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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


giovedì 16 giugno 2011

La Costituente dei Beni Comuni



I referendum hanno dimostrano che in Italia esiste una nuova partecipazione dei cittadini alle decisioni della politica.
Questo nuovo virtuoso atteggiamento segna una chiara svolta a favore di principi cardine che non devono essere assolutamente toccati: l’acqua come bene comune, l’uso delle fonti rinnovabili, la legge che deve essere uguale per tutti, il rifiuto delle politiche liberiste.
Ora però come movimenti e partiti non dobbiamo abbassare la guardia perché se è vero che il legittimo impedimento e il nucleare sono pericoli cancellati fin da subito, la privatizzazione strisciante dell’acqua pubblica è sempre dietro l’angolo e noi dovremmo vigilare affinché nessuno abbia la tentazione di approfittare di cali di attenzione dell’opinione pubblica per poter riproporre questo abominio sulle nostre spalle.
Anche per questo e in considerazione del fatto che ad Assisi, dopo la pesante vittoria della destra alle comunali, c’è stata un’ottima affluenza alle urne in linea con quella umbra e nazionale e anche del fatto che tutta la Sinistra insieme vale comunque un 10% circa dei consensi elettorali, proponiamo alle forze politiche dell’Italia dei Valori, di Sinistra Ecologia e Libertà, ai movimenti civici e a Sinistra Critica di creare fin da subito una “Costituente dei beni comuni” che abbia come motivo fondante una serie di atti politici unitari che coinvolgano le associazioni, i comitati e la gente in modo da realizzare proposte per modificare regolamenti locali e statuti che confermino l’esito dei referendum.
Gli italiani si sono espressi affinché non solo l’acqua ma anche l’energia e i servizi pubblici siano sottratti alla cupidigia dei privati e gestiti dal settore pubblico, rilanciato ed efficiente.
Noi e tutte le forze politiche sopra citate, che da sempre abbiamo avuto questa visione comune della gestione della società, abbiamo da oggi il dovere civile e politico di tutelare e vigilare affinché la battaglia referendaria abbia seguito e non sia stata vana.

7 commenti:

  1. Anonimo16/6/11

    "Sono saltato professionalmente perchè, tra i vari motivi, nel 2007 feci una perquisizione a Luigi Bisignani". Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, all'epoca magistrato, commentando l'inchiesta sulla P4.
    Subito dopo ha aggiunto: "Pochi giorni dopo l'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella accelerò la procedura ispettiva, condotta da magistrati che sono nell'inchiesta P4. Nel giro di pochissimi giorni fu chiesto il trasferimento d'ufficio e in altrettanti pochissimi giorni fui trasferito".

    "Da cittadino, da sindaco di Napoli e da ex magistrato osservo con grande attenzione e con grande interesse quest'inchiesta che coinvolge personaggi che già negli anni scorsi, compreso l'onorevole Papa, hanno lavorato per cercare di ostacolarmi", ha detto de Magistris.

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  2. Anonimo16/6/11

    NAPOLI - Dopo 18 anni la presidenza del consiglio comunale di Napoli non va alle forze della maggioranza. Con 38 voti, infatti, il rettore Raimondo Pasquino, candidato alla poltrona di primo cittadino partenopeo per il Terzo Polo, sarà a capo dell'assise consiliare. Una decisione arrivata dopo la prima votazione e che lo stesso sindaco Luigi de Magistris aveva `caldeggiato' sin dalla campagna elettorale.
    "Mai come questa volta avevamo una maggioranza molto forte per nominare un presidente che appartenesse alla maggioranza - ha detto De Magistris nel corso del suo intervento nella storica sala dei Baroni al Maschio Angioino - credo si apra una stagione nuova nella quale non solo la Giunta e il sindaco lavoreranno di più e meglio rispetto a quanto fatto in questi ultimi cinque anni, ma ci aspettiamo moltissimo dal Consiglio sia in termini di controllo del nostro operato, ma anche in termini di capacità di proposizione di iniziativa politica, ragionamenti, riflessioni, dialettica anche aspra, ma sempre nell'interesse di questa città che amiamo".
    Per De Magistris, Pasquino può rappresentare "quell'esigenza di equilibrio non solo delle forze politiche presenti in consiglio comunale, ma anche di questa stagione politica nuova che si è aperta in città di partecipazione democratica".
    "Chiamare me a rappresentare sia maggioranza che opposizione - ha dichiarato Pasquino ai giornalisti - rappresenta un cambiamento. E' stato un esempio di correttezza da parte di tutti i consiglieri nonostante su questa decisione potevano esserci delle divisioni. Mi pare - ha aggiunto - ci siano tutti i presupposti per lavorare bene innanzitutto per approvare il bilancio entro il 30 giugno".
    Lavoro, dunque, e pochi giorni di ferie anche in estate: "Quello che c'è da fare è tanto - ha concluso Pasquino - e bisogna sfruttare ogni giorno possibile". Intanto, la seduta inaugurale del Consiglio ha dato modo di delineare i gruppi consiliari: il centrodestra ha preferito spaccarsi in tre tronconi: Pdl Napoli, Pdl, `Liberi per il Sud' e `Iniziativa responsabile'. Il Terzo Polo annovera un eletto di Fli e il rappresentante dell'Udc. Dal canto suo, il neo presidente Pasquino ha dichiarato di voler essere libero da appartenenze di partito, mentre i tre gruppi politici di maggioranza sono: Idv, Federazione della sinistra e `Napoli è tua'. Garantiscono appoggio esterno Sel e Partito democratico.
    L'occasione della prima assise comunale ha, infine, offerto l'occasione al sindaco de Magistris di annunciare che tutte le sedute del Consiglio saranno trasmesse via web, in diretta streaming perché la politica "non è solo quella dei partiti", ma "a Napoli si è aperta una grande stagione di partecipazione democratica".

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  3. Anonimo21/6/11

    Segretario Paolo Ferrero, Vendola ha chiesto al Pd di cancellare la legge 30.
    Siete d'accordo?*
    Altroché, ma propongo a Vendola un passo concreto: un referendum per
    cancellarla. Ci sta? Partiamo subito con la raccolta firme. Noi siamo anche
    d'accordo con i quesiti proposti da Passigli che scardinano il bipolarismo.
    Perché a mio parere il vero limite della proposta di Sel sta qui.
    D'accordissimo sulle primarie su candidato e programma. Ma non bastano per
    costruire l'alternativa. Obama si ritrova un bel po' di parlamentari
    indisponibili a rompere i rapporti con gli interessi forti. Allo stesso Pisapia,
    per venire a casa nostra, il bipolarismo fatalmente determina una convergenza al
    centro. Nello schema milanese, quello delle primarie che piace a Sel, finisce
    che il centro viene recuperato in giunta, e la sinistra fatta fuori.
    *Se le primarie non bastano, cos'altro serve?*
    Serve costruire una sinistra unitaria e in grado di accumulare forza. Chi può
    credere di rovesciare il neoliberismo in un partito con Veltroni? Le idee
    neoliberiste sono la politica stessa del Pd. La novità è che si è espressa
    una nuova soggettività, larga, dalle tute blu, alle donne, ai no Tav, ai
    referendari. Per primo dobbiamo impedire che la vittoria venga scippata. La
    proposta di legge del Pd sull'acqua è emblematica: non c'entra niente con il
    referendum.
    *Ma come? Non siete in parlamento.*
    Propongo una costituente dei beni comuni. L'ho lanciata oggi (ieri, ndr) in Val
    di Susa. C'è da mettere insieme tutti i movimenti, e i partiti disponibili, per
    costruire una soggettività dal basso. E nelle città in cui si è vinto
    propongo di mettere in atto forme di partecipazione dal basso per dettare le
    agende alle giunte. Lo spirito partecipativo di Genova dieci anni dopo è
    maggioritario.

    *Vendola chiede le primarie per 'convocare' tutta questa primavera, non
    riassumibile sotto l'insegna del socialismo e persino della sinistra.*

    Quando dico sinistra intendo autonomia dai poteri forti, non ripropongo
    discriminanti ideologiche.

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  4. Anonimo21/6/11

    *I referendari hanno costretto il Pd a cambiare linea. Non è la prova che la
    scelta di rivolgersi a un campo più ampio della sinistra-sinistra, che è la
    scelta di Vendola, alla fine porti a casa un gran risultato?*

    Il movimento 'sposta', è indubbio. E infatti noi ci siamo dentro dal primo
    giorno. Ma il fatto che i democratici già ripropongano la loro legge sull'acqua
    dice che il nonostante la vittoria non hanno cambiato l'impostazione. C'è
    bisogno di una soggettività di sinistra difendere ogni giorno e consolidare i
    risultati ottenuti.

    *Ma proporre un soggetto di sinistra non rischia di isolare la sinistra stessa?*

    Penso a una sinistra autonoma, ma non isolazionista. Il rischio opposto è
    ritrovarsi in guazzabuglio in cui c'è tutto e il suo contrario. Così com'è il
    Pd. Ripeto: dobbiamo rassegnarci al fatto che la politica ti chiude in un
    partito unico di centrosinistra? No. Accanto al centrosinistra va costruita una
    sinistra, come la Linke tedesca. Ma per farlo dobbiamo superare il bipolarismo.

    *Ferrero, Vendola, Diliberto: un gruppo dirigente protagonista di tante
    scissioni può indicare la strada dell'unità?*

    Io di scissioni non ne ho fatta neanche una, le ho sempre subite. Comunque
    quelle passate non debbono essere di ostacolo. Noi abbiamo individuato la schema
    della Federazione, dove c'è il Pdci con il quale pure i conflitti sono stati
    aspri. Ma federare è un modo di ragionare. Bisogna andare in questa direzione.

    *Il tema di una coalizione di governo ormai è di attualità. Qual è lo stato
    dell'arte, per la Federazione?*

    Propongo che parta da subito, con tutti e non solo i partiti, una discussione
    sui contenuti. Noto però che Sel parla sempre di sé, Pd e Idv. Allora chiedo a
    Vendola: è d'accordo che in questa discussione ci sia anche la Federazione? O
    c'è una conventio ad excludendum?

    *Avete detto che non parteciperete ad un eventuale governo di centrosinistra.
    Quindi rovescio la domanda: non siete voi a mettervi fuori dalla discussione?*

    Ma la mia è una previsione, non un pregiudizio. Dire che non sono interessato
    al governo significa che non lo metto come premessa per trovare un accordo. Sono
    per l'unità delle forze democratiche e l'esigenza di sconfiggere Berlusconi per
    me è vitale. Ma so anche che ci sono differenze programmatiche importanti.

    *Unità anche con l'Udc di Casini?*

    Nel Terzo Polo c'è chi ha votato, per esempio, la legge Gelmini. E no al
    referendum sul nucleare. Abbiamo vinto le amministrative con il centrosinistra
    più la sinistra. A Napoli addirittura con sinistra più sinistra. E la lezione
    è che uno schieramento così non è più minoritario.

    di Daniela PreziosiFonte: il manifesto, 19/06/2011

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  5. Anonimo21/6/11

    ------------LA FDS, SEL, L'UNITà DELLA SINISTRA E LA QUESTIONE DEL
    GOVERNO------------

    di Dino Greco (Liberazione del 19 giugno 2011)La doppia vittoria nelle elezioni
    amministrative e nei referendum ha riaperto a sinistra la discussione intorno
    alla possibilità non soltanto di liberare il Paese da Berlusconi ma,
    addirittura, di pervenire in tempi brevi ad un'alternativa di governo capace di
    cambiare in profondità la realtà dell'Italia. Porsi questo interrogativo è
    non solo legittimo, ma necessario. L'ipotesi di un cambiamento radicale degli
    equilibri politici va indagata razionalmente, scansando pregiudizi ostativi ed
    anche frettolose (ed illusorie) precipitazioni.Sel, ad esempio, è convinta che
    le condizioni siano maturate a tal punto che i suoi più autorevoli esponenti
    pongono all'ordine del giorno niente meno che la costruzione di un soggetto
    unico della sinistra. Allora converrà afferrare il toro per le corna e non
    eludere il tema posto che chiama in causa anche la Federazione della Sinistra e
    la sua strategia.Personalmente, ritengo che sia salutare evitare due opposte
    tendenze: quella di chi respinge a priori l'ipotesi di un coinvolgimento della
    Fds in un'alleanza di governo in quanto ciò comporterebbe un inevitabile,
    recidivante cedimento compromissorio, da escludersi per principio sino a quando
    non maturino nel Paese le condizioni di un governo di sinistra-sinistra,
    portatore di una radicale trasformazione cripto-socialista; e l'altra tesi,
    diametralmente opposta, di chi ritiene che tale evento sia ormai alle porte,
    disinvoltamente eludendo - sotto la spinta dei sentimenti e di una certa euforia
    da successo - l'effettiva possibilità di condividere con uno schieramento di
    centrosinistra un programma di reale rivolgimento sociale e democratico
    dell'Italia.Il solo modo per venire a capo di quella che diversamente si
    trasformerebbe in un'astratta disputa ideologica è quello di impegnarsi, come
    si sarebbe detto una volta, nell'analisi concreta della situazione concreta.
    Insomma, fuori dalle formule e andando al sodo, valutando, in ispecie, con quale
    progetto di trasformazione e con quali alleanze sia possibile costruire un serio
    e credibile programma di governo. Non una finzione elettoralistica, buona per
    insediarsi nei palazzi del potere e da archiviare subito dopo per fare altro o
    addirittura l'opposto, come capitò con il governo Prodi.La bussola da tenere
    ferma non può essere allora che quella dei contenuti.Su questo punto ha ragione
    Bersani: è il programma di governo che traccia il denominatore comune dei
    soggetti chiamati a realizzarlo, che definisce il perimetro delle alleanze, che
    identifica chi vi sta dentro e chi no.Dire il contrario, affermare cioè che la
    scelta del leader della coalizione, attraverso le primarie, precede e risolve la
    chiarezza sugli intenti, equivale a rendere opaco e impalpabile il progetto
    politico, esponendolo ad una vaghezza foriera di insanabili contrasti oppure di
    preoccupanti cedimenti. Così come affidare ad un "eletto" il compito di
    allargare (sino al Terzo Polo?) il fronte dell'alternativa porta con sé
    un'implicita indifferenza al merito, uno sbiadimento dell'azione di governo
    così forte e prevedibile da rendere ininfluente - perché del tutto subalterna
    - la presenza nell'esecutivo della sinistra, nuovamente consegnata ad un ruolo

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  6. Anonimo21/6/11

    ornamentale. Imperniare tutto sulla preliminare scelta del capo sottende cioè
    un'implicita torsione carismatica della guida ed una propensione per la delega,
    mentre il tema che ha fatto irruzione nelle elezioni amministrative appena
    concluse e, ancor più, nella campagna referendaria è stato proprio quello
    della democrazia come partecipazione e protagonismo diffusi, refrattari al
    verticismo politicista e ostili ad ogni degenerazione populistica.Voglio dire,
    in definitiva, che il gioco non si può fare a carte coperte. Certo non lo può
    fare la sinistra.Proviamo a venire in chiaro con qualche esempio.Abbiamo appena
    incassato uno strepitoso risultato sull'acqua pubblica. Ma sappiamo anche quali
    ambiguità (o aperti dissensi) alberghino nel Pd circa un'effettiva
    pubblicizzazione della gestione delle reti idriche. E sappiamo che già sono in
    corso manovre per fare surrettiziamente rientrare dalla finestra ciò che il
    voto ha prepotentemente cacciato dalla porta. E allora? Il centrosinistra
    ascolterebbe queste sirene o sosterrebbe la proposta di legge formulata dal
    Comitato per l'acqua pubblica?Proseguiamo. L'Italia rischia concretamente il
    contagio della crisi greca e il pericolo di precipitare in un vicolo cieco è
    tutt'altro che remoto, mentre tanta gente non ha più di che vivere e
    l'industria batte in testa. L'intervento più urgente, il solo capace di
    liberare significative risorse per gli investimenti e contemporaneamente
    sostenere i redditi da lavoro e rilanciare i consumi interni è, nell'immediato,
    quello di una riforma fiscale tutta orientata a spostare risorse verso la parte
    bassa della piramide sociale, da finanziarsi con una forte tassazione delle
    rendite finanziarie, con una imposta patrimoniale, col taglio delle spese
    militari, con la revoca degli impieghi destinati alla Tav e con misure
    severissime contro l'evasione fiscale. O si fanno (almeno) queste cose oppure la
    redistribuzione e la ripresa restano un mito. Sono in grado il centrosinistra -
    o lo stesso Pd - di reggere un impegno di questa portata?Il precariato sta
    devastando (economicamente e moralmente) una generazione messa alla gogna da una
    produzione legislativa che ha smantellato l'intera impalcatura dei diritti nel
    lavoro. Col risultato che i contratti a termine - nelle mille acrobatiche
    tipologie che hanno fatto del lavoro una merce a basso costo - hanno
    dequalificato persino funzioni pubbliche nevralgiche nella sanità, nei
    trasporti, nella ricerca, nella scuola. E' nelle corde del centrosinistra - o
    dello stesso Pd - l'abbandono dell'elegia della flessibilità per tornare alla
    centralità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato?Il padronato italiano
    sta assestando colpi mortali al contratto nazionale di lavoro, al diritto di
    coalizione dei lavoratori, al diritto di sciopero. Si può confidare che il
    centrosinistra prenda partito,

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  7. Anonimo21/6/11

    facendo propria la proposta di legge attraverso
    la quale la Fiom chiede che i lavoratori non siano espropriati della facoltà di
    scegliere la propria rappresentanza sindacale e competa a loro - e solo a loro -
    legittimare o respingere con il voto ogni atto negoziale? O piuttosto, come sin
    qui avvenuto, il piatto della bilancia penderà dalla parte di Marchionne, della
    Confindustria e dei sindacati complici?L'Italia è direttamente coinvolta in
    azioni militari su diversi teatri di guerra, in palese violazione dell'articolo
    11 della Costituzione. Dal pantano guerrafondaio è indispensabile uscire, non
    fantasticando di improbabili exit-strategy che durano il tempo strettamente
    necessario a giustificare il rifinanziamento delle missioni, ma decidendo di
    mettere la parola fine all'ingaggio militare e alla proliferazione del nostro
    arsenale bellico. E' immaginabile che il centrosinistra - o lo stesso Pd - sia
    disponibile ad una simile metamorfosi? O, viceversa, è pensabile che una
    sinistra al governo possa fare spallucce ed acconciarsi a subire, sia pure
    recalcitrando?Come si vede, non vi è nulla di semplice. Soprattutto, le
    condizioni di una svolta politica sono ancora da conquistare. E non aiuta certo
    a determinarle la perdurante divisione a sinistra, il rifiuto ostinato di Sel -
    va finalmente detto con chiarezza - a qualsiasi rapporto di collaborazione con
    la Federazione della Sinistra e la rinuncia alla costruzione di un polo autonomo
    alla sinistra del Pd, nell'illusione che siano praticabili taumaturgiche
    scorciatoie.Nessuna pregiudiziale preclusione ad un confronto sui contenuti,
    dunque. Anzi, se vale una sensazione - ormai suffragata da troppi fatti - è che
    di pregiudiziale vi sia solo l'intenzione di escludere la Federazione da ogni
    livello di interlocuzione: sbarramento a sinistra, nessun confine a
    destra.Tenere saldo il timone è dunque, se possibile, ancor più necessario. Ed
    utile. Ne dà la misura anche la pervicacia con cui i custodi del recinto
    provano ad alzare lo steccato.Investire sulla buona politica e sulla coerenza è
    molto faticoso. E comporta prezzi pesanti. Ma alla lunga paga. Non abbiate
    paura, compagni.

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