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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


martedì 21 febbraio 2012

Recuperiamo il...G.A.P.


I Gruppi di Acquisto Popolare hanno subito una momentanea interruzione dovuta dall’eccezionale ondata di maltempo che in questi giorni ha colpito anche la nostra regione.

Il Circolo “Peppino Impastato” di Assisi ha però prontamente deciso la data della nuova distribuzione dopo aver avvertito i primi aderenti del comprensibile slittamento dell’inizio di quello che costituisce, a nostro giudizio, un virtuoso strumento di socializzazione e risparmio economico.

La prima distribuzione avverrà quindi venerdì 2 marzo dalle ore 17,30 alle ore 19,30 presso la nostra sede in via Giovanni XXIII n. 18 ad Assisi; gli ordini dovranno pervenire entro mercoledì 29 febbraio telefonando ai numeri 347/0583636, 328/7265738 o 340/6505622 o inviando una email all’indirizzo prcassisi@hotmail.it.

(Per le prossime distribuzioni cercheremo di dare la possibilità di poter ordinare direttamente dal nostro sito http://rifondazionecomunistaassisi.blogspot.com dalla pagina del GAP).

Dopo le vicissitudini giudiziarie che in questi giorni hanno colpito la città di Gubbio, il nostro Partito è ancora più determinato nel dimostrare quali sono le sue reali pratiche sociali e i suoi intenti, vicini alla gente e al mondo del lavoro per una società più giusta ed equa.

Il comportamento del Partito della Rifondazione Comunista è stata limpido e lineare fin dall’inizio; già da novembre, periodo in cui arrivarono i primi avvisi di garanzia ad Orfeo Goracci, avevamo sospeso cautelativamente dal Partito il consigliere regionale invitandolo energicamente a dimettersi dalla carica istituzionale, sia per tutelare l’immagine del Partito sia per permettergli di difendersi in piena trasparenza e tranquillità.

Riponiamo pertanto in casi come questi fiducia nella magistratura nell’accertare le responsabilità e le eventuali colpe fraudolente consci che la verità è una necessità per tutti gli attori in campo e i soggetti coinvolti, speranzosi nella possibilità che Goracci possa risultare estraneo ai capi di imputazione.

È evidente comunque che, nel caso in cui venissero a galla e fossero accertate senza il minimo dubbio implicazioni serie e circostanziate di colpevolezza, ci troveremmo di fronte ad un episodio eccezionale, isolato che riguarderebbe una anomalia territoriale a se stante, del tutto avulsa dalle logiche di un Partito che per sua natura (e non potrebbe essere altrimenti) fa della questione morale una stella polare indiscutibile e imprescindibile.

Il nostro compito, come testimonia il G.A.P. che ne costituisce una parte rilevante, è quello di agire direttamente a favore delle classi popolari e delle sue esigenze primarie di dignità.

Quello spirito che continua a farci andare avanti sempre con la stessa determinazione e con ancor più ferma volontà di un reale cambiamento.

5 commenti:

  1. Anonimo23/2/12

    Una decisione che assume i caratteri di una azione di rottura democratica, in un paese dove anche il Parlamento è subordinato ad un governo “tecnico” di professori della Bocconi.
    Il confronto in Consiglio Regionale è passato da una discussione alta ed impegnata sulla natura del governo “allargato” dei territori, delle città, dell’Umbria, della sua inadeguatezza a fronte della crisi del sistema liberista e della dittatura della finanza che schiaccia la democrazia, la politica e l’autonomia delle regioni, dal rapporto tra morale pubblica e forme organizzate della politica ed istituzioni locali, ad un attacco senza precedenti alla massima istituzione rappresentativa del pluralismo politico, culturale e sociale dell’Umbria.
    Si è passati dal confronto politico e culturale sulle forme a garanzia dei cittadini all’incomprensibile attacco al funzionamento del Consiglio Regionale.
    E’ lecito chiedersi qual è l’obiettivo non dichiarato, impossibile da esplicitare, così vitale da portare alla decisione di praticare la inagibilità del Consiglio Regionale?
    Insomma nel volgere di poche ore si è passati dal come far funzionare meglio le istituzioni al volerle paralizzare.
    Rifondazione Comunista, per il ruolo che ha ricoperto e che ricopre, per la sua storia di oltre venti anni nelle istituzioni umbre, non accetta la deriva “sfascista” delle istituzione, anzi la contrasta con determinazione.
    All’inizio del confronto in Consiglio Regionale abbiamo dichiarato che la maggioranza guidata dalla Presidente Marini è vittima indiretta delle azioni giudiziarie in corso; che la maggioranza politica a cui gli umbri hanno affidato il governo della Regione è stata democraticamente e nettamente definita dal corpo elettorale; la crisi economica e sociale, la riduzione dei diritti, le crisi produttive, l’aumento della precarietà e della disoccupazione, il senso di sfiducia nella politica e nelle istituzioni, impongono una riflessione e un’analisi, sul modello di sviluppo regionale e sulla cultura di governo che dia il senso di una svolta riformatrice.
    Il confronto in Consiglio Regionale ci ha dato risposta con l’impegno, ad iniziare dal Partito Democratico, di avviare questo percorso innovativo e riformatore. Una risposta positiva, il cui esito dipende da tutti, Rifondazione Comunista non si tirerà indietro, ma farà sentire la sua voce e avanzerà le sue proposte ad iniziare dalla necessità di ridistribuire la ricchezza, di salvaguardare il valore del lavoro, dai beni comuni, da una nuova idea di democrazia partecipata, da uno stato sociale moderno ed efficiente, ecc.
    Appare chiaro, ormai, che la scelta del Pdl fa svanire come neve al sole ogni ipotesi di larghe intese e che il “loden” è utile solo per coprirsi dal freddo.
    Nel 1993 alcune istituzioni locali e la Regione dell’Umbria furono colpite da una bufera giudiziaria che portò, tra gli altri, all’arresto di due assessori e all’accusa di corruzione di un altro. Anche in quella circostanza fu battuto chi riteneva di dar vita ad una maggioranza che l’elettorato non aveva scelto e Rifondazione comunista si impegnò nella Giunta guidata da Claudio Carnieri con due assessori, Pierluigi Neri e Giampaolo Bartolini, proprio per aiutare a fronteggiare una situazione politicamente difficile e far funzionare le istituzioni democratiche.
    Oggi come allora è urgente salvaguardare la dignità e la piena agibilità del Consiglio Regionale e per farlo siamo stati disponibili a candidare alla vice presidenza il consigliere Damiano Stufara.
    La scelta di Rifondazione Comunista dell’Umbria, è stata una assunzione di responsabilità al servizio del Consiglio Regionale, al servizio delle Istituzioni repubblicane.

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  2. Anonimo23/2/12

    Caro Cesario,
    Quello che hai scritto sul caso Goracci mi sembra ingenuo. Ti spiego il ragionamento che mi ha portato a questa conclusione:
    La prima considerazione è che Rifondazione è molto presente ed articolata in Regione, in Provincia ed in praticamente tutti i comuni dell'Umbria (correggimi se sbaglio). Ho sempre visto Rifondazione come un partito serio ed organizzato al di là delle idee politiche ma un partito ha bisogno di chi controlla che non ci sia alcuno ad approfittarsi del nome per interessi propri (es. Berluska). SE Goracci è colpevole (ripeto il SE), il partito a Gubbio doveva averne sentore, il provinciale ed il regionale avrebbero dovuto averne sentore e limitare il personaggio. Quindi il provinciale ed il regionale che cosa ci stanno a fare? Si spartiscono solo le poltrone? La mia è una domanda per capire come funziona un partito. Se i vertici non hanno fatto niente (oltre ad una timida richiesta di auto-sospendersi da cariche istituzionali) vuol dire che anche loro non sanno che pesci prendere ma non posso stare con le mani in mano? Oppure Goracci è davvero troppo forte e controlla troppi voti? Continuo FAFFARA

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  3. Anonimo23/2/12

    Gubbio è un caso a parte per tante ragioni, prima fra tutte il loro estremo campanilismo (chiunque è andato una sola volta ai ceri se ne sarà accorto...) al di là del colore politico. le accuse come in ogni stato di diritto devono essere provate. se fosse tutto vero sfido io quel partito a sapere cosa succede in una particolare città. se così fosse sarebbe uguale per il pdl nel caso del sindaco di parma, o nella regione molise proprio ieri il presidente è stato condannato, o il pd per penati a milano e via dicendo....

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  4. Anonimo24/2/12

    Caro anonimo,
    Gubbio è un caso a parte per è estremamente campanilista? Mi sembra una considerazione poco incisiva e che non risponde alle domande poste.. anzi palesa una visione politica ed istituzionale preoccupante, da certi punti di vista. Se il provinciale ed il regionale di PRC non sapevano dovrebbero avere la decenza di dire una frase se Goracci è ritenuto colpevole: "scusate, non siamo stati in grado di controllare l'operato di nostri sottoposti. Ci scusiamo perchè con non siamo stati in grado di difendere i nostri elettori. Per rispetto all'elettorato tutto ci dimettiamo." magari anche chiarendo che il partito non ha strumenti di vigilanza od in questo caso li ha usati male. Se Goracci è ritenuto innocente va difeso, senza se e senza ma. Io mi pongo dal punto di vista di Goracci e dei suoi amici che, magari a ragione, si ritengono innocenti: cioè si sentono presi a calci in bocca dal loro stesso partito, non difesi dai compagni (domanda lecita compagni di che?). Poi una considerazione: tutti a chiedere le dimissioni di Goracci ma se è innocente? come la mettiamo, facciamo finta di niente? Istituzionalmente può rimanere dov'è, in ogni caso a PRC è mancata o una selezione della classe dirigente od un controllo (mancanze indegne per un partito serio). FAFFARA

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  5. Anonimo24/2/12

    Altra cosa: apprendo da Ferrero in risposta a AldoGiannuli.it che Goracci non versava al partito la quota prevista come consigliere regionale.. a dimostrazione del fatto che in PRC qualcosa non torna..
    Considerazione al volo: Stufara eletto vicepresidente del consiglio regionale... PRC, se è un partito, dovrebbe pensare seriamente a cosa sta facendo.. FAFFARA

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