La Federazione della Sinistra della provincia di Perugia valuta in maniera fortemente negativa e con grande preoccupazione la situazione che si sta determinando in Libia.
Pensiamo che la risoluzione dell'ONU, in cui nei fatti dichiara guerra alla Libia, rappresenti un grave e tragico errore: la comunità internazionale invece di determinare le condizioni per mediazioni diplomatiche ha scelto di ricorrere nuovamente all'intervento armato.
Siamo in guerra, una guerra giustificata dalla necessità di creare una No FLY ZONE per ragioni umanitarie che in realtà si caratterizza come una aggressione che metterà in ginocchio la Libia e il suo popolo, non certo Gheddafi.
Peggio.
Non solo non ha insegnato niente la guerra in Afghanistan, che ha avuto come unico risultato la morte di migliaia e migliaia di civili innocenti e di militari, ma siamo di fronte con tutta evidenza all'ennesima guerra per il controllo del petrolio, una guerra imperialista e neocolonialista.
Il Governo italiano poi, che ha subito chiuso la propria ambasciata a Tripoli, si è diviso tra il baciamano di Berlusconi, la lingua biforcuta di Bossi e la furia interventista dei ministri La Russa e Frattini, privando il nostro paese di ogni autonomia politica e di qualunque autorevolezza. Ancora una volta in sfregio alla Costituzione e con il sostegno di opposizioni parlamentari complici e narcotizzate l'Italia è in guerra: su questo il nostro dissenso dal Presidente Napolitano è totale.
Condanniamo con molta nettezza il regime dispotico e autoritario di Gheddafi, ma nello stesso tempo siamo convinti che per difendere i diritti umani e sostenere quanti si battono per la libertà occorra favorire la trattativa e fermare la violenza. Questo devono fare la comunità internazionale, l'Europa e l'Italia per svolgere un ruolo concreto in favore della pace e della sicurezza.
Per questo, come parte del movimento, rivolgiamo un appello a tutte le forze pacifiste della nostra provincia per organizzare insieme per lunedì prossimo alle 17 di fronte alla Prefettura in Piazza Italia a Perugia un presidio per l'immediato cessate il fuoco: la Libia si libera con la cooperazione e la trattativa politica non con i bombardamenti.
Il Governo italiano poi, che ha subito chiuso la propria ambasciata a Tripoli, si è diviso tra il baciamano di Berlusconi, la lingua biforcuta di Bossi e la furia interventista dei ministri La Russa e Frattini, privando il nostro paese di ogni autonomia politica e di qualunque autorevolezza. Ancora una volta in sfregio alla Costituzione e con il sostegno di opposizioni parlamentari complici e narcotizzate l'Italia è in guerra: su questo il nostro dissenso dal Presidente Napolitano è totale.
Condanniamo con molta nettezza il regime dispotico e autoritario di Gheddafi, ma nello stesso tempo siamo convinti che per difendere i diritti umani e sostenere quanti si battono per la libertà occorra favorire la trattativa e fermare la violenza. Questo devono fare la comunità internazionale, l'Europa e l'Italia per svolgere un ruolo concreto in favore della pace e della sicurezza.
Per questo, come parte del movimento, rivolgiamo un appello a tutte le forze pacifiste della nostra provincia per organizzare insieme per lunedì prossimo alle 17 di fronte alla Prefettura in Piazza Italia a Perugia un presidio per l'immediato cessate il fuoco: la Libia si libera con la cooperazione e la trattativa politica non con i bombardamenti.
l'intervento militare è l''unica cosa da fare giunti a questo punto lo dico con rammarico ma con convinzione
RispondiEliminaCentinaia di militari inglesi in azione da febbraio al fianco dei ribelli
RispondiEliminaIl Messaggero 20 marzo 2011
LONDRA - Da fine febbraio centinaia di militari britannici del Sas, lo Special Air Service, sarebbero in azione al fianco dei gruppi ribelli in Libia. Lo rivela il Sunday Mirror, scrivendo che da tre settimane due unità sono impegnate in Libia a preparare l'operazione.
Si tratterebbe di gruppi soprannominati Smash per la loro capacità distruttiva. Il mandato è quello di dar la caccia ai sistemi di lancio di missili terra-aria di Gheddafi (i Sam 5 di fabbricazione russa) in grado di colpire a 400 chilometri di distanza. Affiancati da personale sanitario, ingegneri e segnalatori, gli Smash hanno creato posizioni sul terreno in modo da venire in aiuto in caso in cui jet della coalizione venissero abbattuti.
La loro presenza è stata indirettamente confermata dal domenicale Observer: una delle preoccupazione dei piloti dei Tornado - scrive il giornale - sarebbe quella di non colpire i commilitoni delle forze speciali, operative a Bengasi per aiutare a “illuminare” i bersagli e offrire intelligence sul terreno.
Vent'anni fa la Prima Guerra del Golfo diede allo Special Air Service la possibilità di tornare alle missioni nel deserto, che nel 1941 ne avevano determinato la nascita. La caccia ai missili Scud iracheni fruttò nuova fama e il riconoscimento del generale Norman Schwarzkopf.
Non è la prima volta che le unità d'elite entrano in azione in Libia: a fine febbraio gli uomini del Sas hanno tratto in salvo dipendenti del petrolio bloccati a sud di Bengasi. Più di recente, il Sas è stato al centro di una clamorosa gaffe quando un team diplomatico britannico, assieme al commando mandato per proteggerlo, è finito in stato di arresto presso una base militare controllata dai rivoltosi. I diplomatici erano stati inviati in Libia per stabilire contatti con l'opposizione ma il loro fermo e successiva liberazione aveva smascherato la loro presenza che doveva restare segreta con grave imbarazzo di Hague e del Foreign Office.
il pacifismo non può essere una bandiera da sventolare sempre e comunque senza ragionarci sopra. il caso libico è differente dalle altre guerre ed interventi di peacekiping
RispondiEliminacerto che si deve dire no alla guerra sempre e comunque senza se e senza ma, c'è sempre una via diplomatica. inoltre gli unici che ne pagano le conseguenze sono i civili. basta!
RispondiEliminaIl Pd si prende dieci giorni per fare la lista
RispondiEliminaVerso il voto Il direttivo s’è riunito per un bilancio delle primarie. Resta aperto il caso Romoli
ASSISI – Confronto serrato, come era lecito attendersi, in occasione della prima riunione del Pd assisano all’indomani delle primarie del centrosinistra. E, come da “programma”, non è mancata neanche un’analisi spietata e chiara di ciò che è accaduto durante la marcia di avvicinamento e nel corso della consultazione, che ha visto Carlo Cianetti avere la meglio su Claudia Travicelli. Chi ha preso parte alla riunione (membri del direttivo democratico, ma anche esponenti del partito che si sono impegnati durante le settimane delle primarie) parla di una riflessione a 360 gradi, finalizzata in primis a gettare le basi per l’imminente campagna elettorale, ma non è difficile pensare a un confronto al quanto diretto sulle cause che hanno determinato la vittoria del candidato antagonista a quello del Pd. Dibattito che, per forza di cose, si è ripercosso anche sui criteri che dovranno ispirare la composizione della lista del Partito democratico. Su questo scenario c’è da sciogliere anche il nodo posto da Edo Romoli, che non ha fatto mistero della propria disponibilità a ricandidarsi. Il che, stando almeno alle ultime prese di posizione del coordinatore Borgognoni e della capolista in pectore Travicelli, che hanno parlato apertamente di necessità di rinnovamento, non sarebbe poi così scontato. La questione della lista verrà sciolta nel giro di una decina di giorni. Una commissione composta da Borgognoni, Travicelli, Buini, Bugiantelli, Masciolini e Sensi avrà il compito di definire una proposta e di presentarla al direttivo.
SE PRENDESSE DIRETTAMENTE 60 GIORNI COSI' ALMENO ARRIVA MEGLIO PREPARATO...NON SE PUO' SENTIRE!!
La trasparenza della politica dovrebbe essere il punto di riferimento di tutto il centro sinistra Cianetti ha vinto per il cambiamento non per rivedere vecchie mummie.
RispondiEliminaLe commissioni servono solo per perdere tempo e per dare più vantaggio alla destra ed è preoccupante questo atteggiamento.
Ritengo che i partiti della coalizione devono andare al più presto ad una assemblea pubblica unitaria perchè le politiche non possono più essere stabilite dentro le segrete stanze.
Silenzio
concordo ma serve un'alternativa credibile e praticabile
RispondiEliminabasta con questa retorica del secolo scorso. quando ci vuole di intervenire ci vuole.
RispondiEliminapensate alle liste!!!
RispondiEliminase vuoi un mondo dove tutto sia lecito accomodati pure; se vuoi che i potenti facciamo sempre come gli pare sei libero di volerlo; se mi vuoi convincere che la guerra sia giusta e non imperialista NON CI RIUSCIRAI! sono libero di gridare NON IN MIO NOME!!!
RispondiEliminail pd non faccia giochetti strani con saggi e saggine, scelga in trasparenza per il rinnovamento ed abbandoni le vecchie logiche spartitorie. Oggi per vincere c'è bisogno di totale TRASPARENZA per tutti una sola ombra e tutto diventa difficile. Per una volta tanto dò ragione alla Travicelli è ora di cambiare dentro quel partito ed abbandonare i vecchi tromboni sfiatati ma tutto deve essere fatto in fretta.
RispondiEliminaSilenzio