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Il Blog di Rifondazione Comunista di Assisi


martedì 6 dicembre 2011

Il decreto "salva-furbi"

La manovra annunciata dal governo Monti conferma, purtroppo, tutti i pronostici che avevamo da tempo preannunciato; scarica sui soliti noti i costi della crisi e salvaguarda i suoi mandanti politici e le lobbies di riferimento.

Ora, testo alla mano, lo possiamo dire con maggiore cognizione di causa e non solo sui (palesi) intenti dei giorni scorsi.

Non è uno slogan ma una triste, tristissima realtà.

Come definire la riforma Fornero sulle pensioni, l’aumento dell’Iva, l’introduzione dell’Imu (la nuova Ici), il taglio indiscriminato e populistico delle briciole dei cosiddetti costi della politica?

Questa manovra non crea sviluppo ne tanto meno nuovi posti di lavoro.

Non c’è traccia né dell’equità né della crescita promesse.

Aumentando l’età pensionabile sarà ancor più arduo per un giovane entrare nel mondo del lavoro.

Aumentando di due punti l’Iva ci sarà una ulteriore contrazione dei consumi.

Non serve essere premi nobel in economia per capire tutto ciò.

Non servono tecnocrati per abolire de facto democratiche elezioni partecipate dal popolo.

Lo Stato non è un’azienda né il governo un consiglio di amministrazione.

Monti non è il nostro amministratore delegato.

Sarebbe questo il tanto autocelebrato decreto “salva-Italia”?

A noi sembra il solito “salva-furbi”.

Il presidente della repubblica, nominando il banchiere ex Goldman Sachs premier invece di dare voce alle urne, ha forzato le prerogative che la carta costituzionale gli affida e compiuto una grave errore che la Storia (e nemmeno noi) non gli perdonerà.

Così come non saranno da assolvere quei partiti che appoggeranno questa macelleria sociale, termine forse abusato ma sicuramente esplicativo.

Chi si aspettava qualcosa di diverso da questo comitato d’affari era solo un illuso o un colluso con questo esecutivo fatto di massoni, lobbisti, fedeli servi delle teorie monetariste, lacchè del Vaticano.

“Ma sempre no a tutto non si può dire”.

“Le controproposte non ci sono”.

“I sacrifici sono inevitabili”.

Falso.

Mai come oggi falso e strumentale.

Noi di Rifondazione Comunista pensiamo che una valida alternativa concreta ci sia, non populista, non demagogica e men che mai strettamente ideologica e comunque sempre meno faziosa di quella di un governo che fa del neoliberismo il suo mantra immodificabile.

Le nostre proposte.

Primo: introdurre da subito una vera patrimoniale percentualmente progressiva per i redditi sopra al milione di euro.

Secondo:dimezzare da subito le spese militari.

E poi: introduzione di una tassa sugli immobili per le residenze non ad uso spirituale di proprietà della Chiesa.

E ancora: taglio netto dei vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali, adeguamento dei loro stipendi alla media europea oltre all’introduzione di qualsiasi divieto di cumulo.

Diminuzione del 50% degli stipendi dei manager pubblici e privati.

Tassazione del 10% dei capitali rientrati con lo scandaloso scudo fiscale varato dal governo Berlusconi.

Equiparazione della tassazione delle speculazioni finanziari a quella dei redditi da lavoro.

Cancellazione dei finanziamenti delle opere inutili come la Tav reimpiegando quei fondi per il riassetto idrogeologico del nostro facilmente alluvionabile paese, creando contemporaneamente migliaia di nuovi posti di lavoro.

Il totale derivante da queste azioni sarebbe molto più alto della manovra appena partorita.

Con una sostanziale differenza.

A pagare non sarebbe chi da questa crisi ha avuto solo ingiuste ed antidemocratiche bastonate.

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