dalla Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista
La fase di confusione che regna
sul dopo elezioni conferma che non ci troviamo davanti ad una rivoluzione e
all'apertura di una nuova fase ma piuttosto davanti alla crisi organica della
Seconda Repubblica senza che sia presente una alternativa: noi vogliamo
costruirla.
In primo luogo assistiamo al
trionfo del politicismo da parte di tutti i soggetti in campo, vecchi e nuovi,
con una discussione attorno al nodo del governo che si è rivelata in larga
parte finta. Tutti stanno in realtà proseguendo la campagna elettorale e nello
stesso tempo la vera posta in gioco su cui si misurano disponibilità ed
alleanze è quella del Presidente della Repubblica. Il tema dei contenuti, dei
problemi del paese, è del tutto secondario e per certi versi puramente
strumentale.
In secondo luogo occorre
sottolineare come le posizioni politiche di PD e M5S siano incapaci di fornire
una risposta positiva di uscita dalla crisi e di valorizzare il positivo
superamento del bipolarismo che le elezioni hanno determinato. E’ assai
significativo che i temi della patrimoniale, del blocco dei licenziamenti o
della messa in discussione dei trattati europei - a partire dal Fiscal Compact
- non siano nemmeno emersi nella discussione. Nel confronto tra PD e grillini,
da un lato la proposta del PD era del tutto inadeguata e dall'altro Grillo ha
scelto la strada dell'arroccamento contro i partiti invece di aprire un
confronto su proposte chiare da opporre al PD. Per altro verso Napolitano ha
usato la situazione di stallo per determinare quella vera e propria forzatura
costituzionale che è stata la nomina dei 10 "saggi", per riaprire la
strada ad un governo di larghe intese che prelude alla prosecuzione delle
politiche economiche neoliberiste e ad un ulteriore scardinamento della
Costituzione. PD e M5S hanno così concorso pesantemente a determinare un quadro
politico che – pur nella sua instabilità - è molto più arretrato di quanto
aveva espresso il popolo italiano con il voto.
In parallelo alla vicenda
parlamentare italiana stiamo assistendo all'ennesima catastrofica crisi
finanziaria dell'area Euro che ha come epicentro - per ora - il sistema
bancario cipriota. Nell'evidenziare il positivo ruolo di interdizione che hanno
giocato i comunisti ciprioti di AKEL, che unitamente alle altre forze della
sinistra sono riuscite a bloccare il primo piano della troica, dobbiamo
registrare ancora una volta come le politiche proposte da Bruxelles sotto le
direttive della Merkel - nella completa afasia del partito socialista europeo e
di Hollande - siano completamente sbagliate e aggravino pesantemente la crisi.
Entrambi questi esempi -
nazionale ed europeo - ci parlano della necessità di ridefinire e rafforzare
una proposta antiliberista ed anticapitalista in Italia ed in Europa. Ci parlano
della necessità di rafforzare il Partito della Sinistra europea, ci impongono
una svolta nella vita di Rifondazione Comunista e ci chiedono di dar vita ad
una sinistra di alternativa in Italia.
Questa situazione ci parla della contraddizione bruciante tra la
necessità oggettiva dell’ alternativa e la nostra debolezza soggettiva,
sottolineata dalla pesante sconfitta elettorale di Rivoluzione Civile. Il punto
su cui riflettere a fondo riguarda quindi la possibilità di trasformare la
necessità dell'alternativa nella maturità dell'alternativa.
La sconfitta elettorale non mette
in discussione le ragioni dell'esistenza di Rifondazione Comunista ma ci
obbliga ad una forte innovazione, ad una svolta. Non mette in discussione le
ragioni dell'esistenza di Rifondazione innanzitutto perché il tema comunismo è
più che mai attuale dentro questa crisi organica del capitale che mostra
appieno la sua incapacità a dare una risposta alle domande di democrazia,
giustizia sociale e sostenibilità ambientale. In secondo luogo perché
Rifondazione Comunista rappresenta un tessuto di militanza e di intelligenza
politica indispensabile per qualsiasi progetto di alternativa.
Per determinare la svolta abbiamo deciso di dar vita ad uno
"Straordinario Congresso" da tenersi entro la fine dell'anno.
1)
Un congresso preceduto da una fase di riflessione aperta e
approfondita sui nodi di fondo del nostro progetto politico, che sfoci in una
conferenza programmatica entro l’estate. Per questo abbiamo deciso - a partire
dalla presa d'atto della nostra sconfitta elettorale - che occorre definire
meglio il nostro progetto, la nostra ragion d'essere, il nostro modo di
funzionare, dando vita ad una vera e propria svolta. Si tratta di una
discussione sui nodi di fondo della presenza comunista e della sinistra in
Italia che parta dalla individuazione e dalla correzione dei nostri errori. Una
discussione che vogliamo fare con tutti
e tutte coloro che sono interessati alla costruzione di una sinistra di alternativa.
La Direzione nazionale invita tutti i
compagni e le compagne a partecipare ai seminari organizzati dalla commissione
nazionale per il Congresso ed invita le Federazioni e i Circoli ad organizzare
in sede locale momenti di approfondimento specifico.
2)
L'attività di riflessione teorica si deve però coniugare con
una discussione di fondo sul nostro modo di essere, di funzionare e con il
necessario rinnovamento dei gruppi dirigenti. A partire dalla pesantezza della
crisi, dalla difficoltà ad organizzare una adeguata risposta popolare alle politiche
neoliberiste, dal venir meno di ogni finanziamento pubblico, occorre ridefinire
completamente il modo di funzionare del partito per renderlo efficace e
sostenibile nel tempo. Occorre ridefinire i punti centrali di iniziativa
politica: dal radicamento sociale a partire dai luoghi di lavoro, alla capacità
di costruire conflitto sociale, collegamento tra le lotte, generalizzare le
esperienze di mutualismo e solidarietà dal basso, per arrivare ad una più
efficace e costante iniziativa sul terreno culturale come su quello della
formazione e della comunicazione. Occorre rifondare la struttura organizzativa
del PRC, ripensandola radicalmente.
3)
La rifondazione teorica e organizzativa di Rifondazione si
coniuga nel nostro progetto politico con la proposta di fondare un soggetto
politico unitario della sinistra di alternativa, costruito dal basso in forme
democratiche e partecipate, nei termini descritti nella lettera aperta ai
compagni e alle compagne di sinistra. Il rilancio di Rifondazione Comunista
deve procedere parallelamente alla costruzione, anche in Italia, di una forte
sinistra antiliberista, che trovi nella Sinistra Europea e nel Socialismo del
XXI Secolo il suo naturale punto di riferimento. Tale proposta è ispirata dalla
disponibilità del PRC a cedere la propria sovranità sul piano della
rappresentanza elettorale ad un soggetto politico unitario della sinistra che
sappia mettere al centro contenuti di lotta e programma di uscita da sinistra
dalla crisi, senza più cadere nella logica e nelle lusinghe del sistema
maggioritario e bipolare, che per sua natura tende a dividere e condannare la
sinistra all'impotenza sia nella collocazione interna sia in quella esterna al
centrosinistra. La proposta non è quindi volta a dettare condizioni o a erigere
steccati di nessun tipo. Allo stesso tempo prende atto e cerca di superare,
anche in senso autocritico, i limiti e gli errori che hanno determinato il
fallimento, fino ad oggi, di tutti i progetti politici ed organizzativi che si
proponevano l'unità della sinistra. In particolare l'idea che si potesse
promuovere l'unità dall'alto, con accordi pattizi fra gruppi dirigenti, e
quella secondo la quale ogni unità doveva essere preceduta dallo scioglimento
previo dei soggetti politici esistenti, che ha sempre e solo provocato
scissioni ed ulteriore frammentazione.
La Direzione nazionale ritiene altresì necessario intrecciare questa
attività di riflessione e di approfondimento con la ripresa dell'iniziativa
politica e propone quindi a tutto il Partito:
1) Un forte impegno nella
campagna elettorale per le elezioni amministrative del prossimo 26/27 maggio a
partire dalle realtà più importanti come quella di Roma. La nostra
presentazione alle elezioni, in quasiasi forma avvenga, deve avere al centro
punti programmatici discriminanti come la difesa dei servizi pubblici locali
contro le privatizzazioni, il ruolo delle istituzioni locali contro la crisi e
per un welfare di prossimità a favore dei cittadini più deboli, per la
democrazia partecipativa contro la riforma liberista degli EELL.
2) Una campagna politica, che
facendo leva sulla distanza tra il palazzo e i problemi della gente, rilanci le
nostre proposte politiche sul terreno sociale così come il tema del
proporzionale, contro le ipotesi di ulteriore riduzione degli spazi democratici
e ristrutturazione regressiva del sistema politico – istituzionale.
3) Un forte impegno nella
campagna referendaria di Bologna contro il finanziamento pubblico delle scuole
private previsto per il 26 maggio.
4) La rimessa al centro del nostro
lavoro politico il tema della ripresa del conflitto sociale. Abbiamo
sottolineato il peso nello stesso esito elettorale dell’assenza di conflitto
sociale nel paese e su questo dobbiamo agire sia localmente, sia operando per
la piena riuscita della manifestazione nazionale indetta dalla Fiom per il 18
maggio p.v. In questo quadro la Direzione nazionale ritiene necessario aprire
immediatamente la discussione sul prossimo congresso della Cgil tra i compagni
e le compagne iscritte, al fine di favorire la costruzione di una sinistra
sindacale che proponga un netto cambio di indirizzo politico e sindacale.
5) L'organizzazione su tutto il
territorio nazionale di assemblee sulla costruzione della sinistra di
alternativa, a partire dalla lettera aperta approvata da questa direzione, che
coinvolgano il complesso degli interlocutori - individuali e collettivi - della
sinistra.
6) L'organizzazione entro le metà
di aprile di una prima riunione dei segretari regionali sull'autoriforma del
partito che apra – in rapporto con la Commissione Politica per il Congresso -
un ampio percorso di discussione finalizzato all’organizzazione di un
appuntamento nazionale in cui si ridefinisca la struttura, il modo di
funzionamento del partito, le forme di autofinanziamento.
7) Il lancio su tutto il
territorio nazionale della campagna di tesseramento al Partito della
Rifondazione Comunista per il 2013.
In questo quadro di ripresa del
lavoro politico, particolare attenzione e cura deve essere dedicata ai compagni
e alle compagne e al partito in quanto tale. Per questo, oltre agli attivi e
alle assemblee già convocate ed in via di convocazione, la Direzione Nazionale
decide di aprire sul sito del partito due spazi di confronto orizzontale, che
superino ogni barriera gerarchica e territoriale. In primo luogo uno spazio di
confronto tra i compagni e le compagne sulla politica, a partire dai documenti
approvati da questa direzione nazionale. In secondo luogo uno spazio di
socializzazione delle pratiche del partito dai circoli alle federazioni ai
regionali.
Su questa strada di rifondazione
della rifondazione, la Direzione Nazionale decide di convocare per il 5 maggio
una assemblea nazionale dei segretari di circolo.
Lettera aperta alle compagne e ai compagni della
sinistra.
Care compagne e compagni,
le frammentazioni e la divisione
della sinistra italiana sono l’esito della radicale sconfitta sociale e
politica degli ultimi decenni, ma anche dei nostri errori soggettivi.
La ristrutturazione capitalistica prima e la crisi economica poi
hanno causato un'impressionante regressione delle condizioni di vita delle
persone, una crisi sociale che - al contrario di quanto accade in altri paesi
europei e nonostante l'aggressione a diritti fondamentali conquistati in un
secolo di lotte - non ha prodotto un conflitto sociale adeguato alla fase,
anzi, si è determinata una vera e propria eclissi delle organizzazioni di
massa. Solitudine, isolamento e un profondo sentimento di impotenza delle lotte
difensive costrette a manifestarsi nelle forme più estreme, ne sono la
conseguenza.
La medesima ristrutturazione ha investito il
sistema politico-istituzionale: l’introduzione del sistema maggioritario e del
bipolarismo ha condannato le forze e le culture di sinistra, a dover scegliere
ad ogni appuntamento elettorale tra l’impotenza dentro il centrosinistra
egemonizzato dal pensiero neoliberista e la testimonianza ininfluente
all’opposizione, in un processo di continua erosione della propria credibilità.
Per altro verso i tentativi di riaggregazione che
in questi anni abbiamo insistito a promuovere sono stati viziati da limiti
soggettivi relativi alla natura stessa dei processi unitari messi in campo. Non
si può costruire l’unità a partire da accordi di vertice fra organizzazioni ed
aggregazioni che nel corso del tempo si sono divise, senza percorsi reali di
condivisione democratica e partecipata di contenuti e priorità. Non si può
costruire l’unità solo sulla base delle scadenze elettorali e meno ancora con
l’unico obiettivo di superare quorum e sbarramenti con liste improvvisate ed
espressione di equilibri incomprensibili ai più. Non si può costruire l’unità
sulla base di pregiudiziali ideologiche od organizzative tese a pretendere
scioglimenti, abiure ed ulteriori divisioni nelle già troppe organizzazioni
esistenti.
Riteniamo sia necessario fare un salto di qualità
che non ripeta gli errori del passato.
Per questi motivi la Direzione del PRC ritiene -
autocriticamente e conscia dei propri limiti e della propria non
autosufficienza - di offrire ad una libera discussione, non predefinita negli
esisti, alcune idee che ritiene utili per poter determinare il salto di qualità
che tutte e tutti sentono necessario.
1. sarebbe
necessario avviare un processo fondativo di un soggetto politico unitario della
sinistra sulla base della costruzione di una piattaforma antiliberista che
delinei l’uscita a sinistra dalla crisi, che si connoti per l’autonomia e
l’alterità rispetto al centrosinistra, per l’esplicito collegamento con tutto
il sindacalismo di classe e i movimenti di trasformazione, per il
riferimento in Europa alla Sinistra Europea e al GUE.
2. sarebbe
importante che tale soggetto assumesse come centrale una piattaforma per la
ricostruzione della sovranità popolare e la rifondazione democratica di ogni
ambito della vita sociale e politica. Dalla democrazia nei luoghi di lavoro,
allo sviluppo della democrazia partecipativa e diretta, alla ripresa di
un’iniziativa costante per il sistema proporzionale sul terreno della
democrazia rappresentativa.
3. è indispensabile
che il processo di costruzione di tale soggetto, non avvenga in modo verticista e pattizio ma attraverso il
coinvolgimento democratico e partecipato di tutte le persone concordi con gli
obiettivi unitari, sulla base del principio una testa un voto. Che il soggetto
unitario abbia piena titolarità sulla rappresentanza elettorale. Che le forze
organizzate, locali e nazionali, che scelgano di attivarsi per il processo
unitario senza sciogliersi, si impegnino a non esercitare vincoli di mandato ed
a garantire la libera scelta individuale nell’adesione al nuovo soggetto
politico da parte dei propri iscritti e iscritte.
E’ questa la proposta che mettiamo a disposizione
del confronto a sinistra, nella convinzione che il popolo della sinistra debba
e possa costruire un nuovo soggetto
politico unitario per la lotta, la partecipazione, la trasformazione.
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