Domenica 25 novembre dalle ore 10,00 alle ore 19,00
saremo di nuovo in piazza, a Santa Maria degli Angeli, con un banchetto per la
raccolta firme per i referendum abrogativi della pessima contro-riforma del
sistema pensionistico introdotto dal governo Monti-Fornero.
Con le misure adottate dal duo
“amico della speculazione” si aumenta l’età pensionabile, si creano migliaia di
esodati (ultracinquantenni senza lavoro e senza pensione dall’oggi al domani) e
si ostacola di fatto l’entrata nel mondo del lavoro delle giovani generazioni,
peggiorando la già catastrofica situazione della disoccupazione giovanile che
vede il nostro paese al primo posto in Europa in questa non invidiabile classifica.
La contro riforma che vogliamo
abrogare è anche contro le donne che, venendo annullata la possibilità di
andare in pensione prima degli uomini, vedono sfumare il riconoscimento del
doppio lavoro domestico che le donne ancor oggi si sobbarcano sulle loro
spalle.
I quesiti referendari sono due.
Il primo riguarda il limite di
età per la pensione di vecchiaia che se passasse la nostra proposta, tornerebbe
a 62 anni (invece di 67 entro il 2021).
Con il secondo si rifissa il
limite di pensione anticipata a 41 anni di contributi e non, come prevedono
Monti e Fornero, a 44 anni entro il 2027. Inoltre per i lavori usuranti
verrebbe reintrodotto lo sconto di due anni.
Infine, con il referendum si
abrogherà il blocco delle rivalutazioni al costo della vita nel calcolo
dell’importo degli assegni pensionistici.
Questi quesiti referendari
dimostrano come sempre chi sta veramente dalla parte del popolo e dei
lavoratori.
Questa controriforma è stata
concepita, come tutti i provvedimenti di questo governo, per colpire sempre e
solo i lavoratori, facendo cassa immediatamente, derubando i cittadini dei
contributi versati in anni di sacrifici e ignorando bellamente la vera causa
della crisi, la speculazione finanziaria e anni e anni di sbagliatissime
politiche economiche basate sul becero neoliberismo.
L’obiettivo in prospettiva,
appare evidente, è quello di smantellare il sistema pubblico in favore dei
fondi privati.
Come con i beni comuni,
riprendiamoci ciò che è nostro, facciamo pagare chi ha rubato e chi si ingrassa
sulle nostre spalle.
Riprendiamoci il futuro.
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