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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


domenica 23 dicembre 2012

CONSEGNATE LE FIRME PER I REFERENDUM




La raccolta firme per i referendum abrogativi per cancellare le modifiche apportate all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, contro il decreto 138 del 2011 che all'articolo 8 ha eliminato la contrattazione nazionale, introducendo il cosiddetto “modello Pomilgiano” e per abolire i privilegi della casta sono arrivati ad uno snodo importante: consegnare le firme al comitato nazionale dopo l'accelerazione politica che si è avuta con le dimissioni del governo Monti, uno dei principali colpevoli del regresso sociale e civile che il nostro paese sta subendo in questi anni.
Il Comitato referendario assisano formato da Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Critica, Italia dei Valori, il sindacato USB e la componente “la Cgil che vogliamo”, dopo un campagna durata oltre due mesi e dopo aver effettuato banchetti nelle principali frazioni della nostra città, ha raccolto ben 350 firme per richiedere la possibilità di sottoporre a referendum abrogativo e cancellare le controriforme operate dai governi Monti e Berlusconi.
A livello nazionale le 500.000 firme sono state raggiunte e quindi con ogni probabilità nella primavera 2014 saremo chiamati a votare il ripristino dei valori fondanti della nostra storia, basata sulla dignità del lavoro e sull'equità per un'Italia più giusta e senza odiosi privilegi.
Come è successo con i referendum sui Beni Comuni lo scorso anno, anche questa volta dovrà esserci una mobilitazione straordinaria di popolo per far capire a chi pensa che ai sacrifici debbano essere sottoposti solo i lavoratori e gli strati popolari qual'è la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini italiani.

Il Comitato Referendario di Assisi


venerdì 14 dicembre 2012

PROMEMORIA PER LA GIUNTA: LA PARITA' DI GENERE



Ospitiamo volentieri il comunicato stampa dei firmatari del ricorso per la parità di genere nella giunta comunale assisana.

Insieme ad alcuni consiglieri e ad associazioni culturali femminili che sostengono la parità dei diritti fra donne e uomini in ogni campo, abbiamo presentato al Tar dell’Umbria nel settembre 2011 un ricorso per l’assenza di rappresentanti donne fra gli assessori nominati dal sindaco. Il Tar dell’Umbria, il 20 giugno 2012, ci ha dato ragione.

Il sindaco Ricci è stato dunque costretto a sciogliere la giunta ma, con un atto di arroganza non indifferente, all’inizio del mese di luglio ha riconfermato gli stessi 5 uomini nelle stesse precise identiche posizioni, giustificando questa scelta con l’affermazione che ad Assisi non sono state trovate donne all’altezza della situazione, donne che sarebbero potute essere immediatamente operative appena insediate come assessori (dopo approfondite verifiche nessuna delle donne candidate nelle liste che hanno appoggiato il sindaco presenta un curriculum adeguato per l’incarico di assessore”).

Si tratta di una pesante valutazione di merito nei confronti delle donne candidate nelle liste che sostenevano Ricci. Nessuna di loro è ritenuta all’altezza della situazione.

Ma soprattutto, considerando che la legge (art. 47 del d. lgs. 267/2000) dice che gli assessori possono essere scelti dal sindaco fra tutti i cittadini in possesso dei requisiti di candidabilità, eleggibilità e compatibilità alla carica di consigliere, è un’argomentazione contraria al buon senso: possibile che ad Assisi tra le 15.000 donne che vi abitano non ce ne sia nessuna capace di fare l’assessore? Nessuna che abbia competenze pari agli attuali assessori?

C’è da chiedersi quale sia il criterio di valutazione utilizzato, che permette al sindaco Ricci di sostenere che gli uomini scelti per comporre la giunta sono migliori di qualsiasi donna del comune di Assisi, anche solo della sua parte politica. Gli uomini scelti per il ruolo di assessore sono mostri di competenze, capacità e cultura? In realtà no, dal momento che lo stesso Ricci dice di non averli scelti per le loro competenze, ma solo per il “numero di preferenze ottenute”.

Vale la pena di ricordare che nei 16 comuni umbri con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti, Assisi è l’unica realtà a non avere almeno una donna nell’esecutivo. Non solo: nessuno dei sindaci che i vari Tar in Italia hanno costretto a sciogliere le giunte si è permesso di “ignorare” la sentenza come il sindaco di Assisi Claudio Ricci.

Il sindaco si nasconde dietro le sue “segretarie tutte donne”, a conferma che la sua visione del mondo si basa solamente su ruoli stereotipati; mentre il vicesindaco Lunghi risponde a Simonetta Maccabei dicendo che “si comporta come la massaia che va al mercato e, prima di acquistare, in tempi di crisi, guarda i prezzi e non fa altre valutazioni, che invece andrebbero fatte”: forse Lunghi non sa che la “massaia” è colei che da sempre si interessa della cura e dell’amministrazione della famiglia e che, dunque, è in grado di fare molte altre valutazioni, oltre che guardare ai prezzi. Che alle massaie, che lui (e quelli che la pensano come lui all’interno dell’amministrazione comunale) sembra tanto disprezzare, il nostro Paese deve molto e - probabilmente - non ci troveremmo nelle condizioni attuali se fosse stato guidato da qualche “massaia”, invece che da tante “belle menti maschili”.

In un momento in cui l’Italia sta affrontando a tutti i livelli il problema delle pari opportunità e della presenza di donne nei ruoli di potere per ottenere il riequilibrio della presenza femminile in ogni ambito, l’amministrazione comunale di Assisi sceglie “volontariamente” di rimanere ferma a una visione del mondo “medievale”, come se non vivessimo nel 2012.

Proprio per svincolare Assisi da questa visione medievale della società, abbiamo dunque deciso di presentare nuovamente il ricorso al Tar dell’Umbria per il rispetto della parità di genere. Vogliamo far capire che il mondo, e il comune di Assisi, non è composto solo di uomini e che un’amministrazione moderna ed efficiente deve sapere utilizzare tutte le energie, senza alcuna discriminazione. Il Parlamento, con la recente approvazione (13 novembre 2012) della legge sul riequilibrio della rappresentanza di genere negli enti locali, ne ha preso definitivamente atto. Assisi, invece, è ferma al palo: quanto tempo ancora ci vorrà perché il sindaco Ricci capisca che è giunta ormai l’ora di rivedere le proprie posizioni?

I firmatari del ricorso

mercoledì 5 dicembre 2012

Fascisti all'Expo



Da più parti ci sono giunte preoccupate segnalazioni, volte ad una nostra netta presa di posizione, su di una inquietante presenza che stanzia con tanto di banchetto presso l’Umbria Fiere di Bastia Umbra nell’ambito della manifestazione Expo Regalo.
Questa bancarella espone in “bella” vista cimeli e gadget del ventennio fascista; il proprietario non si esime, attorniato da alcuni giovanotti, dal fare sfoggio di saluti romani e “italica energia”.
Lungi dal voler ghettizzare una persona che lavora, ci preme ricordare alla gestione dell’Umbria Fiere, al sindaco di Bastia Umbra e alle forze dell’ordine, verso le quali nel pomeriggio di ieri è stata inoltrata specifica segnalazione, che la Costituzione Italiana, nata dalla guerra di Resistenza e dal sacrificio di migliaia di italiani democratici ed antifascisti, prevede il reato di apologia del fascismo.
Non si tratta di zittire voci a noi non gradite, non è una questione di principio vuoto e propagandistico. Il fascismo, in tutto il mondo, ma in Italia in particolare, ha creato morte e dittatura.
Non si può dare spazio a chi, se prendesse il potere, non tarderebbe ad eliminare la democrazia ed il pluralismo.
È una necessità morale, civile e politica far notare questi fatti all’opinione pubblica, vicende (come la presentazione dei libri di casapound presso i locali del comune di Bastia) che allontanano da una idea costituzionale che fino a pochi anni fa aveva dato un senso a questo paese alla deriva.

Solleviamo la questione anche perché, in una situazione sociale tesa e di grande difficoltà per il mondo del lavoro e per le famiglie nel nostro territorio, non vorremmo che qualcuno possa raccogliere la provocazione, guastando la festa e il clima natalizio di Expo Regalo.

martedì 27 novembre 2012

Referendum passati e futuri











Il Convegno "Oltre la crisi: lo Sviluppo. Microprogetti anche dalla Conversione Nucleare", ancorché legittimo, rappresenta, a nostro avviso, un cazzotto in pancia alla volontà popolare.
Quest’ultima è stata chiaramente dichiarata lo scorso giugno quando ben più di 25 milioni di cittadini italiani hanno deciso irrevocabilmente di abbandonare la strada del nucleare come fonte di energia motore per la nostra società.
La crisi economica che già ha costituito un grande alibi per le scellerate politiche economiche e sociali del governo Monti, non venga strumentalizzata per ritornare su argomenti ormai sanciti dalle decisioni prese dal popolo.
L’unica via giusta e percorribile, ancorché legata alla volontà, lo ribadiamo, della grande maggioranza degli italiani, è il pieno e finalmente concreto sviluppo delle energie rinnovabili come stanno facendo tutti quei paesi che veramente tentano di uscire dalla crisi neoliberista.
I fautori dell’atomo evidentemente tornano alla carica sperando di far leva sul sconvolta società italiana per riproporre un modello energetico ormai bocciato non solo dal popolo sovrano ma anche dalla storia.
I referendum hanno risultati concreti e il quesito sul nucleare ne è la prova lampante.
Ancor più importante, per l’immediato futuro, anche in virtù di questa considerazione, sarà firmare per i referendum che il nostro Partito sta raccogliendo in queste settimane (articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, cancellazione della contro-riforma Fornero sulle pensioni, abolizione dell’art. 8 della finanziaria del governo Berlusconi che introduce il cosiddetto “modello Pomigliano” e cancellazione della diaria dei parlamentari).
Dall’affluenza al banchetto che il PRC di Assisi ha effettuato a S.M.Angeli per tutta la giornata di domenica scorsa sembra che la cittadinanza assisana e non solo sia concorde con queste nostre battaglie e creda fermamente nello strumento di alta democrazia rappresentato dal referendum abrogativo.

giovedì 22 novembre 2012

Lavoro, diritti, pensioni: le nostre questioni primarie



Domenica 25 novembre dalle ore 10,00 alle ore 19,00 saremo di nuovo in piazza, a Santa Maria degli Angeli, con un banchetto per la raccolta firme per i referendum abrogativi della pessima contro-riforma del sistema pensionistico introdotto dal governo Monti-Fornero.
Con le misure adottate dal duo “amico della speculazione” si aumenta l’età pensionabile, si creano migliaia di esodati (ultracinquantenni senza lavoro e senza pensione dall’oggi al domani) e si ostacola di fatto l’entrata nel mondo del lavoro delle giovani generazioni, peggiorando la già catastrofica situazione della disoccupazione giovanile che vede il nostro paese al primo posto in Europa in  questa non invidiabile classifica.
La contro riforma che vogliamo abrogare è anche contro le donne che, venendo annullata la possibilità di andare in pensione prima degli uomini, vedono sfumare il riconoscimento del doppio lavoro domestico che le donne ancor oggi si sobbarcano sulle loro spalle.
I quesiti referendari sono due.
Il primo riguarda il limite di età per la pensione di vecchiaia che se passasse la nostra proposta, tornerebbe a 62 anni (invece di 67 entro il 2021).
Con il secondo si rifissa il limite di pensione anticipata a 41 anni di contributi e non, come prevedono Monti e Fornero, a 44 anni entro il 2027. Inoltre per i lavori usuranti verrebbe reintrodotto lo sconto di due anni.
Infine, con il referendum si abrogherà il blocco delle rivalutazioni al costo della vita nel calcolo dell’importo degli assegni pensionistici.
Questi quesiti referendari dimostrano come sempre chi sta veramente dalla parte del popolo e dei lavoratori.
Questa controriforma è stata concepita, come tutti i provvedimenti di questo governo, per colpire sempre e solo i lavoratori, facendo cassa immediatamente, derubando i cittadini dei contributi versati in anni di sacrifici e ignorando bellamente la vera causa della crisi, la speculazione finanziaria e anni e anni di sbagliatissime politiche economiche basate sul becero neoliberismo.
L’obiettivo in prospettiva, appare evidente, è quello di smantellare il sistema pubblico in favore dei fondi privati.
Come con i beni comuni, riprendiamoci ciò che è nostro, facciamo pagare chi ha rubato e chi si ingrassa sulle nostre spalle.
Riprendiamoci il futuro.

lunedì 19 novembre 2012

Massima solidarietà con la Palestina


Purtroppo dobbiamo ancora una volta assistere impotenti all'ennesimo attacco portato dallo stato di Israele contro i già martoriati territori Palestinesi.
La furia cieca dei bombardamenti che colpiscono civili inermi (alla faccia delle bombe intelligenti...), uccidendo senza pietà donne, bambini e anziani, e la totale impunità di azioni scellerate e criminali che se fatte da altre nazioni avrebbero creato grande indignazione nei media e nei governi occidentali conniventi, creano in tutti i solidali con la causa palestinese rabbia e indignazione infinita.
Stupisce l'accanimento militare da parte di una nazione che, pur non rappresentando tutti gli ebrei del mondo, sembra essersi scordata dell'olocausto che ha subito il suo popolo a causa della follia nazi-fascista della seconda guerra mondiale.
Rifondazione Comunista di Assisi solidarizza con forza, come sempre e oggi ancor di più, con i Palestinesi che da anni debbono patire senza alcuna colpa una vera e propria occupazione militare senza ritegno, sprezzante della vita umana e della pacifica coesistenza.
L'unica via da percorrere per riportare la giustizia in una terra da troppo tempo funestata da una guerra sostanzialmente unilaterale e sproporzionata nei mezzi in campo è il pieno riconoscimento dello stato Palestinese.
Auspichiamo che anche nel nostro territorio, sinonimo di pace e fratellanza e portatrice del grande messaggio di speranza del santo poverello, possa ergersi chiara ed inequivocabile una forte risposta che possa solidarizzare concretamente con la Palestina ed affermi senza tentennamenti il proprio sdegno per la politica di guerra e di aggressione di Israele.

martedì 6 novembre 2012

Un contributo a chi pratica la solidarietà


Con piacere ospitiamo sul nostro blog un comunicato delle BSA sezione di Assisi.


La Brigata di Solidarietà Attiva è un’associazione nata in occasione del terribile terremoto che ha distrutto l’Abruzzo il 6 aprile 2009.
Da allora le BSA hanno svolto tanti interventi in tutta Italia, hanno cercato di apportare il proprio contributo di solidarietà con una massiccia presenza in tutti i luoghi in cui era necessaria una presenza fattiva e un aiuto concreto.
Anche da Assisi è venuto questo contributo attivo in due occasioni particolari: l’alluvione che ha colpito la Liguria nel novembre del 2011 quando ci recammo a spalare il fango dalle strade di Borghetto Vara in provincia di La Spezia e in Emilia per andare ad acquistare il parmigiano terremotato a Medolla, a pochi chilometri dall'epicentro di Cavezzo e Fossoli, realtà devastate dal sisma dello scorso maggio, formaggio (più di 700 kg) che poi fu distribuito, in collaborazione con il Gruppo di Acquisto Popolare e il PRC di Assisi, ai tanti cittadini assisani e non che vollero contribuire a risollevare le cooperative produttrici distrutte in quei giorni.
Essendo un’associazione senza scopo di lucro e basata sul puro volontariato ci siamo rivolti all’Assessore della nostra città per richiedere un contributo economico per le spese vive che abbiamo affrontato per compiere le azioni necessarie ad affrontare queste e future emergenze.
Dimostrando sensibilità e senso etico l’Assessore ai servizi sociali Moreno Massucci, nonostante i tempi non siano proprio tra i più favorevoli per questo genere di attività (che noi riteniamo invece vitali proprio in virtù della crisi economica che il governo Monti sta accentuando con le sue politiche fortemente anti popolari e lobbistiche), ha disposto, accogliendo una nostra specifica richiesta, che potesse essere elargito tale contributo economico nei confronti della nostra onlus.
Con questo comunicato intendiamo esprimere la soddisfazione e il ringraziamento per questo avvenimento.

martedì 23 ottobre 2012

IL 27 A ROMA CONTRO L'AUSTERITY

ATTENZIONE AVVISO IMPORTANTE: DA LUNEDI 29 OTTOBRE E FINO ALL'11 GENNAIO 2013 SARA' POSSIBILE FIRMARE I REFERENDUM ANCHE PRESSO GLI UFFICI DEL COMUNE DI ASSISI. PER LA PRECISIONE PRESSO LA SEGRETERIA GENERALE SITA IN ASSISI CENTRO E PRESSO L'UFFICIO ANAGRAFE A S.M.ANGELI. BASTERA' RECARSI PRESSO GLI UFFICI COMUNALI CON UN DOCUMENTO VALIDO.



Sabato 27 ottobre il PRC di Assisi si recherà a Roma per partecipare alla manifestazione NO MONTI DAY.
L'occasione sarà come sempre importante perchè dovrà dare un segnale al governo delle banche che gli italiani non cadono nella mistificazione ordita dalle lobby e dal potere finanziario.
Non è possibile che la grave crisi sistemica del liberismo venga pagata dai lavoratori e dal mondo produttivo fatto di artigiani, partite Iva e piccoli imprenditori mentre speculatori, evasori fiscali e appartenenti alle varie caste rimangono intoccabili.
Dire NO a Monti significa dire no all'austerity, no alla precarietà, no alla cancellazione dei diritti conquistati con anni di dure lotte e sacrifici.
Essere in piazza sabato però significherà anche dire SI ad una più equa distribuzione del reddito, si alla dignità del lavoro, si al superamento della crisi attraverso politiche veramente di Sinistra.
Continua, anche per queste ragioni, il nostro impegno, insieme agli altri Partiti e Organizzazioni Sindacali di Assisi, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Critica, Italia dei Valori, la "CGIL che vogliamo" e l'USB per raccogliere le firme per i referendum sul Lavoro e sui privilegi dei parlamentari: saremo in piazza a Palazzo di Assisi nella mattina di domenica 28 ottobre.
Di particolare importanza i due referendum sull'articolo 18, di fatto cancellato dall'esecutivo Monti con la connivenza di PdL, Udc e Pd e per l'abolizione dell'articolo 8 della finanziaria 2011 del governo Berlusconi che ha introdotto il cosiddetto "modello Pomigliano" e cioè la contrattazione azienda per azienda al posto della contrattazione nazionale di categoria; gli attacchi al lavoro e ai diritti dei lavoratori portati dagli ultimi due governi della repubblica italiana sono mosse gravissime e strettamente ideologiche che tentano di realizzare l'antico sogno di stravolgere la costituzione per avere mano libera nei confronti dei lavoratori.
L'articolo 18 non ha mai impedito di licenziare nessuno ma dava un senso di alta giurisdizione al Lavoro perchè con la dicitura "giusta causa" il datore di lavoro doveva rendere conto dei motivi che portavano a licenziare un lavoratore; cancellare questa prerogativa significa voler tornare alla legge del più forte.
L'articolo 18 è la diretta conseguenza dell'articolo 41 della costituzione italiana che riconosce “L’iniziativa economica privata è libera” ma precisa: “Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo di recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Inoltre è una vera e propria bufala (oltre che un controsenso di termini...) voler far credere che attraverso licenziamenti più facili si creeranno più posti di lavoro.
Sarà poi importante cancellare anche l’articolo 8 della finanziaria 2011 del governo Berlusconi perché è fondamentale ristabilire la certezza dei diritti per tutti sanciti dai contratti di lavoro nazionali, aboliti di fatto dalla manovra dello scorso anno dato che con questo articolo si permettono deroghe sull’orario di lavoro, sulle modalità di assunzione e sull’inquadramento del personale attraverso singole trattative aziendali.
Essere in piazza sabato sarà importante anche per questo: chi volesse prenotarsi o avere informazioni per il pullman che partirà per la zona di Assisi, Bastia e zone limitrofe può telefonare ai numeri 347/0583636, 334/7158416, 328/7265738, 328/4534801.

giovedì 18 ottobre 2012

Referendum, reddito minimo, quote di genere


Il Comitato Referendario Unitario di Assisi ha deciso che effettuerà una nuova raccolta firme per i referendum sul lavoro e contro i privilegi della “casta” domenica 21 ottobre dalle ore 10,00 alle ore 19,00 in piazza del Comune ad Assisi centro.
Il grande successo ottenuto sabato 13 a Santa Maria degli Angeli grazie allo sforzo congiunto delle forze politiche della Sinistra assisana (Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Italia dei Valori e Sinistra Critica) e delle componenti sindacali territoriali (CGIL mozione “la CGIL che vogliamo” e l’USB) ci spinge a spendere ancora maggiori energie affinché possano essere raggiunti prima possibile gli obiettivi numerici che la legislazione nazionale impone affinché possano celebrarsi i referendum abrogativi che a nostro avviso faranno dell’Italia un paese più giusto e capace di una vera svolta contro gli sprechi e i privilegi.
La raccolta firme di domenica assume una maggiore rilevanza nazionale anche in virtù della proclamazione della settimana per la proposta di legge sul reddito minimo garantito che ha le finalità di garantire una vita dignitosa a tutti quei cittadini disoccupati, inoccupati e precari che non superino i 7.200 € annui, che siano residenti in Italia da almeno 24 mesi e che siano iscritti ai centri per l’impiego territoriali.
Questa proposta di legge di iniziativa popolare prevede un beneficio di 600 euro mensili, da rivalutare in base ai componenti dei nuclei familiari che risulteranno rientranti nei requisiti previsti, sarà sospeso nel momento in cui il percettore dell’assegno di 600 euro trovi un lavoro a tempo indeterminato, partecipi a percorsi di inserimento lavorativi retribuiti o compia 65 anni di età.
Ovviamente nel caso in cui venisse dichiarato il falso o venisse rifiutata dal possibile beneficiario del reddito minimo una proposta di lavoro congrua alle esigenze di vita, il provvedimento decadrebbe immediatamente.
Questa proposta di legge tende a introdurre un sussidio unico di disoccupazione esteso a tutte le categorie di lavoratori a prescindere dalla anzianità contributiva o dalla tipologia di contratto.
Una misura di civiltà, in buona sostanza, già adottata da quasi tutti i paesi europei e non.
Inoltre, sempre in occasione della giornata di domenica, e anche per le successive date che vedranno il comitato referendario attivo anche presso le frazioni e durante i maggiori eventi previsti nelle prossime settimane in tutto il territorio comunale, sarà possibile firmare per la petizione comunale a sostegno della richiesta per il ripristino della parità di genere nella giunta comunale assisana.
Insieme al nuovo ricorso, che è stato presentato, contro la reiterata decisione del sindaco Ricci di riproporre la giunta comunale composta da soli uomini, la petizione ha lo scopo di agire come ulteriore mezzo di persuasione sul fatto che la differenza di genere sia un tema sentito dalla cittadinanza: le firme, le adesioni e i consensi finora raccolti ci lasciano ben sperare che questo avvenga.

domenica 14 ottobre 2012

FIRME E CONSENSO SOCIALE



Franco Cesario e Maria Luciana Favorito PRC
Lanfranco Pecetta IDV



Pierluigi Sensi IDV





Luigi Fucchi USB, Marco Renzini SEL, Paolo Marcucci consigliere comunale, Giampiero Manini PRC


Maurizio Tomassini SEL Luigino Ciotti e Alessandro Ricci SC


Giorgio Becchetti, CGIL mozione "la CGIL che vogliamo"

di Franco Cesario

Ieri dopo il banchetto tenuto in piazza per ben 9 ore con la partecipazione di tutte le forze politiche e sindacali e del consigliere comunale Paolo Marcucci, non possiamo che ritenerci soddisfatti.
Oltre al centinaio di firme raccolte sui quesiti referendari e sulle petizioni per il reddito minimo e la rappresentanza di genere nella giunta comunale assisana (a proposito ci dispiace per Ricci e soci ma le firme sono fioccate anche in questo caso...) la giornata è stata positiva per il clima politico (non tanto per quello metereologico) che si è respirato da parte della cittadinanza e delle persone che si sono avvicinate al tavolo delle firme anche solo per parlare di politica e della situazione economica e sociale italiana.
Cresce, è questa la netta impressione, l'insofferenza contro il governo Monti, un esecutivo che maschera dietro la parvenza del tecnicismo la volontà di colpire solo i ceti popolari lasciando inalterati i patrimoni dei grandi speculatori e delle lobby internazionali, proprio coloro che, ormai è vox populi, li hanno messi a governare.
Il comitato unitario referendario si riunirà in questa settimana e delibererà il calendario delle prossime uscite per continuare la raccolta firme: probabilmente il prossimo appuntamento sarà ad Assisi centro domenica 21 dalla mattina alla sera, ma nelle date successive verranno toccate anche le principali frazioni del territorio comunale.
L'obiettivo è quello di arrivare entro l'11 gennaio del 2013 a raccogliere le 500.000 firme a livello nazionale che ci permetteranno di svolgere i referendum abrogativi che daranno la possibilità di creare un'Italia più giusta e solidale.

martedì 9 ottobre 2012

SABATO 13 OTTOBRE A S.M.ANGELI RACCOLTA FIRME PER I REFERENDUM SUL LAVORO



Nasce ad Assisi il Comitato Unitario per i referendum sul lavoro formato da Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Critica, Italia dei Valori e il sindacato USB.

La grande menzogna è stata svelata: le contro riforme messe in campo dal governo Monti-Fornero che promettevano più lavoro attraverso la cancellazione de facto dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori si sono rivelate per quello che sono, solo un grande bluff.
L’attacco al lavoro, alle sacrosante tutele conquistate negli anni, la continua propaganda a favore dell’austerity e del rigore finanziario non risolvono gli atavici problemi del nostro paese ma anzi peggiorano la situazione creando depressione economica, calo dei consumi e nuova disoccupazione.
Scardinare l’articolo 18 mina lo stesso fondamento giuridico su cui si basa la Costituzione repubblicana.
Per questi motivi il Comitato Unitario per i referendum organizza un banchetto per la raccolta firme sabato 13 ottobre dalle ore 10,00 in piazza a Santa Maria degli Angeli.
Sarà presente il consigliere comunale Paolo Marcucci.
In questa occasione, e fino all’11 gennaio 2013, sarà possibile firmare per richiedere il referendum per ripristinare l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori e per abolire l’articolo 8 della finanziaria 2011 del governo Berlusconi che ha cancellato la contrattazione nazionale (in pratica l’istituzionalizzazione del modello Pomigliano), per l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti e per la cancellazione della diaria dei parlamentari.
Inoltre si potrà aderire alla petizione per istituire il reddito minimo garantito (l’Italia è tra i pochissimi paesi europei a non avere questa misura di civiltà) e per chiedere che venga rispettata la parità di genere nella giunta comunale di Assisi.

Firme che significano partecipazione, richiesta di cambiamento e di giustizia sociale, per una nuova politica più vicina alle esigenze dei cittadini e per dimostrare che c’è chi non si rassegna al fatto che la crisi debba essere pagata sempre e solo da chi non l’ha generata. 

martedì 18 settembre 2012

Monti vuole abolire i km zero? E noi ripartiamo con il GAP!



Il governo Monti ha fatto ricorso presso la Corte Costituzionale contro alcune norme approvate dalla Regione Calabria che legiferava a favore dell’agricoltura a chilometri zero e dell’agricoltura regionale.
Questo ricorso rappresenta l’ennesima riprova dei radicati sentimenti anti-popolari e dell’asservimento dell’esecutivo ai poteri forti delle lobby e delle multinazionali.
Il ricorso fa leva, infatti, su presunti principi contenuti nelle norme regionali della Calabria che, favorendo l’agricoltura regionale, andrebbero a contrastare le norme comunitarie che tutelano la libera circolazione delle merci.
Risulta lampante il perseguimento di un preciso schema asservito alle oligarchie mondiali dell’alimentazione che puntano a distruggere le aziende locali e a creare un mortale appiattimento delle abitudini alimentari della popolazione che in questo modo sarà costretta a scegliere solo prodotti preparati dalle stesse grandi industrie dell’alimentazione.
Noi di Rifondazione Comunista di Assisi che siamo stati i promotori del Gruppo di Acquisto Popolare che la scorsa primavera ha portato un ventata di novità nel nostro territorio, riteniamo questo provvedimento del governo Monti a dir poco vergognoso ed indicativo della sua natura iperliberista ed autoritaria.
Uno degli scopi del GAP è infatti promuovere l’economia a chilometri zero, le piccole aziende locali, evitare gli sprechi, far risparmiare le famiglie per resistere all’insopportabile carovita della crisi attuale promuovendo al contempo un’economia a basso impatto ecologico e più umana.
Questo ennesimo scellerato atto dell’esecutivo Monti-Fornero-Passera non fa altro che aumentare la nostra determinazione nel riorganizzare, quanto prima, nuove distribuzioni del Gruppo di Acquisto Popolare.
Perché non l’abbiano vinta tutte quelle forze retrive e conservatrici che ci vogliono omologati e schiavi della loro becera economia incentrata solo sul profitto di pochi a discapito della salute di tutti gli altri.

lunedì 10 settembre 2012

Anche ad Assisi comitati referendari unitari



Da tempo noi di Rifondazione Comunista di Assisi pensiamo sia giunta l’ora di unire la Sinistra, partendo dai territori, per rilanciare le tematiche del lavoro, del welfare e del risanamento dell’economia italiana.
Le continue divisioni hanno fatto il gioco dei partiti complici, o quanto meno colpevolmente silenti, delle “scorribande” della speculazione e di quello che un illuminato economista come Luciano Gallino ha definito finanzcapitalismo.
È giunto il momento quindi di unire tutti quei soggetti politici e sociali che possano e vogliano definirsi anti-austerity e a favore del rilancio del lavoro per far pagare la crisi a chi l’ha prodotta.
L’iniziativa referendaria volta a ripristinare l'articolo 18 e a cancellare l'art. 8 contenuto nella finanziaria di Berlusconi in questo senso, oltre che nel merito della questione, rappresenta un primo ed importantissimo esempio di come la Sinistra possa finalmente unirsi per cominciare a fare quello che il suo popolo da tempo richiede.
Per questo motivo noi di Rifondazione Comunista chiediamo che anche ad Assisi possa costituirsi questo comitato referendario unitario in modo da poter rilanciare una netta opposizione alla deriva liberista in cui il nostro paese è ormai sprofondato.
Niente più tentennamenti, niente riserve: non ci si può dichiarare a favore dell’articolo 18 e non partecipare al comitato unitario.
L’esperienza di Syriza in Grecia deve essere il nostro spunto: nel paese ellenico l’unione dei movimenti, di pezzi importanti del sindacato e dei partiti di sinistra e comunisti ha prodotto eccellenti risultati non solo dal punto di vista elettorale ma soprattutto programmatico per una nuova politica libera dai dettami tecnocratici del liberismo.
L’unità di tutte quelle forze anti-austerity (non diremo anti Monti perché il presidente del consiglio rappresenta solo la necessità momentanea della speculazione) serve per agire concretamente, anche sul nostro territorio, da subito contro i tagli al welfare, agli enti locali e per superare la crisi con una svolta convinta e decisa verso sinistra.
L’unica svolta capace di dare un futuro al nostro paese devastato da anni di politiche recessive e anti-popolari.

giovedì 6 settembre 2012

Diciamo come stanno le cose sulle quote di genere


In data odierna si è tenuta davanti al Tar dell’Umbria (Pres. Lamberti, Cons. Cardoni, Rel. Fantini) l’udienza cautelare del ricorso proposto da alcune associazioni (Gylania, Comitato Internazione 8 Marzo, Ossigeno), alcuni cittadini elettrici ed elettori di Assisi (Francesca Vignoli, Luciana Trionfetti, Alessandra Comparozzi, Gabriella Molini, Francesca Casubaldo, Carla Bocchini, Valeria Pecetta, Simonetta Alunni, Antonella Casagrande, Paola Famoso, Luigino Ciotti) e da alcuni consiglieri comunali di opposizione (Simonetta Maccabei, Paolo Marcucci, Simone Pettirossi, Giorgio Bartolini, Emidio Ignazio Fioroni), avverso la reiterazione della giunta comunale di Assisi tutta al maschile, dopo che lo stesso Tar dell’Umbria aveva azzerato la precedente giunta, composta dagli stessi assessori.
La richiesta di sospensiva dell’atto non è stata discussa, sia perché non era questo lo scopo dei ricorrenti, trattandosi di materia che non si può definire in sede cautelare sia perché la notifica del ricorso non aveva raggiunto due assessori in tempo utile.
L’udienza è servita per stabilire una data ravvicinata per la discussione nel merito del ricorso, che è stata fissata per il 13 marzo 2013.
Attendiamo il solito comunicato stampa del sindaco in carica, che interpretando la realtà in modo del tutto soggettivo, dirà che la richiesta di sospensiva è stata respinta e che l’amministrazione ha ottenuto un primo successo.
I ricorrenti attendono serenamente l’unico pronunciamento del Tar, che sarà quello con la sentenza del marzo 2013.
Avv. Franco Matarangolo per il comitato promotore del ricorso.

lunedì 3 settembre 2012

Segnalazioni sulle criticità del porta a porta ad Assisi




In queste ore siamo stati contattati da molti cittadini di diverse zone del comune di Assisi letteralmente inviperiti con il nuovo metodo di raccolta differenziata che l’amministrazione Ricci ha reso effettivo da oggi nelle zone di Santa Maria degli Angeli, Rivotorto, Tordandrea e Castelnuovo.
In particolare alcune famiglie di Santa Maria degli Angeli ci tengono a far sapere come sia impresa ardua essere dei cittadini attenti alla nuova raccolta differenziata porta a porta.
La divisione dei rifiuti così come è stata concepita è vissuta come una sostituzione dell’operato degli addetti preposti (senza essere retribuiti!) per di più incomprensibile per le persone anziane.
Come mai alcune frazioni non saranno interessate dal porta a porta?
Le frazioni in cui rimarranno i secchi per il riciclo, è la facile profezia degli abitanti angelani, confermata dall’esperienza di altre realtà locali, verranno letteralmente prese d’assalto, magari nottetempo, da cittadini esasperati per  l’invasione di rifiuti che dovrà subire la propria abitazione.
La raccolta differenziata è stata come un fulmine a ciel sereno per la maggior parte della cittadinanza interessata.
Altro punto dolente riscontrato dalle parole degli utenti angelani riguarda la necessità di dover recarsi con propri mezzi presso l’isola ecologica per prendere gli appositi sacchi per il riciclo una volta che questi saranno esauriti dal nucleo familiare.
Altri cittadini di Tordandrea ci chiedono come sia possibile tenere in casa rifiuti per un lungo periodo di tempo: come la mettiamo con gli appartamenti di piccole dimensioni e/o abitati da nuclei familiari composti da 4 o più persone?
E poi ancora altre domande: basta la frequenza di 2 volte a settimana della raccolta dell'organico per famiglie numerose? Le famiglie con bambini piccoli possono tenere in casa o peggio in appartamento (visto che sempre più giovani coppie abitano in appartamenti di piccola metratura) per 4 giorni i pannolini dei bambini o i pannoloni degli anziani?
Va bene rendere partecipi i cittadini ma protagonisti assoluti pare troppo!
È facile capire che questi provvedimenti fanno sentire il cittadino come se pagasse due volte lo smaltimento dei rifiuti dato che ovviamente rimane in vigore la tassa sui rifiuti!
Non esistono chiare informazioni sulla gestione dei rifiuti, su come differenziare, una sensibilizzazione alla differenziazione. Non c'è il minimo accenno on line al messaggio “se non differenziamo pagheremo più tasse oltre a sporcare il mondo ecc”.

Detto che la raccolta differenziata porta a porta è l’unico metodo adeguato per differenziare correttamente e per lo smaltimento dei rifiuti, è nostro dovere fare da cassa di risonanza a queste giuste proteste di larga parte della popolazione delle frazioni interessate perché anche al “porta a porta” doveva essere fatta precedere una larga campagna di informazione ma soprattutto di ascolto rendendo i cittadini collaborativi sui metodi e sui tempi con lo scopo di rendere più facile possibile l’autorganizzazione.
Questo “porta a porta” attuato ad Assisi, però, risulta caotico, disorganizzato, disincentivante e pone già da oggi gravi incertezza alla cittadinanza.

martedì 28 agosto 2012

Mal di pancia




Si avvicina la fine dell’estate ed ecco che si presentano, puntuali, i mal di pancia della destra assisana sempre pronta alla lotta per imporre l’egemonia di questo o quel gruppo nei confronti degli antagonisti interni.
Le insofferenze, anche se ancora a bassa intensità, sono palesi ed hanno sicuramente varie sfaccettature: dall’insicurezza dei vari assessori (e dei loro relativi gruppi politici in seno e non al consiglio comunale) per l’incerto futuro che prima o poi porrà l’aut-aut mettendo fine all’anomalia assisana di una giunta che non rispetta la rappresentanza di genere (leggi l’inserimento di una donna in giunta), all’insofferenza nemmeno tanto celata dei malumori dei vari capetti esclusi dai posti di comando fino alla lotta serrata per prendere il posto che Ricci gioco-forza dovrà abbandonare da qui al 2016 sul più alto scranno del consesso cittadino.
I malumori sono forti e la stampa locale non ha mancato l’occasione, una volta tanto, per rendere pubblica la volontà di alcuni consiglieri di creare un formazione autonoma sotto la dicitura “gruppo misto” in consiglio comunale.
Sbaglia, a nostro avviso, chi pensa che la risposta di questi giorni di Ricci, che ha richiamato i consiglieri alla responsabilità, abbia messo a tacere le tensioni interne alla maggioranza: il sindaco di Assisi (e la vicenda delle quote di genere lo dimostra) è “ostaggio” della sua maggioranza, dei precari equilibri interni e delle rivalità e della litigiosità della sua composita maggioranza.
Dopo Ricci il centro destra assisano navigherà a vista: non emergono all’orizzonte personalità di spicco in grado di catalizzare l’attenzione di tutto dell’elettorato assisano.
Inutili, a nostro avviso, i continui richiami fatti dall’amministrazione comunale nei confronti dei tagli imposti dal governo Monti perché chiunque può capire che questi stessi tagli sono votati dai partiti di riferimento dell’attuale maggioranza di governo ad Assisi (e purtroppo non solo perché anche il Pd è un convinto sostenitore del governo delle banche e non sembra abbia le prospettive giuste né gli uomini per una vera alternativa) e tutti comprendono che questi sono figli della stessa logica costituente dei partiti che lo sposano (e quindi anche di Ricci e soci).
Questi mal di pancia da basso impero, fatti, checchè se ne dica, sorvolando sulle vere esigenze della cittadinanza e in barba ad un autunno che si prospetta quanto meno problematico per le economie dei lavoratori e delle famiglie del territorio, sono francamente fuffa insopportabile perché rispecchiano una volontà basata esclusivamente sull’autoconservazione effimera del potere in quanto tale, ben lontano dalla vera intenzione di tutela dell’interesse collettivo, che invece dovrebbe essere l’unico scopo di una giunta comunale che voglia realizzare il benessere di una comunità.

martedì 14 agosto 2012

Una firma per la verità e la giustizia


Rifondazione Comunista di Assisi aderisce alla raccolta firme lanciata dal sito del giornale "Il Fatto Quotidiano" a sostegno dei magistrati che svolgono servizio nella regione siciliana, duramente ostracizzati in questi giorni per la loro netta presa di posizione per svelare la verità sulla trattativa stato-mafia che ha inquinato la vita politica italiana degli scorsi anni.
Uno stato di diritto che voglia essere veramente tale, un paese bisognoso di verità, giustizia e democrazia ha l'obbligo morale di pretendere che si faccia piena luce sui pericolosi intrecci fra pezzi deviati dello stato e le organizzazioni criminali che da anni bloccano il pieno sviluppo delle regioni meridionali e non solo.
Il lavoro svolto dalla Procura di Palermo è prezioso e necessario: questi magistrati così coraggiosi devono essere supportati affinchè possano svolgere in pieno le prerogative che la legge gli assegna per il bene della collettività.
La stampa e i media in generale devono informare la cittadinanza sulle eventuali losche trame che i magistrati siciliani, tra mille difficoltà e connivenze, stanno faticosamente facendo venire finalmente a galla.
Invitiamo dunque tutti e tutte quanti a sottoscrivere la petizione del Fatto Quotidiano cliccando su questo link 
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/09/stato-mafia-pm-accerchiati-nostra-raccolta-di-firme-per-rompere-silenzio/321271/.
Perchè la corruzione e il malaffare godono del sonno di chi ha il diritto-dovere di difendere la democrazia.

sabato 11 agosto 2012

IL NUOVO RICORSO

In data odierna ho fatto notificare al sindaco e agli assessori in carica un nuovo ricorso avverso la reiterata violazione delle norme sulla parità di genere da parte del Sindaco di Assisi nella nomina della vecchia-nuova giunta comunale.
Ho così dato corso al mandato ricevuto da alcune associazioni (Gylania, Comitato Internazione 8 Marzo, Ossigeno), alcuni cittadini elettrici ed elettori di Assisi (Francesca Vignoli, Luciana Trionfetti, Alessandra Comparozzi, Gabriella Molini, Francesca Casubaldo, Carla Bocchini, Valeria Pecetta, Simonetta Alunni, Antonella Casagrande, Paola Famoso, Luigino Ciotti), alcuni consiglieri comunali di opposizione (Simonetta Maccabei, Paolo Marcucci, Simone Pettirossi, Giorgio Bartolini, Emidio Ignazio Fioroni), che hanno deciso, dopo un’assemblea pubblica tenuta a Petrignano alcuni giorni fa, di continuare la loro battaglia in difesa di un principio di civiltà, consacrato nella carta costituzionale, in leggi ordinarie dello Stato e nello Statuto del Comune di Assisi.
Nel paese intero è patrimonio comune, ed i responsabili degli Enti locali vi si sono adeguati, che per porre fine alle discriminazioni che impediscono alle donne di occupare posti di responsabilità vi è la necessità di azioni positive per rendere effettiva la partecipazione delle donne anche in politica.
Abbiamo dovuto attendere un governo tecnico per vedere delle donne a dirigere i ministeri di peso, quali Interno, Giustizia e Lavoro.
Solo ad Assisi si combattono battaglie di retroguardia, per garantire alla politica maschilista di perpetuare il suo strapotere.
Il ricorso andrà in discussione in prima istanza all’udienza di camera di consiglio del 5 settembre, davanti al Collegio del Tar Umbria, e si confida che questa volta i Giudici amministrativi riportino definitivamente alla normalità la composizione della Giunta comunale di Assisi.
Avv. Franco Matarangolo per il comitato promotore del ricorso.

martedì 24 luglio 2012

AL VIA LA PETIZIONE POPOLARE SULLA PARITA' DI GENERE



Il Partito della Rifondazione Comunista circolo “Peppino Impastato” di Assisi per porre fine all’anomalia assisana della mancanza di Donne nella Giunta comunale lancia la seguente petizione popolare per chiedere al sindaco Ricci il riequilibrio della stessa Giunta.
Le firme verranno raccolte in tutte le frazioni del Comune di Assisi nelle prossime settimane; chiunque volesse ritirare i moduli potrà farlo chiamando i seguenti numeri di telefono: 347/0583636, 334/7158416, 340/6505622 e 328/7265738.
Si invitano tutti i Partiti, le Associazioni, i Comitati e i singoli cittadini e le singole cittadine ad aderire a questa iniziativa.
Ecco il testo della petizione:
PETIZIONE POPOLARE

Al Sindaco del Comune di Assisi
Alla Presidentessa del Consiglio Comunale
Ai/alle Consiglieri/e comunali
Agli Assessori comunali
I/le sottoscritti/e cittadini/e residenti nel Comune di Assisi

Considerata
La storica disparità di genere che da sempre attanaglia la politica e tutti i settori della vita pubblica italiana;
Preso atto
Delle recenti sentenze, compresa quella sul caso Assisi, di vari Tar in tutta Italia che hanno decretato la correttezza della richiesta di parità di genere nelle Giunte delle amministrazioni locali in cui non vi era presenza femminile (Comune di Roma, Regione Sardegna, Comune di Viterbo e altre ancora);
Vista
La reiterata decisione del sindaco di Assisi Ricci di nominare la stessa Giunta composta da soli uomini;
Riconoscendo
La nota sensibilità e il grande apporto pratico che le Donne danno a tutti i settori della vita pubblica
CON LA PRESENTE PETIZIONE
CHIEDONO
a codesta Amministrazione
DI RIEQUILIBRARE LA PRESENZA FEMMINILE NELLA GIUNTA COMUNALE DI ASSISI

giovedì 19 luglio 2012

Considerazioni a margine dell'assemblea "La voce delle Donne"


di Franco Cesario 

L'iniziativa di ieri a Petrignano di Assisi sulla questione di genere, che costituisce un grave problema sociale e politico dell'amministrazione comunale assisana, è stata molto importante.
Non solo per la qualità degli interventi, non solo perchè ha avuto un buon successo di partecipazione ma soprattutto perchè apre definitivamente un cantiere nazionale per le pari opportunità.
Le motivazioni addotte dalla giunta Ricci in risposta alla sentenza del Tar dall'Umbria che, giova sottolinearlo ancora una volta per i meno attenti, HA DATO RAGIONE A NOI RICORRENTI, sono palesemente contraddittorie.
Ma il problema non è questo, è molto più profondo, è radicato nella società e nella cultura maschilista del nostro paese.
Molti sono stati i ricorsi al Tar a livello nazionale, ma solo il caso di Assisi ha avuto spazi importanti sulla stampa italiana non solo per l'ostinazione e la prepotenza maschilista della destra assisana ma anche perchè questo atteggiamento si è verificato ad Assisi, terra di tolleranza e di pace universalmente riconosciuta.
Non ci interessano le vicende personali dei protagonisti (negativi) di questa vicenda, nè le loro beghe di equilibrismo politico, (e riteniamo l'articolo del Fatto Quotidiano degno di un Belpietro o Feltri qualsiasi...) noi vogliamo solo che Assisi rispetti, come è giusto che sia, un dettame costituzionale e di buon senso.
Alcune considerazioni però devono essere fatte, per amore della verità.
Ricci, rispondendo alla candidata del PdL alle elezioni comunali Giorgia Brunori (resasi disponibile a ricoprire una carica assessorile e bellamente ignorata) ha detto testualmente: "Come messo in luce nel Decreto di nomina sindacale pur avendo rilevato alcune disponibilità di Donne, sia in forma scritta che verbale, non si sono evidenziate le condizioni richieste di esperienza ed immediata operatività auspicando che, quelli che ancora fanno polemica, o vorrebbero fare gli Assessori senza averne le caratteristiche, prendano atto che non si tratta di occupare poltrone ma di saper fare per i cittadini".
Caro Ricci ma se "disgraziatamente" una donna avesse raccolto preferenze a sufficienza tale da risultare la più votata alle elezioni comunali, saresti stato costretto, secondo questa logica, a nominare una donna assessore nonostante la sua "palese" inesperienza e operatività?
Se questo è il dogma, chi ci dice che anche per Mignani, Lunghi e gli altri non si sia seguito lo stesso schema?
Dove è possibile reperire i loro curriculum vitae, quegli stessi cv che invece sono stati richiesti alle donne?
Basta mistificazioni, basta contorsionismi, non vogliamo sovvertire l'esito delle elezioni, non vogliamo vendicarci della sconfitta elettorale, vogliamo solo che Assisi diventi una città moderna; ovviamente crediamo che quest'operato confermi le nostre idee sull'incapacità di questa giunta, sulle sue logiche distorte e non utili alla città serafica, e in questo senso la questione di genere diventa più che mai una battaglia di contrapposizione politica.
Una prima reazione che noi tutti, e le donne in particolare, possiamo mettere in campo è questa (come suggeritoci da un efficace ed applauditissimo intervento di Valentina Eusebi, militante narnese di Rifondazione Comunista): cominciamo a votare e a sostenere le candidature delle donne e basta con gli assessorati alla cultura e alle pari opportunità.
E' ora (passata da un pezzo) che le donne si occupino di lavori pubblici e di urbanistica, ne gioverebbe non solo la parità di genere ma anche e soprattutto l'operatività (e il miglioramento estetico) delle nostre caotiche città.
P.S.: a proposito caro Ricci, tu e tutti i maschietti della giunta di Assisi, dato che siete "gli uomini del fare" perchè non vi armate di pala e cemento e non venite a sistemare quello scempio che ancora vi ostinate a chiamare (solo voi) parcheggio d'ospedale? Avete sollecitato l'Asl più volte? Non è stretta competenza del comune? I cittadini hanno un disservizio grave ed urgente e da lungo tempo irrisolto. Cominciate a fare ciò che proclamate altrimenti, prima o poi, anche gli assisani capiranno di che pasta siete fatti...