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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


martedì 14 giugno 2011

Grazie di quorum




La grande, importante, storica vittoria ai 4 referendum di domenica e lunedì è stata una immensa prova civica dei comitati promotori e della società civile in generale ma chiariscono anche alcuni fatti fondamentali: il nostro Partito e la Federazione della Sinistra (senza ombra di dubbio in prima linea sulle questioni dei beni comuni, della richiesta che la legge sia uguale per tutti e nella difesa dell’ambiente contro ritorni pericolosi ad energie fintamente moderne) ha fatto sue dal primissimo minuto queste battaglie di civiltà raccogliendo tante firme per chiedere i referendum che poi sono stati vinti.
Il fatto che tanti cittadini abbiamo mandato un così chiaro messaggio alla classe politica (non solo a quella al governo) significa che le nostre battaglie, le nostre idee, i nostri propositi sono condivisi da una larga fetta della società italiana.
Sono principi che rifiutano la mercificazione dei beni comuni indispensabili, sono quei precetti che tendono a rispettare l’ambiente e la vita prima dei profitti e a sancire una volta di più che di fronte alla legge siamo tutti uguali.
Nonostante la censura continui la sua opera di oscuramento nei confronti dei nostri rappresentanti, i risultati del nostro lavoro sul territorio cominciano a farsi vedere (Sodano vice sindaco a Napoli è solo la punta di un iceberg).
Non riconoscere il nostro impegno a livello nazionale potrebbe risultare ingeneroso così come sarebbe troppo da parte nostra appropriarci di tutti i meriti.
Ma un fatto c’è ed è indiscutibile: la maggior parte della gente ha in comune con noi tante idee e tante battaglie di civiltà.
Da non trascurare, inoltre, il fatto che questi referendum abbiano avuto il quorum dopo ben 16 anni di fallimenti e battaglie purtroppo inutili. Anche questo è un chiaro input.
Da questo voto si aprono scenari finalmente positivi per il nostro paese: è necessario creare una forte Sinistra che possa avere l’energia per incidere sulla politica italiana attraverso la rivendicazione di tutte quelle tematiche che abbiamo in comune, tante e tutte popolari, come dimostrano questi esiti referendari.
Basta con le divisioni e le ripicche, con i distinguo di piccolo cabotaggio e per mantenere in piedi i capibastone, dove possibile e nelle battaglie comuni serve unità, nel reciproco rispetto delle specificità di ognuno di noi.
Ad Assisi persino Padre Piemontese si è espresso in modo chiaro a favore dell’Acqua come Bene Comune: a lui va il nostro plauso incondizionato e sincero.
Questo risultato straordinario e, solo ai meno attenti, inaspettato premia gli sforzi delle tante e dei tanti che ad Assisi si sono impegnati nelle varie iniziative per arrivare ad un positivo risultato (la sbiciclettata, il flash mob in piazza S.Francesco, il tour delle fontanelle) e dà un chiaro segnale anche ai berlusconiani di casa nostra affinché non perseverino nel folle piano di installare nel nostro territorio comunale microtermovalorizzatori (leggi inceneritore) o altre diavolerie che possano andare contro la forte sensibilità ambientalista, ecosolidale e democratica che anche la città di Assisi ha dimostrato di avere.

2 commenti:

  1. Anonimo15/6/11

    Il risultato dei referendum è chiaro. Non c’è bisogno di descriverlo. I quesiti erano chiari ed inequivocabili. Il Governo Berlusconi ha perso nettamente sul nucleare e sul legittimo impedimento. Ma sui due quesiti riguardanti l’acqua hanno perso tutti quelli che per quasi vent’anni hanno sostenuto e proposto la privatizzazione della gestione dell’acqua. Hanno cambiato opinione? Bene! Hanno deciso di votare si solo per non entrare in contraddizione con il loro elettorato e/o per sfruttare i referendum sull’acqua per mettere in difficoltà il governo in carica? Benino! Hanno, coma già fa Bersani, votato si ma ora dicono che è stata sventato l’obbligo a privatizzare e che gli enti locali possono, se lo vogliono, privatizzare? Male! Malissimo! Nelle prossime settimane, passata l’euforia, bisogna sapere che si giocherà una battaglia forsennata, anche se i talk show non ne parleranno o ne parleranno invitando i soliti voltagabbana e presunti esperti, perché in gioco ci sono cifre da capogiro dal punto di vista delle multinazionali che hanno già messo e vogliono mettere le mani sull’acqua. Spero che la battaglia si svolga nella chiarezza. E che i contenuti dei referendum sull’acqua non vengano sacrificati sull’altare della perniciosa e vomitevole dialettica bipolare. Perché molti, troppi, sono stati favorevoli alla privatizzazione, anche se oggi cantano vittoria. Spero, ma so che è una speranza pressoché infondata, che a chi ha vinto veramente, perché da sempre contrario alla privatizzazione dell’acqua, venga riconosciuto il lavoro svolto in tutti questi anni. E spero che la litania antiberlusconiana o, peggio ancora, quella della società civile contrapposta ai partiti, non cancelli i meriti di chi in tutti questi anni ha onorato il compito di lottare dentro e fuori le istituzioni, insistendo sulla necessità di salvaguardare i beni comuni dal mercato e dal profitto, raccogliendo le firme per i referendum. Parlo del mio partito.

    Essendomene occupato allora mi è tornato alla mente il dibattito che si fece in parlamento sulla famosa Legge Galli. Nel 1993. Un secolo fa. Quando eravamo soli a sostenere la battaglia contro la privatizzazione dell’acqua. Quasi soli. Perché oltre a Rifondazione solo il MSI votò contro, anche se per motivi diversi. Mentre Verdi e PDS furono favorevoli. La legge Galli è stata citata mille volte in queste ultime settimane. Ma nessun santone televisivo o giornalistuncolo si è preso la briga di rileggere quel dibattito. Anche solo per dare conto di chi fu favorevole e chi contrario alla privatizzazione. Così, giusto per amore di verità e per informare.

    ramon mantovani

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  2. Anonimo16/6/11

    A cinque anni gli imposero la terapia riparativa, suicida a trentotto
    Kirk Murphy aveva solo cinque anni quando i genitori cominciarono a preoccuparsi della sua “effeminatezza”. Accettarono di sottoporlo al “Sissy Boy Experiment”, un programma riparativo sperimentale dell’Università della California, nel corso del quale fu anche sottoposto a violenze fisiche da parte del padre, che era stato in tal modo istruito dai ricercatori. Il suo caso, negli anni seguenti, fu citato dai sostenitori delle terapie riparative come un esempio di successo. Kirk Murphy, ha reso ora noto una trasmissione della CNN, Anderson Cooper 360°, si è invece suicidato a 38 anni, dopo aver avuto una vita infelice, caratterizzata da forti momenti di depressione, e dopo aver comunque manifestato un orientamento omosessuale, ‘celato’ per paura delle percosse del padre. Leader di quell’esperimento fu lo psicologo George A. Rekers, un pastore battista co-fondatore del Family Research Council, che lo scorso anno fu sorpreso al ritorno da una vacanza in Europa in compagnia di un giovane prostituto (cfr. Ultimissima del 5 maggio 2010). Ancora oggi Rekers difende le sue cure anti-gay: “l’ho sempre fatto a fin di bene”.

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