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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


domenica 23 dicembre 2012

CONSEGNATE LE FIRME PER I REFERENDUM




La raccolta firme per i referendum abrogativi per cancellare le modifiche apportate all'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, contro il decreto 138 del 2011 che all'articolo 8 ha eliminato la contrattazione nazionale, introducendo il cosiddetto “modello Pomilgiano” e per abolire i privilegi della casta sono arrivati ad uno snodo importante: consegnare le firme al comitato nazionale dopo l'accelerazione politica che si è avuta con le dimissioni del governo Monti, uno dei principali colpevoli del regresso sociale e civile che il nostro paese sta subendo in questi anni.
Il Comitato referendario assisano formato da Rifondazione Comunista, Sinistra Ecologia e Libertà, Sinistra Critica, Italia dei Valori, il sindacato USB e la componente “la Cgil che vogliamo”, dopo un campagna durata oltre due mesi e dopo aver effettuato banchetti nelle principali frazioni della nostra città, ha raccolto ben 350 firme per richiedere la possibilità di sottoporre a referendum abrogativo e cancellare le controriforme operate dai governi Monti e Berlusconi.
A livello nazionale le 500.000 firme sono state raggiunte e quindi con ogni probabilità nella primavera 2014 saremo chiamati a votare il ripristino dei valori fondanti della nostra storia, basata sulla dignità del lavoro e sull'equità per un'Italia più giusta e senza odiosi privilegi.
Come è successo con i referendum sui Beni Comuni lo scorso anno, anche questa volta dovrà esserci una mobilitazione straordinaria di popolo per far capire a chi pensa che ai sacrifici debbano essere sottoposti solo i lavoratori e gli strati popolari qual'è la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini italiani.

Il Comitato Referendario di Assisi


venerdì 14 dicembre 2012

PROMEMORIA PER LA GIUNTA: LA PARITA' DI GENERE



Ospitiamo volentieri il comunicato stampa dei firmatari del ricorso per la parità di genere nella giunta comunale assisana.

Insieme ad alcuni consiglieri e ad associazioni culturali femminili che sostengono la parità dei diritti fra donne e uomini in ogni campo, abbiamo presentato al Tar dell’Umbria nel settembre 2011 un ricorso per l’assenza di rappresentanti donne fra gli assessori nominati dal sindaco. Il Tar dell’Umbria, il 20 giugno 2012, ci ha dato ragione.

Il sindaco Ricci è stato dunque costretto a sciogliere la giunta ma, con un atto di arroganza non indifferente, all’inizio del mese di luglio ha riconfermato gli stessi 5 uomini nelle stesse precise identiche posizioni, giustificando questa scelta con l’affermazione che ad Assisi non sono state trovate donne all’altezza della situazione, donne che sarebbero potute essere immediatamente operative appena insediate come assessori (dopo approfondite verifiche nessuna delle donne candidate nelle liste che hanno appoggiato il sindaco presenta un curriculum adeguato per l’incarico di assessore”).

Si tratta di una pesante valutazione di merito nei confronti delle donne candidate nelle liste che sostenevano Ricci. Nessuna di loro è ritenuta all’altezza della situazione.

Ma soprattutto, considerando che la legge (art. 47 del d. lgs. 267/2000) dice che gli assessori possono essere scelti dal sindaco fra tutti i cittadini in possesso dei requisiti di candidabilità, eleggibilità e compatibilità alla carica di consigliere, è un’argomentazione contraria al buon senso: possibile che ad Assisi tra le 15.000 donne che vi abitano non ce ne sia nessuna capace di fare l’assessore? Nessuna che abbia competenze pari agli attuali assessori?

C’è da chiedersi quale sia il criterio di valutazione utilizzato, che permette al sindaco Ricci di sostenere che gli uomini scelti per comporre la giunta sono migliori di qualsiasi donna del comune di Assisi, anche solo della sua parte politica. Gli uomini scelti per il ruolo di assessore sono mostri di competenze, capacità e cultura? In realtà no, dal momento che lo stesso Ricci dice di non averli scelti per le loro competenze, ma solo per il “numero di preferenze ottenute”.

Vale la pena di ricordare che nei 16 comuni umbri con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti, Assisi è l’unica realtà a non avere almeno una donna nell’esecutivo. Non solo: nessuno dei sindaci che i vari Tar in Italia hanno costretto a sciogliere le giunte si è permesso di “ignorare” la sentenza come il sindaco di Assisi Claudio Ricci.

Il sindaco si nasconde dietro le sue “segretarie tutte donne”, a conferma che la sua visione del mondo si basa solamente su ruoli stereotipati; mentre il vicesindaco Lunghi risponde a Simonetta Maccabei dicendo che “si comporta come la massaia che va al mercato e, prima di acquistare, in tempi di crisi, guarda i prezzi e non fa altre valutazioni, che invece andrebbero fatte”: forse Lunghi non sa che la “massaia” è colei che da sempre si interessa della cura e dell’amministrazione della famiglia e che, dunque, è in grado di fare molte altre valutazioni, oltre che guardare ai prezzi. Che alle massaie, che lui (e quelli che la pensano come lui all’interno dell’amministrazione comunale) sembra tanto disprezzare, il nostro Paese deve molto e - probabilmente - non ci troveremmo nelle condizioni attuali se fosse stato guidato da qualche “massaia”, invece che da tante “belle menti maschili”.

In un momento in cui l’Italia sta affrontando a tutti i livelli il problema delle pari opportunità e della presenza di donne nei ruoli di potere per ottenere il riequilibrio della presenza femminile in ogni ambito, l’amministrazione comunale di Assisi sceglie “volontariamente” di rimanere ferma a una visione del mondo “medievale”, come se non vivessimo nel 2012.

Proprio per svincolare Assisi da questa visione medievale della società, abbiamo dunque deciso di presentare nuovamente il ricorso al Tar dell’Umbria per il rispetto della parità di genere. Vogliamo far capire che il mondo, e il comune di Assisi, non è composto solo di uomini e che un’amministrazione moderna ed efficiente deve sapere utilizzare tutte le energie, senza alcuna discriminazione. Il Parlamento, con la recente approvazione (13 novembre 2012) della legge sul riequilibrio della rappresentanza di genere negli enti locali, ne ha preso definitivamente atto. Assisi, invece, è ferma al palo: quanto tempo ancora ci vorrà perché il sindaco Ricci capisca che è giunta ormai l’ora di rivedere le proprie posizioni?

I firmatari del ricorso

mercoledì 5 dicembre 2012

Fascisti all'Expo



Da più parti ci sono giunte preoccupate segnalazioni, volte ad una nostra netta presa di posizione, su di una inquietante presenza che stanzia con tanto di banchetto presso l’Umbria Fiere di Bastia Umbra nell’ambito della manifestazione Expo Regalo.
Questa bancarella espone in “bella” vista cimeli e gadget del ventennio fascista; il proprietario non si esime, attorniato da alcuni giovanotti, dal fare sfoggio di saluti romani e “italica energia”.
Lungi dal voler ghettizzare una persona che lavora, ci preme ricordare alla gestione dell’Umbria Fiere, al sindaco di Bastia Umbra e alle forze dell’ordine, verso le quali nel pomeriggio di ieri è stata inoltrata specifica segnalazione, che la Costituzione Italiana, nata dalla guerra di Resistenza e dal sacrificio di migliaia di italiani democratici ed antifascisti, prevede il reato di apologia del fascismo.
Non si tratta di zittire voci a noi non gradite, non è una questione di principio vuoto e propagandistico. Il fascismo, in tutto il mondo, ma in Italia in particolare, ha creato morte e dittatura.
Non si può dare spazio a chi, se prendesse il potere, non tarderebbe ad eliminare la democrazia ed il pluralismo.
È una necessità morale, civile e politica far notare questi fatti all’opinione pubblica, vicende (come la presentazione dei libri di casapound presso i locali del comune di Bastia) che allontanano da una idea costituzionale che fino a pochi anni fa aveva dato un senso a questo paese alla deriva.

Solleviamo la questione anche perché, in una situazione sociale tesa e di grande difficoltà per il mondo del lavoro e per le famiglie nel nostro territorio, non vorremmo che qualcuno possa raccogliere la provocazione, guastando la festa e il clima natalizio di Expo Regalo.