Nel più totale e
vergognoso silenzio delle istituzioni sta passando in sordina un referendum che
riguarda una importantissima questione ambientale: la consultazione anti trivelle del prossimo 17 aprile che riguarda le
attività petrolifere presenti nelle acque italiane, ovvero entro 22 km dalla
costa.
Ci
verrà chiesto: volete fermare i giacimenti in attività quando scadranno le loro
concessioni?
Se
vinceranno i sì, le trivelle saranno bloccate. Se vinceranno i no, continueranno a estrarre
petrolio e metano.
La
vergogna non è solo testimoniata dal silenzio dello Stato e di quello complice
dei mass media italiani ma anche e soprattutto dal fatto che il quesito
referendario non sia stato accorpato alle imminenti elezioni amministrative
della prossima primavera.
Molti
addirittura si chiedono se questo referendum sia nazionale. Ci rendiamo conto a
che punto è arrivata la disinformatia???
Cosa
c'è dietro questo spreco di denaro pubblico?
Andare
a votare e votare SI è importante perchè per estrarre petrolio le
compagnie devono versare dei “diritti”, le royalties.
Per trivellare i mari italiani si pagano le royalties più basse al mondo: il 7%
del valore di quanto si estrae.
Un incidente
è sempre possibile in un mare chiuso come il Mediterraneo; il disastro
ambientale sarebbe amplificato. Inoltre la trivellazione non risolverà i nostri
problemi energetici: le riserve certe nei mari italiani equivalgono a poche
settimane di consumi nazionali di petrolio e pochi mesi di gas.
Per
la scansione dei fondali viene utilizzato l’air gun, spari di aria compressa
che generano onde che sondano il sottosuolo. Alcuni cetacei e alcune specie
di pesce vengono danneggiati con conseguenti lesioni e perdita dell’udito.
Il 17 aprile non facciamoci fregare quindi, andiamo tutti a votare SI per fermare lo scempio ambientale del nostro mare!!!