si stia avverando.
Così è possibile che un presidente del consiglio in carica possa ergersi a difensore della moralità, paladino dei valori cristiani e della famiglia, e allo stesso tempo avere condotte sessuali non solo moralmente discutibili ma soprattutto sconfinanti nella falsa testimonianza e nell’uso e sperpero di denaro pubblico per fini, per così dire, ludici (per quanto si riesce a leggere e capire dalla stampa non assoggettata).
Lo stesso personaggio che in queste ore ha tuonato sull’immigrazione asserendo che serve più rigore con i clandestini, rispedendone a casa moltissimi; di contro ne muoiono un ben più consistente numero nell’indifferenza generale, affogando nei nostri mari.
Per quanto ci riguarda riteniamo molto più grave la morte di una sola persona rispetto al risultato di mandarne a casa 100.000, anche perché in questo modo si va contro non solo al diritto internazionale ma anche ai più elementari doveri etici e solidaristici che l’uomo dovrebbe avere connaturati.
Ad Assisi, specchio più di altre città della miseranda realtà italiana, si chiedono senza pietà, da parte dei suoi stessi camerati, le dimissioni dell’ingenuo assessore Paoletti, reo solamente di aver constatato e detto le cose come stanno, cioè che le politiche sul turismo di questa amministrazione sono inesistenti tutto comprovato dai numeri.
E' un dovere di tutte le persone che credono nei valori della solidarietà organizzarsi al più presto affinchè cessi questa barbarie; creare conflittualità diffusa, ripartire dai luoghi di lavoro mettendo in evidenza le vittorie delle lotte collettive rispetto alla difesa del proprio piccolo orticello, sempre a rischio di invasione dei barbari.
Gli eroici operai della INNSE (nomen omen...nel nome il destino) insegnano come si conducono battaglie per un lavoro decente, per la dignità, per i diritti.
I barbari sono forti ma siamo ancora in tempo a rispedirli (loro si e non i migranti) a casa.
Ma bisogna agire immediatamente.