Contravvenendo alla volontà popolare della maggioranza dei cittadini di Assisi che si sono recati alle urne per votare Si al referendum affinchè l'acqua rimanesse pubblica, la maggioranza in Comune che sostiene la giunta Ricci ha votato contro la mozione presentata da Carlo Cianetti e sostenuta anche da noi di Rifondazione Comunista di Assisi per inserire nello statuto comunale un articolo in cui si preveda l'acqua pubblica come Bene Comune.
Questo respingimento di una mozione che poteva essere tranquillamente condivisa all'unanimità da tutto il consiglio comunale dimostra quanto questa amministrazione tenga in considerazione la volontà della propria comunità espressa con il referendum.
Su beni primari come l'acqua non è possibile né tollerabile che qualcuno faccia affari.
Lo hanno capito e deciso la maggioranza degli italiani e degli assisani, che hanno votato Si al di là del colore politico di riferimento.
Questi comportamenti nonostante siano consueti per le destre soprattutto quando sono al potere, non ci finiranno mai di meravigliare ma ormai è certo: la destra e la giunta Ricci non hanno mai fatto e non faranno mai gli interessi della Comunità.
Questo respingimento di una mozione che poteva essere tranquillamente condivisa all'unanimità da tutto il consiglio comunale dimostra quanto questa amministrazione tenga in considerazione la volontà della propria comunità espressa con il referendum.
Su beni primari come l'acqua non è possibile né tollerabile che qualcuno faccia affari.
Lo hanno capito e deciso la maggioranza degli italiani e degli assisani, che hanno votato Si al di là del colore politico di riferimento.
Questi comportamenti nonostante siano consueti per le destre soprattutto quando sono al potere, non ci finiranno mai di meravigliare ma ormai è certo: la destra e la giunta Ricci non hanno mai fatto e non faranno mai gli interessi della Comunità.
è uno stillicidio
RispondiEliminaper gli assisani non è così dato che è la 4a volta di fila che li votano...
RispondiEliminaPERUGIA - Dopo l’approvazione, da parte del centro destra, dell’ultima manovra finanziaria che scarica sui soliti noti, ovvero i lavoratori e i pensionati, gran parte dell’onere di questa misura volta, ci dicono, a mettere il Paese al riparo dai rischi derivanti dalla grande speculazione che ha preso di mira l’Italia, salvando al tempo stesso le grandi rendite finanziarie e la classe politica, divampa sulla rete e su tutti gli organi di informazione la polemica sui vitalizi dei parlamentari italiani che non sono stati minimamente toccati dalla manovra. Un tema che appassiona tanti cittadini ed in merito al quale ci siamo proposti di offrire un contributo alla riflessione, o meglio, una documentazione che permetterà a tutti di ragionare su elementi concreti e non solo per sentito dire.
RispondiEliminaAbbiamo deciso di spulciare il lungo elenco di ex parlamentari (deputati e senatori) che percepiscono questo famoso “vitalizio” pubblicato da “L’Espresso”, per vedere chi sono i “furtunati” umbri che godono in questo momento di tale “privilegio”.
Ecco il risultato del nostro lavoro:
Mario Andrea Bartolini 15 - 6590 Camera
Leonardo Caponi 10 - 4725 Senato
Giorgio Casoli 10 - 4725 Senato
Pierluigi Castellani 15 - 6590 Senato
Franco Ciliberti 7 - 3605 Camera
Fabio Maria Ciuffini 15 - 6590 Camera
Giancarlo Comastri 5 - 3108 Senato
Alfredo De Poi 10 - 4725 Camera
Maria Antonia Modolo 5 3108 Senato
Venanzio Nocchi 10 - 4725 Senato
Giovanni Paciullo 10 - 4725 Camera
Alberto Provantini 10 - 4725 Camera
Luciano Radi 35 - 9947 Senato
Ilvano Rasimelli 5 - 3108 Senato
Alba Scaramucci 15 - 6590 Camera
Per leggere correttamente queste cifre va considerato che nella prima colonna a fianco dei nominativi sono indicati gli anni di legislatura compiuti da ciascun parlamentare. Nella seconda colonna viene invece riportato l’assegno mensile staccato a loro favore, con l’avvertenza che si tratta di cifre lorde (in taluni casi le ritenute raggiungono percentuali del 43%), per cui le somme effettivamente incassate dai beneficiari sono considerevolmente inferiori.
Altre avvertenza da considerare è che “L’Espresso” si è limitato ad elencare unicamente i titolari del vitalizio, ma il giro dei pagamenti non si ferma qui, perché per gli ex parlamentari defunti l’assegno, sia pure ridotto, è stato trasferito agli eventuali eredi che ne abbiano il diritto (le vedove, principalmente). E non si tratta certamente di un fenomeno di poco rilievo. Al riguardo possiamo portare alcuni esempi che abbiamo tratto dallo stesso elenco de “L’Espresso”.
Nello stesso, infatti, figura anche l’on. Enrico Manca, ex dirigente nazionale socialista, venuto a mancare pochi giorni fa, come pure l’ex sen. Raffaele Rossi, anch’egli scomparso di recente, titolari rispettivamente di vitalizi per 8.641 e 6.590 euro lordi. E’ evidente che con la loro scomparsa la titolarità dei due vitalizi è passata ai rispettivi eredi.
Altro caso da segnalare è la presenza nell’elenco di Mauro Agostini, come titolare di un vitalizio di 6.590 euro mensili. In questo caso si tratta di una imprecisione poiché l’assegno, che viene comunque percepito solo se il titolare ha concluso la sua carriera parlamentare, Agostini lo potrà ricevere solo dal 28 febbraio 1952, quando avrà compiuto i 60 anni.
Infine due curiosità: nell’elenco de “L’Espresso” troviamo anche Mario Capanna e Alberto La Volpe. Il primo, Capanna, attuale presidente del Corecom dell’Umbria, anche se nato a Città di Castello, non è stato comunque eletto nella nostra regione ed avrebbe svolto la sua attività parlamentare per 10 anni (2 legislature), percependo per questo un assegno lordo mensile di 4.725 euro; il secondo, La Volpe, era un giornalista Rai che ha svolto per alcuni anni la sua attività politica in Umbria (è stato fra l’altro anche sindaco socialista di Bastia Umbra) e, per i 5 anni passati alla Camera percepirebbe 3.108 euro lordi mensili.