Si avvicina la fine dell’estate
ed ecco che si presentano, puntuali, i mal di pancia della destra assisana
sempre pronta alla lotta per imporre l’egemonia di questo o quel gruppo nei
confronti degli antagonisti interni.
Le insofferenze, anche se ancora
a bassa intensità, sono palesi ed hanno sicuramente varie sfaccettature:
dall’insicurezza dei vari assessori (e dei loro relativi gruppi politici in
seno e non al consiglio comunale) per l’incerto futuro che prima o poi porrà
l’aut-aut mettendo fine all’anomalia assisana di una giunta che non rispetta la
rappresentanza di genere (leggi l’inserimento di una donna in giunta),
all’insofferenza nemmeno tanto celata dei malumori dei vari capetti esclusi dai
posti di comando fino alla lotta serrata per prendere il posto che Ricci
gioco-forza dovrà abbandonare da qui al 2016 sul più alto scranno del consesso
cittadino.
I malumori sono forti e la stampa
locale non ha mancato l’occasione, una volta tanto, per rendere pubblica la
volontà di alcuni consiglieri di creare un formazione autonoma sotto la
dicitura “gruppo misto” in consiglio comunale.
Sbaglia, a nostro avviso, chi
pensa che la risposta di questi giorni di Ricci, che ha richiamato i
consiglieri alla responsabilità, abbia messo a tacere le tensioni interne alla maggioranza:
il sindaco di Assisi (e la vicenda delle quote di genere lo dimostra) è
“ostaggio” della sua maggioranza, dei precari equilibri interni e delle
rivalità e della litigiosità della sua composita maggioranza.
Dopo Ricci il centro destra
assisano navigherà a vista: non emergono all’orizzonte personalità di spicco in
grado di catalizzare l’attenzione di tutto dell’elettorato assisano.
Inutili, a nostro avviso, i
continui richiami fatti dall’amministrazione comunale nei confronti dei tagli
imposti dal governo Monti perché chiunque può capire che questi stessi tagli
sono votati dai partiti di riferimento dell’attuale maggioranza di governo ad
Assisi (e purtroppo non solo perché anche il Pd è un convinto sostenitore del
governo delle banche e non sembra abbia le prospettive giuste né gli uomini per
una vera alternativa) e tutti comprendono che questi sono figli della stessa
logica costituente dei partiti che lo sposano (e quindi anche di Ricci e soci).
Questi mal di pancia da basso
impero, fatti, checchè se ne dica, sorvolando sulle vere esigenze della
cittadinanza e in barba ad un autunno che si prospetta quanto meno problematico
per le economie dei lavoratori e delle famiglie del territorio, sono
francamente fuffa insopportabile perché rispecchiano una volontà basata
esclusivamente sull’autoconservazione effimera del potere in quanto tale, ben
lontano dalla vera intenzione di tutela dell’interesse collettivo, che invece
dovrebbe essere l’unico scopo di una giunta comunale che voglia realizzare il
benessere di una comunità.
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