
Ritorniamo ancora una volta come promesso a fare il punto sull’inquinamento dei pozzi che interessano i comuni di Assisi e Bastia Umbra.
Questi pozzi servono come sappiamo all’approvvigionamento idrico sia per le utenze pubbliche che per quelle private.
I livelli di inquinamento sono contenuti in modo accettabile e quindi ancora di potabilità per l’uso pubblico, invece sono sconosciuti per l’uso privato.
In ogni caso quello che stupisce è il profondissimo silenzio sceso su questo problema che non può essere assolutamente sottovalutato, e quindi a noi viene spontaneo porci qualche domanda:
detto che i costi affrontati e da affrontare per mantenere una qualità dell’acqua accettabile sono a carico della cosa pubblica, potremmo almeno pretendere di sapere chi e come ha prodotto questo gravissimo e pericolosissimo inquinamento che alla lunga potrebbe mettere in pericolo la salute dell’intera collettività?
Il principio sancito per legge che recita che chi “inquina paga”, è possibile che venga rispettato ed applicato?
Le strutture deputate al controllo ed alla individuazione dei responsabili, facendo il proprio dovere, ci indicheranno mai di chi è la colpa?
La riflessione che consegue queste lecite domande ci fa dire che non possono essere i gestori privati, che fanno tutto per profitto, a garantire la qualità dell’acqua dato che come già detto tutto viene affrontato attingendo alle finanze pubbliche.
Ogni problema che si pone sia per le riparazioni delle condotte che per tutelare le caratteristiche del prezioso bene comune, sono a spese della collettività, tanto che è normale chiedersi a che servano i gestori privati dato che con un po’ di organizzazione e spirito fattivo il tutto potrebbe essere gestito meglio dell’amministrazione pubblica.
Anche per questo bisogna recarsi a votare sui due quesiti referendari riguardanti l’acqua bene comune (oltre che per gli altri due referendum) che deve rimanere di proprietà di tutti.
Il 12 e il 13 giugno è necessario votare SI.
P.S.: gli studenti fuori sede hanno due possibilità per poter votare: farsi nominare rappresentanti di lista ad un seggio nel comune dove hanno il domicilio (per info http://www.referendumacqua.it/voto-fuori-sede.html) o tornare a casa dato che il rettore dell’Università di Perugia ha decretato il blocco di esami e lezioni dal 10 al 15 giugno; chi ne volesse usufruire potrà avere uno sconto del 60% sul biglietto del treno.
Questi pozzi servono come sappiamo all’approvvigionamento idrico sia per le utenze pubbliche che per quelle private.
I livelli di inquinamento sono contenuti in modo accettabile e quindi ancora di potabilità per l’uso pubblico, invece sono sconosciuti per l’uso privato.
In ogni caso quello che stupisce è il profondissimo silenzio sceso su questo problema che non può essere assolutamente sottovalutato, e quindi a noi viene spontaneo porci qualche domanda:
detto che i costi affrontati e da affrontare per mantenere una qualità dell’acqua accettabile sono a carico della cosa pubblica, potremmo almeno pretendere di sapere chi e come ha prodotto questo gravissimo e pericolosissimo inquinamento che alla lunga potrebbe mettere in pericolo la salute dell’intera collettività?
Il principio sancito per legge che recita che chi “inquina paga”, è possibile che venga rispettato ed applicato?
Le strutture deputate al controllo ed alla individuazione dei responsabili, facendo il proprio dovere, ci indicheranno mai di chi è la colpa?
La riflessione che consegue queste lecite domande ci fa dire che non possono essere i gestori privati, che fanno tutto per profitto, a garantire la qualità dell’acqua dato che come già detto tutto viene affrontato attingendo alle finanze pubbliche.
Ogni problema che si pone sia per le riparazioni delle condotte che per tutelare le caratteristiche del prezioso bene comune, sono a spese della collettività, tanto che è normale chiedersi a che servano i gestori privati dato che con un po’ di organizzazione e spirito fattivo il tutto potrebbe essere gestito meglio dell’amministrazione pubblica.
Anche per questo bisogna recarsi a votare sui due quesiti referendari riguardanti l’acqua bene comune (oltre che per gli altri due referendum) che deve rimanere di proprietà di tutti.
Il 12 e il 13 giugno è necessario votare SI.
P.S.: gli studenti fuori sede hanno due possibilità per poter votare: farsi nominare rappresentanti di lista ad un seggio nel comune dove hanno il domicilio (per info http://www.referendumacqua.it/voto-fuori-sede.html) o tornare a casa dato che il rettore dell’Università di Perugia ha decretato il blocco di esami e lezioni dal 10 al 15 giugno; chi ne volesse usufruire potrà avere uno sconto del 60% sul biglietto del treno.
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